L’autrice
Dirigente di Rai Uno, giornalista e critica letteraria , Maria Pia Ammirati ha esordito nel 2000 con il romanzo “I cani portano via le donne sole” e ha vinto, nel 2005, il premio Grinzane Cavour con il romanzo “Un caldo pomeriggio d’estate”.
“Se tu fossi qui”, selezionato per l’assegnazione del premio Campiello – in programma a Venezia il prossimo 3 settembre – ,affronta un tema difficile: la scomparsa improvvisa della persona amata.
La vedovanza al maschile e l’elaborazione del lutto sono affrontati con la voce di un giovane uomo che, grazie al dolore, capisce di non aver mai conosciuto la moglie e comincia a ricostruirne la figura femminile, il tutto supportato da una ritmo narrativo intenso e forte.
Il libro
Una giovane donna muore e il marito Matteo, sconvolto, comincia a interrogarsi sulla loro vita in comune. Mano a mano viene trascinato in un vortice di indizi e di incredibili rivelazioni, di false piste e di agnizioni inattese. Un telefonino che continua a suonare, messaggi che lampeggiano nella notte. Un amante segreto? Un amico troppo caro? Una seconda vita misteriosa? Una malattia nascosta? Un passato che ritorna? O solo un uomo e una donna che hanno smesso di comunicare, che non hanno saputo mettere a nudo il loro cuore.
Questo non è un romanzo. È una storia che scommette sull’impossibile e trasforma la narrazione dell’indicibile in lettura avvincente. È un libro sulla paura e sull’incapacità di amare. Un racconto estremo sulla mancanza di coraggio che affligge spesso la nostra vita quotidiana. Sulla difficoltà di vivere appieno la propria vita.
Succede tutto nel tempo veloce e atroce del funerale di Luisa, in quello spazio breve e vuoto dove il tempo viene sospeso. Matteo scopre di non sapere nulla della giovane moglie e vorrebbe a tutti i costi tornare indietro. Vorrebbe amarla, abbracciarla, conoscerla, condividere giorni felici con le due figlie piccole. Vorrebbe poter ricominciare, riannodare quell’esile filo. Ma non è più possibile. Si può soltanto pensare di ripartire, stavolta senza troppi preparativi e con un bagaglio nuovo di verità irrinunciabili.
Scabra, essenziale, affilata dalla lama di uno sguardo impietoso, la narrazione corre veloce verso il suo finale liberatorio, lasciando chi legge col fiato trattenuto di chi ha appena compiuto un doppio salto mortale.