Torna il 30 e 31 Gennaio 2010 ad Aosta l’appuntamento con le tradizioni valdostane
4 gennaio 2010 – Da oltre mille anni nelle strade di Aosta il 30 e 31 Gennaio (nel 2010 coincideranno con Sabato e Domenica) si ripete un evento che mette in luce i “fiori” del lavoro artigianale valdostano: la Fiera di Sant’Orso, una delle più famose e antiche fiere di prodotti tradizionali di tutto l’arco alpino.
Nel Medio Evo la Fiera si svolgeva nel Bourg, in quell’area circostante la Collegiata che porta il nome di Sant’Orso. Racconti leggendari narrano che tutto ha avuto inizio proprio di fronte la Chiesa dove il Santo, vissuto presumibilmente nei primi anni del VI secolo, sarebbe stato solito distribuire ai poveri indumenti e “sabot”, i tipici zoccoli in legno della Val d’Ayas.
Da allora la Fiera si è estesa anche al centro cittadino, così che tutte le strade dell’antica Augusta Pretoria sono animate dalla presenza di un migliaio di espositori, tra artisti ed artigiani valdostani, che presentano i frutti del loro lavoro di stampo artigianale: scultura ed intaglio su legno, lavorazione della pietra ollare, del ferro battuto e del cuoio, tessitura del “drap”, ricami, merletti, vimini e oggetti per la casa.
Se la scultura e l’intaglio di legno e pietra ollare rappresentano l’espressione più alta della cultura valdostana, una delle tradizioni più antiche rimane la lavorazione del cuoio, che si sviluppò in Valle già in epoca romana, mentre è medioevale l’origine dell’artigianato del ferro battuto, necessario per la realizzazione di oggetti d’uso quotidiano seppur con alcuni esempi artistici di gran pregio (la fontana del melograno del Castello di Issogne). Tra le attività tradizionali rimangono vive la produzione di “vannerie” (intrecci di salice o vitalba), la tessitura del Drap, tessuto grezzo proveniente dalla lana di pecora tipico degli abitanti della Valgrisenche, e la tessitura della tela, mentre la lavorazione del pizzo al tombolo, parte integrante della tradizione di Cogne, sarebbe stata importata nel XVI secolo da alcune monache benedettine, fuggite dal Monastero di Cluny e stabilitesi nella regione.
La Fiera di Sant’Orso è anche il momento in cui si manifestano le caratteristiche peculiari dell’identità della popolazione valdostana: non si tratta infatti semplicemente di un mercato o di manifestazione commerciale, bensì soprattutto della celebrazione di un’appartenenza storico-culturale ben definita. Le bancarelle degli artigiani si snocciolano fra le vie della città in un’atmosfera festosa, con musica, spettacoli di folklore e degustazioni di prodotti tipici. Una vera e propria festa popolare che trova il momento clou nella “Veillà”, la veglia, nella notte fra il 30 e 31 Gennaio, con le vie illuminate e piene di gente fino all’alba.
La Fiera prenderà il via già Venerdì 29 Gennaio 2010 alle 21, con il concerto di apertura presso la collegiata di Sant’Orso del coro omonimo. Il giorno successivo, Sabato 30 nella piazzetta di Via Vevey è organizzata la Veillà dei bambini, mentre alle 18, sempre presso la chiesa di Sant’Orso, si terrà la messa dedicata agli artigiani e a seguire la tradizionale Veillà con la partecipazione di gruppi folkloristici, distribuzione gratuita di brodo e “vin brulé“.
Domenica 31 Gennaio in Piazza Chanoux è allestito il vero è proprio “Atelier”: la mostra mercato riservata alle imprese artigiane. Lungo il percorso della Fiera sarà possibile degustare i prodotti locali presso i punti gestiti dalle Pro Loco valdostane, mentre in Piazza Plouves saranno esposti i prodotti degli ospiti della fiera. La festa si chiude Domenica sera con il concerto presso il Teatro Giacosa di Aosta.