Pensioni, opzioni e proposte al vaglio del governo. Per la riforma pensione bisognerà tenere conto dei conti pubblici e del recovery plan. Ecco perché
Pensioni, il governo studia le nuove proposte di riforma del sistema pensionistico, per questo ha organizzato diversi incontri con le parti sociali. Nel 2021 si dovrà necessariamente arrivare ad una soluzione, che tenga però conto delle esigenze relative al recovery plan.
Vediamo le nuove possibili opzioni, a disposizione dell’esecutivo dopo il confronto con i sindacati, per realizzare la riforma delle pensioni.
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Pensioni, le ultime proposte
Governo e sindacati si stanno confrontando sulla riforma previdenziale, da attuare probabilmente nei primi mesi del 2021. Tuttavia bisogna trovare un equilibrio, che consenta di coniugare un sistema di uscita flessibile dal lavoro con i vincoli di finanza pubblica da rispettare.
Ad esempio i sindacati vorrebbero quota 41, cioè il pensionamento automatico al raggiungimento dei 41 anni di contributi. Tuttavia questa soluzione prevede costi troppo elevati.
Un’altra opzione è rappresentata dal meccanismo che consente l’uscita anticipata dal lavoro a partire da 62 o 63 anni di età anagrafica e almeno 36 o 37 anni di contribuzione. Un meccanismo che, a differenza di quota 100, prevedrebbe penalizzazioni del 2,8-3% per ogni anno d’anticipo, rispetto ai 67 previsti dalla pensione di vecchiaia.
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Riforma pensione, governo attento ai conti pubblici
Abbiamo detto delle opzioni a disposizione dell’esecutivo per realizzare la riforma pensioni. Tuttavia il governo ha posto dei paletti finanziari, rispetto alle possibili scelte.
Infatti, con il programma nazionale di riforma, ha tracciato un solco sulle regole pensionistiche da perseguire. Il nuovo sistema dovrà essere sostenibile nel lungo periodo. Per questo non si ripeteranno più misure di forte impatto sui conti pubblici, come gli anticipi pensionistici decisi durante il governo Conte 1.
Si tratta anche di un messaggio rassicurante per la commissione UE, che attende di conoscere le proposte dell’Italia relative al recovery plan.
Recovery plan, di cosa si tratta
Le decisioni del governo sulle pensioni e sulle altre voci di spesa per le casse dello stato, sono condizionate dal recovery plan nazionale. Cerchiamo allora di capire meglio di cosa si tratta.
Il recovery plan si sostanzia in un cronoprogramma di investimenti, piani e riforme, da presentare alla commissione UE per ricevere i soldi del recovery found. Tali fondi (209 miliardi complessivi) verranno erogati dall’Europa in diverse tranche, condizionati proprio alla presentazioni di piani credibili e realizzabili.
Insomma, il premier e i suoi ministri dovranno essere in grado di selezionare solo le proposte migliori, evitando gli sprechi del passato. Le pensioni rientrano fra le riforme da presentare, quindi difficilmente si spenderanno più soldi per gli scivoli pensionistici. Tale decisione infatti non sarebbe accolta con favore dalla commissione UE, complicando l’ottenimento delle risorse.
Abbiamo visto le notizie sulle pensioni dell’ultima ora e le possibili opzioni a disposizione del governo. Inevitabilmente però le scelte che verranno fatte dovranno tener conto dei conti pubblici e delle esigenze legate al recovery plan.
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Roberto D’Eugenio è nato in provincia di Teramo nel 1989. Laureato in economia e commercio presso l’Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara e redattore da diversi anni, scrive articoli di economia e attualità per Donne Sul Web