Insegnanti demotivati, la colpa è degli alunni indisciplinati

Un’inchiesta dell’Ocse rivela che tre docenti su cinque sentono di non essere apprezzati per il lavoro svolto in classe

(25 ottobre 2009) – Si ritorna a scuola con una consapevolezza in più: gli insegnanti europei non sono soddisfatti del proprio lavoro. Lo rivela un’inchiesta Ocse, secondo cui tre su quattro vorrebbero poter migliorare la qualità del proprio insegnamento, ma nessuno li incentiva a farlo. Tre su cinque devono scontrarsi con il comportamento di alcuni alunni, che impedisce loro di svolgere le lezioni con serenità: ad appesantire il lavoro dei docenti ci sono troppi ritardi, troppi assenti, un linguaggio volgare che spesso sfocia in insulti ad altri studenti.

C’è un altro elemento negativo che accomuna gli insegnanti di Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia: l’assenza di una valutazione sistematica del loro lavoro. A chi riesce a ottenere buoni risultati, nonostante le condizioni spesso difficili, non viene riconosciuto alcun merito, e viene trattato come chi vivacchia senza impegnarsi troppo. Questo è un dato rilevato anche in altri Paesi, come Belgio, Danimarca e Norvegia, dove quasi tutti gli insegnanti sono convinti che se anche migliorassero di molto la propria qualità di insegnamento, nessuno li ricompenserebbe. Tutte queste premesse portano a un solo risultato: chi insegna non è motivato a farlo.

L’inchiesta, nata per fornire dati utili alle autorità scolastiche, è stata condotta in 23 Paesi, di cui 15 membri dell’Unione europea. Angel Gurría, segretario generale dell’Ocse, concentra l’attenzione sugli insegnanti: «La loro qualità», spiega, «è di importanza basilare per l’applicazione di politiche scolastiche efficaci».  La scuola non sta affatto bene, dunque, neanche in altri Paesi del mondo. E in questi giorni basta guardare un telegiornale per farsene un’idea.

 

 

 

Ben tornato!