Tinder funziona davvero? E come? Vi spieghiamo tutti i segreti di Tinder: come muoversi e quali errori evitare, in base alla nostra esperienza reale.
Tinder è l’app incontri più famosa al mondo e oggi è molto usata anche in Italia. Dai dati sappiamo che ci sono più uomini che donne, la maggior parte single, ed è usata quotidianamente da utenti reali per conoscersi, chattare e incontrarsi dal vivo. Ma per capire se funziona davvero o no bisogna saperla usare correttamente. Un’utente esperta di Tinder ci racconta la sua esperienza, gli errori da evitare, come cominciare a usarla, come capire se una persona può piacerti o no. Insomma, tutti i segreti di Tinder. Ma partiamo dalla prima domanda.
Tinder funziona veramente? Consigli per un primo approccio
Tinder funziona sì o no? A questa domanda dieci persone vi daranno dieci risposte diverse. Certamente funziona per entrare in contatto con una fetta di umanità in cui probabilmente non vi sareste mai imbattuti nella vita (e questo scoprirete che in realtà certe volte sarebbe stato un bene), in molti casi funziona se si cerca un’avventura facile. Se si è all’estero è un’app ottima per trovare compagnia per una sera in una città in cui magari non si conosce nessuno, anche solo per un drink (e poi chissà).
Quindi possiamo dire che Tinder funziona? Diciamo che la differenza tra aprire Tinder ed incontrare le persone nel reale, è un po’ quella che c’è tra entrare in un bar e andare a vedere una mostra del vostro pittore preferito: al bar troverete sicuramente molta più gente, ma sarà meno probabile incontrare qualcuno con cui avere davvero qualcosa in comune. Perché a quasi tutti piace il caffè, ma molti meno apprezzano Dalì.
Tinder funziona anche per legami seri?
E se parliamo di legami seri, come funziona Tinder? Mi sono stati riportati tanti casi di persone per cui Tinder ha funzionato anche per la costruzione di legami più seri, persone che si sono fidanzate, addirittura sposate e riprodotte. Non so dire quale sia esattamente la percentuale di questi fortunati su un numero di utilizzatori che cresce ogni giorno. Per me l’esistenza di questi eletti ha lo stesso grado di credibilità dell’uomo sulla Luna: ti raccontano che qualcuno c’è stato, ma tu non l’hai mai visto.
Se mi baso sulla mia esperienza, posso dire che solo due dei tanti ragazzi con cui sono uscita hanno manifestato la volontà di andare oltre una frequentazione leggera. Il primo timidamente, portandomi la colazione a casa, invitandomi a lunghe passeggiate e cene al giapponese (dove dividevamo equamente il conto, alla fine), ma non avvicinandosi mai oltre il limite di sicurezza, nemmeno dopo il quinto appuntamento. Il secondo, parlando di figli e ipotetici trasferimenti nella sua città già al primo, di appuntamento. Vie di mezzo, queste sconosciute.
Tinder è ormai sdoganato
Quello che credo sia veramente importante è che Tinder ormai è una modalità di incontro ampiamente sdoganata. Solo pochi anni fa, quando per la prima volta sentii parlare della sua esistenza, averne l’app sul cellulare era una cosa al limite dello scabroso, che immediatamente ti bollava come un donnaiolo o una ragazza facile. Uno dei miei migliori incontri su Tinder, che si è tradotto semplicemente in una simpatica amicizia, aveva nella descrizione del suo profilo una frase emblematica in questo senso: “Diremo che ci siamo incontrati in un museo”. Spiritosa, realistica ed efficace, e infatti feci “swipe right”, ovvero mi dimostrai interessata (per la frase e perché lui era davvero carino, ovviamente).
Insomma, Tinder può funzionare, a patto di avere le idee molto chiare su ciò che si sta cercando e, come in quasi tutto nella vita, una grandissima dose di fortuna. Ma soprattutto: bisogna saperla usare.
