Gli italiani poveri ma belli anche in tempo di crisi, sette su dieci non riescono a riunciare a trucchi, profumi e in genere prodotti di bellezza e per la cura del corpo. Prodotti ritenuti ‘indispensabili”, secondi solo a alimentari e farmaci
E’ quanto emerge dal ‘Beauty Report 2010’ elaborato da Ermeneia per Unipro, l’associazione italiana delle imprese cosmetiche, che fa parte di Federchimica – Confindustria e presentato oggi alla Camera dei Deputati. Il rapporto è stato condotto con interviste su un campione di imprese e di consumatori, disegnando un quadro articolato del settore industriale della cosmetica. Di fatto, nonostante il portafoglio languisca, il 74,5% degli italiani non ha diminuito la spesa per la cosmetica nell’anno in corso e prevede di aumentarla nel prossimo anno: fiducia nella ripresa o irresistibile voglia di piacersi? Quel che è sicuro è che l’estetica e la cura della bellezza sono importantissimi per quasi sette italiani su dieci, che giudicano irrinunciabile la spesa per i prodotti di cura dei capelli, di cura e igiene del corpo, del trucco, di profumi e deodoranti. E il 62% dichiara che “la crisi non ha cambiato sostanzialmente le mie abitudini di spesa per questo insieme di prodotti, perché alla propria cura, al proprio benessere e al proprio aspetto estetico non si può e non si deve rinunciare”. Infatti, nell’ambito di una congiuntura spesso drammatica per altri comparti, il settore ha tenuto: il mercato nel 2009 è cresciuto dello 0,3% e ha raggiunto un valore di 9,1 miliardi di euro. L’industria cosmetica occupa 35.000 addetti e da diversi anni non registra contrazioni sui livelli occupazionali.
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