Una partita interminabile, che tra recuperi e supplementari si conclude dopo 150’ solo con i calci di rigore
La Roma contro il Siviglia sfiora la coppa dell’Europa League, l’obiettivo a questo punto più importante della stagione e rimane con la sensazione di una grande amarezza. Quella di avere perso contro una squadra non più forte e nemmeno migliore.
Una sfida snervante, non particolarmente bella ma estenuante nel corso della quale la Roma deve fare i conti anche con le proprie inadeguatezze. Quelle di una panchina troppo corta, di una squadra in condizioni fisiche difficili. Non poteva bastare un buon primo tempo, così come un Dybala decisivo ma in difficoltà .
Siviglia-Roma, partita estenuante
Gli episodi migliori per la Roma sono quelli nel primo tempo. Clamorosa l’occasione sprecata da Spinazzola all’8’ che solo davanti alla porta avversaria conclude un destro al volo troppo prevedibile da ottima posizione. Ma al 35’ Dybala, imbeccato splendidamente da Mancini trova il corridoio giusto e supera Bounou.
Nel secondo tempo la Roma comincia a soffrire e faticare e il Siviglia a poco a poco prende spazio. Rakitic colpisce in clamoroso palo con una conclusione dalla distanza. E quattro minuti un traversone di Jesus Navas si stampa sulla coscia di Mancini e si si insacca. Goffo il tentativo di copertura del difensore giallorosso per anticipare En Nesyri. La Roma ha due sole occasioni importanti, ma le spreca. Smalling e Mancini non riescono a trovare la porta, Ibanez mette alto sugli sviluppi della mischia. Poi è Belotti a mettere sul fondo da in un aggancio al volo su imbeccata di Pellegrini.
Supplementari e rigori: Roma battuta 4-2 (1-1)
L’equilibrio è assoluto nonostante una enormità di recupero dopo i primi due tempi, tredici minuti in tutto, due tempi supplementari e un ulteriore recupero infinito. In tutto 27’ in più oltre ai 120 giocati. Poche occasioni da gol in una partita sicuramente bilanciata ma anche brutta.La partita regolamentare si chiude 1-1. Peccato per una traversa colpita da Smalling all’ultimissimo istante da azione di calcio d’angolo. Opportunità che la Roma rimpiangerà molto…
Tra giocatori che non stanno più in piedi, cambi del tutto inutili (Wijanldum e Belotti davvero inconcludenti) e alcune valutazioni cervellotiche dell’arbitro Taylor, sono i calci di rigore a decidere. E non è questione di lucidità o di maggiore attenzione. Dal dischetto interviene anche la sorte. Il tiro di Mancini ribattuto dal piede di Bounou che si era tuffato dall’altra parte, quello di Ibanez che si stampa sul palo. La finale della Roma si conclude al quarto rigore di spareggio segnato dal Siviglia e senza ulteriori prologhi.
Il Siviglia vince la sua settima Europa League su sette finali. La Roma perde una grande occasione per se stessa e per portare cinque squadre italiane alla prossima edizione di Champions League. Un esito sfortunato e amaro che rischia di fare molto male e di lasciare un segno profondo in una squadra che pensa al futuro, interrogandosi sulla cosa più importante, e cioè se Mourinho deciderà di restare o meno. Ora tocca alle altre. Alla Fiorentina che mercoledì prossimo giocherà a Praga la finale di Conference League e all’Inter che a Istanbul torna in una finale di Champions League contro il Manchester City.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.