Quali sono le paure più frequenti dei bambini più piccoli e come possono fare mamma e papà per aiutarli a combatterle e sconfiggerle? Innanzitutto è necessario capire da dove arrivano. Ecco una piccola guida per i genitori, per orientarsi nel mondo dei mostri, del buio minaccioso e dei tanti altri “pericoli” che fanno battere forte il cuore ai loro figli.
A partire dall’ottavo mese, il bambino inizia a prendere coscienza del fatto che lui e la mamma non sono un’unica entità e inizia a formarsi una personalità distinta. Avviene, così, una sorta di processo di elaborazione di separazione dalla madre che provoca, come conseguenza, la paura dell’estraneo. Ecco perché i bimbi piangono e urlano quando vengono affidati a qualcuno che non conoscono. Si tratta di una reazione assolutamente normale e di una necessaria conseguenza del rapporto simbiotico con la mamma, che si è instaurato nel corso dei primi mesi. La paura dell’altro, quindi, in questa fase è indispensabile e naturale perché è il segnale di un processo di crescita e di una presa di coscienza dell’altro e di sé.
2. L’inserimento al nido:
L’angoscia da separazione si manifesta in modo particolarmente evidente nel periodo dell’inserimento al nido. E’ un momento fondamentale, durante il quale il piccino impara a staccarsi da chi, fino a quel momento, è stato il suo unico punto di riferimento, quasi un prolungamento. E’ una fase dolorosa per lui che può durare anche fino ai 2 anni e deve perciò essere affrontata con molta delicatezza e mai con severità o intransigenza. E’ necessario che il processo di distaccamento avvenga con i giusti tempi che sono dettati dal bambino, perché ognuno ha i suoi.
3. La paura del buio:
Dopo l’anno di vita, il bambino inizia a capire che la notte coincide con il sonno e che quest’ultimo ha a che fare con una separazione: andare a fare la nanna significa staccarsi dal proprio mondo cosciente e dai propri cari, in particolare dalla mamma. E’ a questo punto che inizia la paura del buio. Tutti i bimbi ne sono vittime anche se in diversa misura. Si tratta ancora di un’angoscia legata all’idea dell’abbandono. Il non sapere cosa c’è intorno a loro, poi, aggrava la situazione.
In questa fase l’orsacchiotto, così come il succhiotto, assumono un significato fondamentale perché sono un’arma di difesa contro l’ignoto. La difficoltà per il bambino a separarsi dalla realtà quotidiana può essere combattuta accompagnandola: via libera, dunque, alla lucina lasciata accesa, al peluche, alla canzoncina o al carillon mentre si addormenta. Sono tutti strumenti utili per guidare il bimbo nel mondo dei sogni, cercando di rimanere con lui fino al momento del distacco.
4. Mostri e uomini neri:
Quando il bambino diventa più grande, le sue paure assumono una forma diversa diventando simboliche e si connettono fortemente alle relazioni familiari. E’ ancora una volta una fase obbligata del percorso di crescita. Fino ai 3 anni, tutti i timori sono legati alle parti orali (il lupo affamato, il leone che mangia i bambini e così via) e riguardano il tentativo di rielaborazione dell’aggressività orale che è frequente nel processo di separazione dalla mamma.
Dopo i 3 anni, arriva la fase edipica e gli incubi sono più complessi. Diventano un misto di proiezioni del reale (la strega cattiva che simboleggia la figura materna, l’uomo nero, il ladro etc.) e di un universo fantastico.
I sogni iniziano ad assumere un ruolo importante: sono elaborazioni del vissuto, dei conflitti che affronta il bimbo, e tirano fuori quello che viene depositato nell’inconscio del piccolo. E’ bene quindi ascoltare con attenzione, quando il bimbo li racconta. Visto che gli incubi fanno emergere le sue paure più profonde, è importantissimo che non siano negati o minimizzati, rispondendogli ad esempio: “Dormi che il mostro non esiste”. Il bambino, invece, deve sentire di essere capito e protetto e dev’essere aiutato a comprendere che i suoi timori sono parte del vivere quotidiano.
E’ meglio ad esempio rispondere: “Il mostro c’era ma la mamma (o il papà ) l’ha mandato via. Ci siamo noi a proteggerti”. Solo in questo modo è possibile sconfiggere le sue paure: la loro negazione, infatti, non giova alla risoluzione del conflitto che mette in atto il bambino. In più rivela una mancanza di rispetto verso le angosce infantili che il piccolo avverte, non sentendosi appoggiato e compreso. Rispettare le paure dei bimbi, in questo caso, è fondamentale per aiutarli a crescere.
5. Dal dottore o dal dentista
In questo caso si tratta di una paura reale. Il bambino ha timore di provare un dolore fisico (per la puntura, il vaccino o dal dentista) che effettivamente proverà . E’ sbagliato negare l’evidenza dicendogli: “Non aver paura. Non ti farà nulla” anche perché quando invece, poi, vostro figlio sentirà dolore, si sentirà tradito dalla vostra bugia. Anche le spiegazione troppo dettagliate servono a poco. Con il bambino bisogna ammettere che, probabilmente, sentirà male ma che si tratta di un dolore piccolo e che passerà subito. Tenergli la mano durante la visita, facendo sentire la propria presenza, aiuterà il piccolo a sentirsi protetto.
6. Occhio alla televisione!
Mamme, attenzione alla televisione. Telegiornali, film dell’orrore e programmi di attualità che trasmettono immagini di violenza devono stare lontani dagli occhi dei bambini. Sì, invece, ai cartoni animati e alle trasmissioni per l’infanzia. Il contenuto simbolico che hanno, infatti, non solo può essere capito dal piccolo, ma può essergli utile per rielaborare le sue paure, come avviene anche per la lettura e l’ascolto delle fiabe.
Vedi anche: Libri per Bambini
7. La paura di partire
Per i bambini è sempre faticoso lasciare la loro casa e le cose a cui sono affezionati. Ricordatevi di portare con voi anche delle cose per lui familiari e importanti (il suo amico orsacchiotto, i giochi, il suo piatto per la pappa, la paperella del bagnetto). I bambini, però, molto difficilmente hanno paura del viaggio in sè. Quando avviene, in genere, è perché i genitori non sono in grado di trasmettere loro tranquillità , rassicurandoli sul cambiamento.
Queste sono le paure più comuni dei bambini, ovviamente di fronte a problemi più importanti il consiglio è quello di rivolgersi al pediatra.