Cosa succede prima e dopo il parto? Quali i documenti da fare? Come stanno la mamma e il bambino e cosa cambia nella vita di coppia. Sono domande che ogni futura mamma si pone prima del parto, ecco tutto quello che dovete sapere
La nascita di un bambino è un evento di enorme impatto: pratico, emotivo, per i “tempi della vita”. Anche per questo “l’appena prima” e il “subito dopo” il parto sono momenti essenziali, da gestire con cura e da affrontare in modo consapevole e preparato.
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I segnali dell’inizio del travaglio
Sicuramente se siete al primo figlio avete frequentato o starete per frequentare un corso pre parto, molto utile per dare alcune dritte sul quando andare in ospedale e riconoscere le doglie “giuste”. Capita infatti che possano passare molte ore, se non uno o due giorni, dall’inizio dei primi dolori al parto vero e proprio. Il momento per andare in ospedale è quando il ritmo delle contrazioni diventa costante, regolare con intervalli di circa 5-6 minuti una dall’altra. Ovviamente se ci andate prima non succede nulla, aspetterete un po’, e se non vi sentite sicuri e a vostro agio a casa meglio eccedere in previdenza recandosi all’ospedale in anticipo.
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Cosa succede in sala parto
Una volta entrati in sala parto avrete la collaborazione di un team di professionisti: in genere un ginecologo (che non necessariamente assisterà al parto o non per tutto il tempo) e le ostetriche (che invece in genere offriranno un’assistenza discreta ma costante), Ovviamente il partner o un altro familiare potrà restare con la mamma e dare il suo supporto, partecipando da vicino al grande momento.
Le sale parto possono essere attrezzate diversamente, ma oggi in genere si tende a incoraggiare la mamma a cercare la posizione in cui è più comoda: accovacciate, sullo sgabello, sorreggendosi a una “liana” di tessuto, in acqua se è presente la vasca. Fino al momento della nascita, in cui il supporto del personale ospedaliero diventerà verosimilmente più “ravvicinato”, la mamma potrebbe essere visitata più volte (specie se il travaglio si fa lungo). Nel frattempo è giusto cercare di rendere l’esperienza il più possibile confortevole e rilassante, anche a costo di “imporsi” un po’: bere, passeggiare, cantare mantra, ascoltare musica, condividere con il partner un momento di tenerezza o uno sfogo liberatorio.
Le prime ore dopo il parto
Le prime ore dopo il parto sono dedicate ai possibili interventi sulla madre (ad esempio se necessita di punti o ha subito un cesareo) e ai primi esami del bimbo: alla nascita sarà eseguito il test di Apgar (un semplice e rapido controllo che valuta tono muscolare, battito cardiaco, colorito e in sostanza verifica i segni principali di benessere), qualche ora dopo il piccolo sarà pesato, misurato e… farà il primo bagnetto.
Un pediatra visiterà il neonato anche più di una volta, nel corso della permanenza in ospedale (che durerà dai 2 ai 4 giorni, se non si verificano problematiche particolari) mentre nelle prime due settimane di vita saranno prescritti alcuni esami di prassi come un’ecografia al bacino, un esame dell’udito e un elettrocardiogramma. La madre prima della dimissione sarà nuovamente vista dal ginecologo.
Molto importante è che il bambino riesca ad attaccarsi bene al seno della madre e a inizi ad alimentarsi. Le puericultrici sono lì per fornire assistenza (è normale incontrare qualche difficoltà iniziale). Il peso del piccolo sarà controllato a intervalli regolari per verificare che dopo il calo fisiologico si ricominci subito a prendere grammi. Se l’aumento del peso è scarso il pediatra potrebbe consigliare di integrare il latte materno con il latte artificiale da somministrare tramite biberon.
I documenti da fare
All’atto delle dimissioni dall’ospedale sarà consegnato un documento che attesta la nascita del bambino. Con questo si potranno chiedere due documenti importanti: la registrazione della nascita al comune di residenza (ed eventualmente anche la carta di identità) e la richiesta all’Asl territoriale del codice fiscale con il tesserino sanitario, per la scelta del pediatra curante.
Questi due passi si devono fare nei giorni immediatamente successivi alla nascita anche perché il pediatra curante dovrà visitare il piccolo all’incirca entro le prime due settimane dopo il parto. L’iscrizione all’anagrafe permetterà poi di accedere ai vari bonus bebè o agli incentivi, qualora previsti nel proprio comune/regione.
La carta d’identità sarà valida anche per l’espatrio e per le normali forme di identificazione del piccolo.
Come stanno i genitori dopo l’arrivo del neonato e come cambia la vostra vita
L’espressione che spiega meglio questi primi momenti è la seguente: turbine emotivo. In realtà i giorni successivi al parto sono i più complicati, in particolare di fronte al primo figlio della coppia. Ci sarà uno sconvolgimento negli orari: per i primi 40 giorni almeno il ritmo sonno-veglia del piccolo sarà ben diverso da quello degli adulti e capiterà di svegliarsi molte volte di notte e di passare anche lunghi tratti della nottata svegli, ad allattare o semplicemente accanto al bimbo che non dorme.
Potranno esserci momenti di vera e propria depressione o nascere paure eccessive, anche se istintive e naturali, e i neogenitori potrebbero scoprirsi a osservare angosciati il proprio bambino domandandosi se mangerà abbastanza, se si ammalerà, se sopravviverà mentre lui se ne starà ben pasciuto a dormire, in perfetta salute.
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A mamme e papà pioverà addosso molta stanchezza e arriveranno tante persone intorno, tutte insieme, per conoscere il nuovo arrivato, proprio quando la famiglia vorrebbe forse un po’ di tranquillità (per poi magari sparire quando servirebbe un aiuto pratico). Ci si dovrà abituare a sostenere la crescita di un essere che dipende interamente dagli adulti e che può esprimere le proprie esigenze (non sempre facili da decifrare) in ogni momento. Cose prima ovvie come lavarsi, fare la spesa, uscire con gli amici diventeranno un po’ meno ovvie e richiederanno più adattamento. Ma niente panico: timori e stanchezza sono normali, ma al di là di tutto amerete alla follia il nuovo arrivato!
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