Ecco alcuni consigli se hai deciso di compiere questo passo e stai per usare Tinder per la prima volta o se la usi da un po’ di tempo ma non vedi risultati. Come funziona Tinder, usandolo correttamente.
5 consigli per chi usa Tinder
1. La scelta delle foto profilo è fondamentale
Credetemi, il modo migliore per crearsi un profilo infallibile su Tinder è fare come ho fatto io: farsi consigliare da qualcuno dell’altro sesso. Questo è quanto ne è risultato per me:
- prediligere le foto in cui si è sorridenti: il sorriso bendispone il prossimo, sempre.
- evitare come la peste bocche a cuore e duck face: persino i maschi più incalliti non ne possono più e nessuna, davvero nessuna donna è mai sembrata intelligente, in quella posa
- evitare, se possibile, di mettere solo selfie: se siete venute carine in una foto che vi ha fatto qualcun altro, c’è più probabilità che lo siate davvero anche di persona
- mettere almeno una foto anche a figura intera: diciamocelo, la prima selezione che si fa su Tinder è di natura prettamente estetica. Più “informazioni” darete in questo senso, più sarete sicure che chi vi sceglie stia apprezzando tutto il “pacchetto”.
2. La descrizione: per funzionare dev’essere efficace
La descrizione su Tinder è uno degli aspetti più sottovalutati dall’utente medio, soprattutto in Italia.
Una descrizione divertente ed efficace invece secondo me può far pendere l’ago di una bilancia che resta incerta davanti a una serie di foto. Vivo in una zona abbastanza turistica e spesso mi capita di incrociare profili stranieri, sempre prodighi di dettagli. Un esempio: M., anni 39, professore presso Google: “Ad Amalfi per qualche giorno, incontriamoci! Amante della filosofia e della letteratura. Ascoltatore paziente Fan degli abbracci. Ex triatleta e nuotatore. Femminista. Cuoco. Eticamente non monogamo. Sediamoci assieme davanti a un fuoco”.
La descrizione tipo degli utenti nella mia area è invece:
- L., anni 41, datore di lavoro presso me stesso: “Panta rei”
- M., anni 37, università della strada: “toda joya, toda beleza”
- Per non parlare poi dei vari C., anni 29; B., anni 38; A., anni 32; N., anni 35 e moltissimi altri che hanno ritenuto meglio non scrivere proprio niente. Amanti del mistero, forse?
Descrivetevi, e preferibilimente siate spiritose. Tempo fa avevo nella mia descrizione questa frase: “ho già installato e disinstallato Tinder due volte, cerca di non essere il motivo per cui lo farò la terza”. Era vero (ed ero abbastanza demoralizzata) ma inutilmente spocchioso ed antipatico e infatti matchavo pochissimo.
Dite invece qualcosa di voi che dia delle coordinate a chi non sa nulla. Tantissimi ci mettono anche cose meno auliche, tipo l’altezza – lo confesso, l’ho fatto anch’io perché avrei seri problemi ad uscire con un uomo più basso di me. Fatelo anche voi se avete la stessa idiosincrasia. Non ci illudiamo: ci saranno uomini che non la leggeranno, ma non potranno dire che non li avevate avvisati.
3. Settare accuratamente le impostazioni
Tinder vi dà la possibilità di scegliere un intervallo di età per i profili che vi saranno mostrati e un raggio chilometrico entro cui pescare possibili anime gemelle. Soprattutto in questo secondo caso consiglio di non tenersi troppo larghi: a meno che non siate avventuriere pronte a prendere auto, treni e aerei per andare a conoscere un maschio che vi sembra interessante, meglio tenersi a portata di incontro reale. Perché, è bene ricordarlo, è nel vis a vis che arriva il bello.
