La Juventus femminile chiude la stagione 2024-2025 nel modo più netto possibile: vincendo quasi tutto. Dopo lo Scudetto, è arrivata anche la Coppa Italia, con un 4-0 nella finale contro la Roma che lascia pochi dubbi sulla superiorità delle bianconere.
Un successo costruito con pragmatismo, lavoro tattico e gestione dei momenti, e che segna l’inizio del nuovo corso firmato Max Canzi.
Il bilancio: due trofei su tre
La stagione 2024-2025 della Juve Women si chiude con due titoli nazionali. È mancato l’acuto in Champions League, ma il percorso interno della squadra bianconera è stato impeccabile:
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Campionato vinto con autorevolezza e profondità di rosa.
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Coppa Italia conquistata con una finale dominata nei primi 34 minuti.
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Supercoppa persa contro la Roma, ma senza condizionare il percorso complessivo.
Canzi ha portato idee nuove senza stravolgere l’identità della squadra. Ha ridato centralità a giocatrici esperte come Girelli, Bonansea, Boattin e rilanciato profili giovani in ruoli chiave.
L’impronta di Canzi
La Juve women in Coppa Italia ha giocato con un 3-4-1-2 fluido, capace di diventare un 3-4-2-1 grazie ai movimenti di Cantore e Bonansea dietro Girelli. In fase difensiva, compattezza e letture preventive hanno fatto la differenza.
L’organizzazione è stata la cifra tecnica della squadra: mai confusione, mai improvvisazione. Il secondo gol della finale – nato da un pressing coordinato su un errore avversario – è l’emblema di un piano partita studiato nei dettagli.
Canzi ha gestito bene anche la rotazione, trovando spazio per tutte e mantenendo equilibrio interno. Dopo anni di dominio ma anche di logoramento, la Juventus women sembra aver ritrovato entusiasmo e freschezza.
Cosa manca? Solo l’Europa
Se c’è un punto debole nella stagione bianconera, è il cammino europeo. La Juventus femminile è uscita troppo presto, pagando inesperienza e forse anche il peso di un girone complesso.
Ma le basi per tornare a competere anche fuori dai confini nazionali ci sono tutte. Serviranno rinforzi mirati, soprattutto in termini di qualità internazionale e gestione dei big match.
Dopo l’addio a Montemurro, molti si chiedevano se la Juve sarebbe riuscita a confermarsi. La risposta è arrivata, forte e chiara: non solo si è confermata, ma ha anche cambiato pelle.
Il gruppo è coeso, la struttura è solida, e la sensazione è che ci sia ancora margine di crescita. Girelli e compagne non sono sazie, e il finale di stagione lo dimostra.
La Juve women è oggi la squadra da battere. Ma non si può restare immobili: il prossimo passo sarà alzare l’asticella in Europa. Canzi avrà tempo e credibilità per farlo, ma serviranno scelte coraggiose sul mercato e nella gestione di una rosa che invecchia in alcuni ruoli chiave.
Per ora, però, è giusto celebrare una stagione perfetta. Due trofei, una mentalità ritrovata e un’identità definita. La Juventus femminile è tornata ad alzare la voce.
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