“Nessuna donna dovrà più abortire in Lombardia a causa delle difficoltà economiche”. Lo ha detto nei giorni scorsi il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. La giunta regionale ha varato lo scorso 31 maggio un provvedimento sperimentale di aiuto concreto in questa direzione: un assegno di 250 euro per 18 mesi a quelle donne che rinunciano ad una interruzione della gravidanza, la cui motivazione sarebbe stata spinta da motivi economici
Un provvedimento che arriva fino a 4500 euro, “un aiuto concreto per la famiglia, la maternità e la natalità , che rimuove il più possibile gli ostacoli a cominciare da quelli di natura economica, che rendono più difficoltoso il fare una scelta a favore della vita” ha detto Roberto Formigoni.
Si tratta infatti di un contributo rivolto a tutte le donne, in particolar modo alle giovani donne straniere, che per problemi economici scelgono di abortire piuttosto che mettere al mondo un figlio che non sapranno come mantenere.
Le linee guida prevedono che se una donna presenterà richiesta di interruzione gravidanza, e qualora questa scelta sia determinata soprattutto da motivazioni economiche, gli operatori del consultorio o i servizi ospedalieri che riceveranno la donna per gli esami pre ricovero e per il colloquio, la metteranno in contatto con il CAV (Centro di aiuto alla vita) per consentirle di conoscere e valutare la possibilità di aiuto.
A quel punto il CAV e il Consultorio familiare, se la donna accetta, stendranno un progetto personalizzato che sarà sottoscritto anche dalla donna e nel quale saranno descritti i diversi interventi attivati o da attivare sia prima che dopo la nascita del bambino. L’effettiva partecipazione della madre al progetto concordato sarà la condizione necessaria per ottenere il contributo, che potrà essere utilizzato per acquistare beni e servizi sia per la madre sia per il bambino.