4. Cuore o X? Trucco per non perdere tempo
Avere le idee chiare, si diceva. Non vi mentirò: tanti amici maschi utilizzatori di Tinder mi confessano che l’uomo medio sull’app sfoglia i profili “cuorandoli” tutti, aspettando poi di vedere con chi scatta il “match” per poi, solo in quel momento, effettuare un’accurata selezione delle proprie preferite con cui iniziare a chattare. Voi non fatelo, è un’inutile perdita di tempo. Abbiate invece chiaro cosa vi piace e cosa no e regolatevi di conseguenza. Su Tinder ci sono migliaia di utenti e la selezione accurata è fondamentale.
Per quanto riguarda me, procedo per poche regole, ben precise: no a chi ha solo foto con gli occhiali da sole (che daranno pure carisma e sintomatico mistero, ma nascondono lo sguardo. Già sei uno sconosciuto, se poi non ti fai manco guardare in faccia…), no a chi ha solo selfie in macchina, no a chi sceglie di usare una foto sola (che non è indicativa di niente: per il calcolo delle probabilità, tutti abbiamo almeno una foto in cui sembriamo dei divi di Hollywood anche se siamo delle persone normali), no a chi posta foto degli addominali davanti allo specchio (a volte tagliando persino la testa dalla foto), no a chi si definisce “datore di lavoro presso se stesso” o “laureato all’Università della vita” (iddio ci scampi dalla retorica e dalla banalità!).
5. Primi approcci con Tinder
Siamo nel 2018, non è più epoca di cavalier serventi e fanciulle indifese, quindi sentitevi libere di essere voi a cominciare la conversazione. Personalmente scelgo più spesso l’approccio attendista, ma solo perché spero sempre che il lui della situazione mi stupisca con un incipit poco banale. Però quando ho incontrato qualcuno che mi piaceva davvero, non ho esitato a dare il via alla chiacchiera.
Non c’è nulla di male e anzi così magari vi farete prima un’idea di dove si può andare a parare. Per il primo incontro prediligete un aperitivo, in un posto in cui siate libere di arrivare e andare via autonomamente: una scelta informale, poco impegnativa sotto tutti i punti di vista e che vi consentirà di scappare ricordandovi improvvisamente di quell’impegno già preso altrove se la situazione dovesse diventare sgradevole o più probabilmente solo noiosa.
Le mie peggiori esperienze su Tinder
In questi anni di utilizzo di questa app di incontro ho avuto alcune belle esperienza, ma anche molte pessime esperienze. Sfogliare Tinder, dicevo, è come entrare in un bar affollato: puoi incontrare l’umanità più varia del mondo. In un anno e mezzo circa di utilizzo ho collezionato esperienze decisamente variegate. Qui alcune delle peggiori esperienze:
- S., 35 anni, che ha esordito in chat chiedendomi subito di avviare una videochiamata Skype in cui si sarebbe esibito in uno spogliarello per me (ovviamente non richiesto)
- A., 39 anni, bellissimo modello rosso di capelli, che alla quinta frase di chat già si proponeva di inviarmi una collezione di foto delle sue parti intime
- M., 38 anni, che è stato capace di infilare in una conversazione brevissima innumerevoli volte la locuzione “di bello”: “Che fai di bello”, “Dove lavori di bello?” “Che fai di bello?” (sì, l’ha proprio chiesto di nuovo)
- G., 32 anni, che decide per l’approccio soft esordendo con “Ciao, sei più dominante o sottomessa?”
- M., 35 anni, che ha provato a conquistarmi così: “ciao, sono di Agerola, ti piace il fiordilatte?”, lasciandomi nel dubbio se fosse una richiesta seria oppure un non banale doppio senso.
- P., 34 anni, che mi chiede: “bgiorno, d dv sei?” e alla mia risposta “scusa, ma le vocali si pagano?” replica con “ahahah, cioè ???”. Facile comprendere perchè abbia ritenuto di soprannominarlo “lo sveglio”.
- D., 37 anni, separato da poco, che sceglie di mettere come foto profilo quella in cui stira a petto nudo, mostrando contestualmente tanta buona volontà, un fisico non fiaccato dalle avversità e una predilezione per lo stile Isoardi.
