A cura di AIVPA Associazione Italiana Veterinari Piccoli Animali
La leishmaniosi canina è una grave malattia parassitaria ad evoluzione cronica, causata dal protozoo Leishmania infantum. Incurabile dal punto di vista parassitologico, viene trasmessa mediante la puntura di un insetto (flebotomo o pappatacio) e presenta un carattere zoonosico (cioè trasmissibile dagli animali all’uomo, in questo caso tramite il flebotomo). Il cane affetto da L. infantum costituisce l’unico serbatoio domestico della Leishmaniosi Viscerale Zoonotica dell’uomo. Pertanto proteggere il cane da questa malattia vuol dire proteggere anche la salute dell’uomo
La leishmaniosi canina si è diffusa nell’ultimo decennio a tutta la nostra Penisola. Dalle aree tradizionalmente endemiche, rappresentate dalle isole, dal versante tirrenico, ionico e Adriatico centro-meridionale, l’infezione si è diffusa al versante settentrionale dell’Adriatico, per poi estendersi in Pianura Padana ed anche in molte zone collinari, prealpine e preappenniniche, del nord Italia.
Contemporaneamente si è assistito anche al riemergere del tasso di infezione nell’uomo, fino anche a superare i 200 nuovi casi ogni anno.
Il motivo di questo incremento, sia nei cani sia nell’uomo, è da correlare all’aumento della diffusione del principale vettore di L. infantum che in Italia è rappresentato dal Phlebotomus perniciosus, e secondariamente da P. perfiliewi e P. neglectus.
I flebotomi sono insetti molto piccoli (2-4 mm), difficili da vedere ad occhio nudo, tra l’altro si muovono molto silenziosamente con un volo breve e saltellante, che vivono preferibilmente dal livello del mare fino agli 800 metri prediligendo luoghi umidi ed ombrosi, occupati da detriti organici (foglie in decomposizione), oppure ricoveri degli animali domestici, tane di animali selvatici, ma anche crepe dei muri. Siccome hanno una scarsa attitudine al volo e sono suscettibili alla presenza di vento, non si allontanano da dove sono nati (al massimo 1,5 km). Gli insetti femmine si nutrono di sangue e fanno il pasto nelle ore crepuscolari e notturne (preferibilmente dalle 3.30 alle 5.30). Hanno una vita media di 60 giorni e da maggio a ottobre riescono a compiere due cicli di sviluppo completi.
Tutti i cani che vivono nelle zone a rischio possono contrarre la leishmaniosi, ma non tutti sviluppano la malattia. Alcune razze canine sembrano essere maggiormente vulnerabili (Boxer, Cocker spaniel, Rottweiler, Pastore tedesco), alcune invece raramente sviluppano la malattia, come l’Ibizian hound. Probabilmente il substrato genetico è il fattore più importante.
Per combattere la diffusione della leishmaniosi canina, e di conseguenza la salute dell’uomo, è necessario intervenire sul vettore. Se conosci il nemico puoi contrastarlo. Occorrerebbe sapere se nella zona dove abitiamo ci sono i flebotomi. La sorveglianza entomologica dovrebbe essere svolta dalle AUSL tramite l’utilizzo di Sticky Traps (trappole adesive non attrattive) o di trappole attrattive a CO2 oppure tipo CDC a luce). Sussistono reali difficoltà di contrastare i vettori in maniera efficace nell’ambiente in cui vivono. Per esempio per le loro piccole dimensioni sono in grado di passare tra i fori delle zanzariere. Sembra tuttavia che le bouganville e la pianta di ricino risultino tossiche per i flebotomi. Si predilige pertanto intervenire sul cane impedendo che il flebotomo faccia il pasto di sangue e diffonda in tal modo la malattia da un soggetto malato ad uno sano. Le misure antivettoriali prevedono l’utilizzo di antiparassitari di provata efficacia nei confronti dei pappataci, sotto forma di collare antiparassitario, spot-on (gocce da applicare sul dorso dell’animale) oppure spray, a base di permetrina, associazione permetrina + piriproxifene, associazione permetrina + imidacloprid, complesso deltametrina + trifenilfosfato. Questi antiparassitari topici, applicati regolarmente una volta al mese od ogni 15 giorni, sono in grado di ridurre la prevalenza della leishmaniosi dell’89-100%. Molte di queste formulazioni antiparassitarie inoltre permettono di eliminare o di allontanare altri emoparassiti (zecche e pulci), fonte di altre pericolose malattie per il cane e l’uomo.