di Maurizio Quarta
Managing Partner di Temporary Management & Capital Advisors
Non è certamente sorprendente osservare che il TM sia stata fino ad oggi una professione tipicamente maschile. La percentuale di donne presenti nei file di molte società specializzate è ancora decisamente bassa, come lo è anche il numero di curricula spontanei sul totale. La prima e più ovvia spiegazione è legata all’elemento anagrafico. Infatti, il grosso dei temporary manager si colloca in una fascia d’età over 50: si tratta quindi di persone diventate dirigenti tra 20 e 25 anni fa, in periodi in cui la dirigenza femminile era ancora decisamente rara. All’epoca non erano infrequenti i casi di donne con responsabilità manageriali inserite “forzosamente” come quadri, magari anche strapagati, “perchè l’ambiente era troppo maschile” o “perchè un capo donna avrebbe potuto creare dei problemi”.
Oggi si assiste ad una lenta inversione di tendenza, grazie anche al significativo aumento di donne dirigenti nelle aziende italiane.Se l’Italia non brilla, anche il mercato inglese del temporary, il più evoluto in Europa, denota un tasso “rosa” forse inferiore a quanto ci si potrebbe naturalmente aspettare.Già una prima indagine di ExecutivesOnline del 2006 aveva chiaramente messo in luce come la percentuale di interim donna fosse ritenuta decisamente insoddisfacente dai 2/3 degli intervistati.
Fatto confermato dalle indagini di IPSOS MORI per IMA – Interim Management Association (associazione inglese delle società di temporary) che nello valutavano il rapporto donne/uomini in 1 a 4.
Delle discussioni sui plus di un manager donna rispetto ad un uomo è piena la letteratura; l’indagine di ExecutivesOnline ha messo in particolare evidenza: sensibilità nel percepire le sfumature delle differenti culture aziendali, capacità di comunicazione, capacità di costruire relazioni e capacità di fare rete.
La stessa indagine ha cercato, sempre in via qualitativa, di capire le motivazioni della scarsa presenza femminile. Le principali sono state evidenziate nella scarsa consapevolezza del TM come opzione professionale, nello scarso apprezzamento per l’incertezza di una carriera di tipo interim e nella scarsa flessibilità legata alle esigenze soprattutto familiari.
Questo punto merita un approfondimento. Di norma si ritiene il temporary management un ottimo strumento per bilanciare in maniera soddisfacente vita personale e vita lavorativa, il che in generale, visto dalla parte dei manager, è certamente vero. La flessibilità del TM è però particolare, in quanto permette l’alternanza di periodi di intensissimo impegno con periodi di non attività . Molte donne, specie nella fascia d’età 40-45 anni, preferirebbero invece poter gestire progetti su base part time, ciò che consentirebbe un bilanciamento lavoro/privato più equilibrato e costante. Il mercato odierno è fatto soprattutto di progetti full time: si può però ragionevolmente ritenere che, con il crescente accesso al temporary da parte di PMI sempre più piccole, il part time, opportunamente modulato, possa diventare un’opzione più diffusa.
Un’altra recente indagine inglese, questa volta di Russam GMS, pubblicata su Executive Grapevine Interim Newsletter, rivela che i compensi giornalieri percepiti da interim manager donne sono stati nell’ultimo periodo del 2009 inferiori del 7% a quelli dei colleghi uomini. La stessa indagine rivela inoltre che, tra gli intervistati, il 51% delle donne era impegnato su un progetto, contro il 45% degli uomini: secondo l’estensore, ciò è la diretta conseguenza del più basso costo.
L’unica spiegazione citata: il persistente sessismo.
Il mercato in Inghilterra sta oggi significativamente cambiando: l’indagine IPSOS MORI citata conferma infatti un trend positivo per quanto riguarda l’impiego di donne in progetti di management temporanei. Si è infatti passati dal rapporto 1 a 4 sopra riportato ad un dato 1 a 3 per il 2009, con una crescita costante che lascia presagire ulteriori miglioramenti.
Qualche altro segnale positivo? Uno dei recenti presidenti di IIM, l’associazione inglese dei temporary manager, è stata Taravat Taher-Zadeh.