Ronaldo e Messi, fenomeni come loro non si diventa, si nasce. Ecco perché prima di vederne altri aspetterete più di 20 anni nonostante le promesse del calciomercato.
Calciomercato – La caccia ai cosiddetti eredi di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi è scatenata da anni. Ma di fatto non c’è nessuno, non in questa nuova generazione di presunti fenomeni e forse nemmeno in quella successiva, che si possa anche solo avvicinare alle qualità di giocatori che per i prossimi venti anni sono destinate a restare semplicemente inimitabili.
Più difficile cercare di capire il perché: gli analisti del calcio dicono che di giocatori così ne nascono uno ogni venti anni. Forse questa discriminante è un po’ restrittiva: in fondo da Pelé (1940) a Cruijff  (1947) sono passati solo sette anni. Ma ce ne sono voluti in effetti venti per arrivare a Maradona (1960) e altri dodici per pescare dal mazzo Zidane (1972).
Fuoriclasse assoluti e top players
Le statistiche dell’IFFHS , la federazione internazionale di studi statistici sul football, database infinito che si presta a studi interessantissimi e a una infinità di approfondimenti, divide i più grandi giocatori della storia in Masters (fuoriclasse assoluti, decisivi per i successi di una squadra) e Top Players (giocatori determinanti).
C’è una bella differenza. Maradona e Pelé sono Masters, fuoriclasse assoluti senza i quali forse il Brasile e l’Argentina non avrebbero mai conquistato il Mondiale (addirittura tre quelli vinti da Pelé). Cruijff, Zidane e in precedenza giocatori del calibro di Di Stefano (considerato da molti ancora più grande di Pelé) o Puskas sarebbero un gradino al di sotto: ma su queste considerazioni incide anche la mediatica. Essere Masters oggi, grazie all’appoggio della comunicazione globale, diventa più facile ed evidente rispetto a venti anni fa.
Ronaldo e Messi, una questione di DNA
In venti anni Cristiano Ronaldo e Lionel Messi hanno riscritto gli standard del calcio internazionale: e anche se il pensiero comune degli analisti è che nessuno dei due sia al livello di Pelé o Maradona, opinione condivisa ma certo non plebiscitaria, è evidente che la nostra generazione può considerarsi molto fortunata di avere ammirato le gesta di due fuoriclasse del genere a distanza ravvicinata l’uno dall’altro. Trovare qualcosa di altrettanto grandioso è difficile, per non dire impossibile. E per i prossimi venti anni, probabilmente, dovremo accontarci di qualche imitazione.
La responsabilità è solo del DNA; certe nascite sono miracolose, né più né meno di quelle di Isaac Newton, Albert Einstein o Maria Curie. I geni non nascono a ripetizione. Sono un frutto pregiato e misterioso che deriva da condizioni genetiche, culturali e ambientali uniche nel loro genere. E per i fuoriclasse del calcio non è diverso.
I paragoni impossibili
Eppure i media sono pronti a patrocinare con la patente di fenomeno qualsiasi giocatore di qualità si manifesti all’attenzione generale prima dei sedici anni. La ricerca è diventata talmente spasmodica da creare veri e propri ‘casi’. Destinati spesso a trasformarsi in promesse mancate. Un incredibile spreco umano sull’onda degli umori di un calciomercato che è un tritacarne bisognoso sempre di carne fresca.
Il gioco dei media, quello di paragonare talenti interessanti a fuoriclasse assolutamente inavvicinabili, è un un gioco al massacro. Un modo come un altro per costringere il pubblico a leggere e a cliccare. Ma questo creare a tutti i costi dei personaggi che possono funzionare tra i motori di ricerca, non significa essere al cospetto di un vero fenomeno. Non Foden né Alfonso Davies, non Guendonzi e nemmeno l’ormai più che collaudato Van de Beek, non Havertz e nemmeno Kean, così come Vranckx o Rodrygo. Nessuno di questi talenti under 20 oggi potrà mai arrivare al livello di Cristiano Ronaldo e Messi. Forti, fortissimi, con una grande carriera davanti. Ma mai unici.
Così come nel passato ci siamo illusi che Hazard, Pogba, Modric, Kane, Neymar, Griezmann potessero arrivare in cima all’Olimpo. Fortissimi, dei fuoriclasse. Magari all’altezza di competere al massimo livello per uno-due anni. Ma mai così vincenti, mai tanto dominanti, mai così assoluti e per così tanto tempo.
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Ronaldo e Messi nessuno ora è come loro
Rassegniamoci: il calcio globale oggi vende fenomeni che sono di mercato e di marketing prima ancora di diventare fenomeni sul campo. E ai tifosi, che sbranano qualsiasi cosa radiomercato proponga loro come se fosse il nettare degli dei, forse basta questo. Augurando lunga vita agli originali attendiamo che i giocatori creati in copy and paste dimostrino tutto il loro talento. Già sapendo che forse, per vedere altri due giocatori come CR7 e Messi, che siamo già stati fortunati ad ammirare insieme e per almeno quindici anni ai massimi livelli, ci toccherà aspettare una, forse anche due generazioni di presunti fenomeni.
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Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.