Creme solari: come e quando usarle e cosa c’è di vero. I consigli del dermatologo per proteggere bene la nostra pelle dal sole senza rinunciare ad una bella abbronzatura.
L’abbronzatura ha raggiunto la saggezza. Sono più di duemila anni, fin dai tempi di Cleopatra che le donne sono ossessionate dal sole. Ma questa ossessione ha avuto fasi alterne: all’inizio del secolo scorso avere la pelle chiara era segno di classe abbiente, erano i contadini ad avere la pelle abbronzata. Poi è arrivata Mademoiselle Chanel che in un certo senso ha sdoganato l’abbronzatura, l’aspetto “bonne mine” è diventato un accessorio chic, sinonimo di salute e benessere. Dagli anni Sessanta in poi cresce la voglia di sole, fino ad arrivare agli Ottanta dove raggiunge il suo massimo.
Essere abbronzate in quegli anni diventa uno status symbol, per potenziare il colorito si usa di tutto, da strani intrugli allo specchio riflettente. Ci si esibisce senza pudore per ottenere un’abbronzatura totale, senza pensare ai danni che il sole può provocare sulle zone più delicate come il viso e il seno. Nel 2000 ritorna il candore, se c’è il colorito è appena accennato, segno di rispetto per la propria pelle. Ma nel 2010 si cambia ancora, finalmente si è arrivati al giusto compromesso: il sole fa bene se preso in modo corretto, dona un aspetto riposato, ci mette di buon umore e migliora l’energia grazie al rilascio di endorfine, placa l’ansia, aumenta l’apporto di vitamina D e quindi fortifica le ossa.
Questo atteggiamento è in parte stato acquisito: il sole non fa più paura se ci si espone in maniera corretta, ma i dubbi e i falsi pregiudizi sull’abbronzatura persistono ancora. Con la consulenza della dermatologa Mariuccia Bucci, vicepresidente Isplad, abbiamo chiarito i dubbi più comuni.
E’ vero che con una protezione alta si può prendere il sole tutto il giorno senza riapplicare la crema? FALSO.
Anche se la protezione del solare è alta, la crema va applicata comunque ogni 2-4 ore in modo omogeneo. È importante, inoltre, una applicazione corretta dello schermo solare al fine di garantire l’efficacia protettiva del prodotto. La dose corretta è di 2mg per centimetro quadro, pari a 6 cucchiaini da tè di lozione, 36 grammi circa, per il corpo di un adulto medio.
Una protezione solare Spf 30 e uguale a una di 50? FALSO
Non sono affatto uguali. Il fattore di protezione è molto importante nella scelta di una crema solare. Quanto più è alto, tanto maggiore sarà la quantità di raggi Uv necessaria per indurre un eritema sulla pelle protetta. Un prodotto con SPF 30 significa che la dose di UV necessaria per sviluppare un eritema con la protezione è 30 volte superiore all’assenza di protezione. Stesso ragionamento vale per la protezione 50.
E’ meglio assumere degli integratori prima dell’esposizione? VERO.
I prodotti fotoprotettori per via orale non sostituiscono le creme, ma possono essere utili a preparare la pelle durante il mese che precede l’esposizione ai raggi solari. Le radiazioni UV generano a livello cutaneo la formazione di radicali liberi , causa principale di danno acuto da UV, ed aventi un ruolo determinante e nel fotoinvecchiamento. I nuovi foto protettori, sotto forma di integratori, hanno un mix di nutrienti, come carotenoidi e probiotici, che mirano a combattere lo stress ossidativo.
Chi ha la pelle scura non ha bisogno di applicare il solare? FALSO
La pelle scura non si scotta, né si arrossa ma è comunque vulnerabile : un filtro anti-UVA la protegge da invecchiamento precoce e dal rischio melanoma.
Si può usare un prodotto unico per il viso e per il corpo? VERO
Non ci sono delle controindicazione, ma molto dipende dalla formulazione e se riportato sull’etichetta come adatto per viso-corpo. Solitamente però è preferibile utilizzare un prodotto specifico per il viso, queste formule hanno un’azione non comedogena e proteggono maggiormente dal photoaging.
Un olio spf 50 protegge come una crema spf 50? VERO
Non c’è nessuna differenza, cambia solo la formulazione. L’olio però è più indicato per il corpo ed è sconsigliato a chi ha la pelle particolarmente grassa.
Per i capelli ci vuole una protezione speciale? VERO
Pelle e capelli hanno molti elementi in comune. I capelli sono costituiti da cheratina e legami di zolfo. Cento ore di sole sui capelli, circa una settimana di vacanza, è dannoso come applicare della candeggina sui capelli e tenerla per circa mezz’ora. I raggi solari insieme a salsedine e sabbia formata da nocivi microcristalli di quarzo, alterano le molecole di zolfo fino a farle rompere, spezzando i capelli. I solari specifici per capelli in spray, oli o gel sono utili per assicurare un’ottima protezione.
Bisogna proteggersi anche durante le giornate nuvolose? VERO
Le nuvole filtrano i raggi Uvb per cui in una giornata nuvolosa il rischio di scottature, eritemi e arrossamenti (danno acuto) è generalmente ridotto. Ma attenzione i raggi Uva attraversano comunque lo strato nuvoloso e possono quindi progressivamente alterare la qualità della pelle ed arrecare danni strutturali, rughe, invecchiamento , il cosiddetto danno cronico.
Le creme waterproof resistono per molte ore all’acqua di mare? FALSO.
Esistono due tipi di creme che proteggono durante il bagno: le waterproof che resistono per due bagni della durata di 20 minuti e le extra waterproof che sopportano fino a quattro bagni di 20 minuti. Ma bisogna tenere conto non solo dell’acqua di mare, ma anche della sabbia, la frizione dell’asciugatura, e così via. E’ quindi consigliato tra un bagno e l’altro riapplicare il proprio solare per scongiurare qualsiasi rischio per la pelle. Un avvertimento: i solari non vanno lasciati troppo esposti al sole, dopo l’applicazione vanno richiusi e messi al riparo.
Per scongiurare il pericolo macchia è sufficiente un doposole idratante? FALSO.
La comparsa delle macchie sulla pelle deve essere prevenuta utilizzando sieri regolatori della pigmentazione specifici prima dell’applicazione del solare. È preferibile utilizzare, inoltre, solari ad elevata protezione
Si può spruzzare il profumo prima di andare al sole? FALSO.
Il profumo per l’estate non deve essere a base alcolica: la presenza di alcool sotto il sole, infatti, può portare in alcuni casi a spiacevoli inconvenienti come piccole macchie scure sulle zone in cui è stato spruzzato, molto difficili da togliere una volta formate. Per ovviare a questo problema molte maison cosmetiche realizzano le loro fragranze di punta in un’apposita versione light estiva, che non contiene alcool, hanno una durata inferiore, ma perlomeno non si corrono rischi.
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Giornalista esperta di salute e benessere, vive e lavora a Milano