Dal 29 maggio è impegnato in un tour de force quotidiano nelle aree colpite dal terremoto. Entra nelle aziende, parla con gli imprenditori che per non fermare la produzione hanno spostato le macchine sotto tensostrutture allestite in un batter d’occhio. “Questa è la forza della nostra terra, una reattività straordinaria – dice l’assessore regionale alle Attività produttive dell’Emilia Romagna, Gian Carlo Muzzarelli . Sono sempre in giro tra le imprese e devo dire che stanno tutti reagendo in maniera straordinaria. Per quanto mi riguarda dobbiamo far capire che la Regione c’è e ci sarà. Siamo tutti nella stessa barca”.
Partiamo dai danni al sistema produttivo, l’Emilia è una delle regioni più industrializzate d’Italia. Disponete di una stima attendibile?
E’ stato previsto che siano le imprese a fare il censimento. Noi stiamo raccogliendo stime parziali. Sul fronte del sistema produttivo parliamo di circa 70 mila aziende coinvolte. Di queste, 20 mila sono collocate nelle are che sono state l’epicentro del sisma: circa 5mila, secondo una prima verifica, hanno subito danni molto ingenti e sono in una situazione particolarmente critica. Poi c’è il sistema delle scuole e delle abitazioni. Sappiamo già che 92 edifici scolastici dovranno essere demoliti. Mentre per quanto riguarda le case sono 12mila quelle che presentano problemi, gravi o molto gravi per 5mila. Ma le verifiche sono in corso. Sono tutti numeri ancora parziali.
Come vi state muovendo per aiutare le imprese e le famiglie che sono state costrette ad abbandonare le abitazioni?
Per le imprese abbiamo stipulato un accordo con le banche per l’accesso a mutui della durata di quindici anni con la copertura di una quota degli interessi. A carico degli imprenditori resta solo la percentuale Euribor. Una parte del danno verrà comunque coperta con finanziamenti a fondo perduto, il cui ammontare dipende da molti fattori, a partire dalla quantificazione complessiva del danno subito dai territori coinvolti e dal budget totale a nostra disposizione. Lo stesso meccanismo lo vorremmo estendere anche alle abitazioni.
C’è grande allarme per la fuga delle imprese, a partire dalle multinazionali…
Stiamo monitorando la situazione, anche se l’allarme sta rientrando. Una cosa l’abbiamo però detta fin da subito con estrema forza e chiarezza: delle risorse che metteremo a disposizione potranno beneficiare solo le aziende che restano sul nostro territorio. Questo per salvaguardare il nostro tessuto produttivo e l’occupazione. Il sisma ha già generato circa 16mila cassaintegrati. Anche se molte aziende stanno cercando, seppur faticosamente, di riprendere l’attività.
Gioralista economica, e scrittrice. Collabora da anni con il Sole 24ore