Quelli che su Tinder si fingono celebrità
Una menzione a parte credo la meriti la sezione, per me affascinantissima, che ho rinominato “CelebriTinder”: un’innumerevole quantità di maschi che scelgono di mettere come foto profilo quelle di celebrità, spesso molto note, nella speranza evidente di incastrare qualcuna che non legga giornali, non vada al cinema, non guardi la tv. Sfogliando profili mi sono imbattuta, per citarne solo alcuni, in: Francesco Arca, Hugh Grant, Marchisio, The Rock, Brian Austin Green, Borriello e il mio preferito di sempre: MATTARELLA. Con quest’ultimo ancora mi dolgo di non aver matchato.
Perché ho iniziato a usare Tinder?
Questa è una domanda che viene posta spesso, soprattutto alle donne, chissà perché. Io ho iniziato ad usare Tinder qualche tempo dopo essermi separata. Ne avevo sentito parlare qualche anno prima da amici e colleghi e mi aveva incuriosito “da lontano”, come fenomeno sociologico e come specchio di come fossero cambiate le modalità di incontro nei cosiddetti tempi moderni. Mi ero chiesta, lo confesso, “che successo avrei se mi mettessi su Tinder?”
Dopo un periodo di comprensibile elaborazione del lutto sentimentale, ho deciso di verificarlo, di provare a rimettermi su piazza e di farlo in un modo nuovo. Alla soglia dei quarant’anni la mia vita sociale non era più fatta di feste o serate in discoteca, i miei amici storici erano tutti sposati, alcuni alle prese coi primi figli. Avevo bisogno di avere uno spazio di manovra più ampio, un posto in cui fosse più facile entrare in contatto con un vasto numero di persone che magari, in altri contesti, ci avrei messo una vita ad incontrare o forse non avrei incontrato mai.
Conoscere qualcuno su Tinder è specchio del fatto che passiamo moltissimo del nostro tempo con la faccia infilata negli schermi dei computer e dei cellulari, che siamo più propensi ad aprirci e ad essere meno diffidenti se protetti da quegli schermi e forse, in prima istanza, non è nemmeno un male.
Da utente condanno chi – e non sono pochi – ci sta su soltanto per procurarsi avventure utili a sfuggire alla noia di menage di coppia devastati dalla routine (li riconoscete subito, sono quelli che hanno foto profilo in cui sorridono accanto alle compagne o si scrivono nelle descrizioni “felicemente sposato”). Tutto il resto è lecito, se fatto in trasparenza e nel rispetto dell’interlocutore.
Quello che spero di trovarci io, prima o poi, è una persona abbastanza simile a me: qualcuno a cui piacciano le conversazioni dotate di congiuntivi e contenuti, che abbia senso dell’umorismo e voglia di farsi conoscere e sperimentare. Che io lo trovi su Tinder o al banco frutta del supermercato mentre scelgo l’avocado più maturo, credo davvero non faccia grande differenza.
Vedi anche: Sette cose che un uomo fa se è interessato a te
Come funziona Tinder e cos’è
Tinder è un’app gratuita per gli incontri online: serve a conoscere persone nella propria area geografica (ma anche oltre), parlarci e, se c’è un interesse o attrazione reciproca, incontrarsi. Qualche anno fa aveva oltre 50 milioni di utenti, sicuramente cresciuti negli ultimi anni.
Per usarla è sufficiente scaricare l’app sul proprio telefono, entrare con le credenziali di Facebook e costruire il proprio profilo (seguendo i consigli che vi abbiamo dato sopra). A quel punto si possono iniziare a sfogliare i profili. Se qualcuno ti interessa puoi o fare swipe verso destra (cioè sfogliare verso destra) oppure verso sinistra per passare a un’altra persona. Altro modo è cliccare sul cuoricino, ma vi abbiamo spiegato l’opportunità o meno di tale scelta.
Vedi anche: Come capire se l’attrazione è reciproca