Fabio Crecco, allenatore del Frosinone donne, si ĆØ raccontato ai microfoni di DonneSulWeb. La nostra intervista esclusiva al tecnico giallazzurro.
L’obiettivo del Frosinone Femminile ĆØ ambizioso, ma il progetto ĆØ a lungo termine: parole di Fabio Crecco, l’allenatore della squadra ciociara.
Il tecnico giallazzurro, raggiunto dai microfoni della redazione sportiva di DonneSulWeb, ci ha infatti parlato degli obiettivi della squadra, ma anche del campionato di Serie C, del calcio femminile in generale e non solo. Di seguito, dunque, la nostra intervista.
Partiamo da lei: come Fabio Crecco arriva al calcio femminile?
Ā«Ho iniziato a lavorare con il Frosinone nel 2016 come secondo e analista tattico di mister Marsella, partendo dall’Under 16 e arrivando fino alla Primavera. Quando lo staff ĆØ stato rinnovato mi ĆØ poi stato chiesto di seguire la squadra femminile in Eccellenza per cominciare un percorso di crescita con loroĀ».
Primo campionato di Serie C per il Frosinone: quali sono gli obiettivi?
Ā«Dall’Eccellenza c’ĆØ una differenza abissale, ma il nostro ĆØ un progetto a lungo termine con una squadra molto giovane: pensate che la giocatrice piĆ¹ “anziana” ĆØ ĆØ il portiere Guidobaldi, classe ’92. Vogliamo arrivare nelle categorie piĆ¹ alte del calcio femminile perchĆ©, nonostante l’etĆ media decisamente bassa, in questa rosa ci sono qualitĆ tecniche e umane. Per questa stagione comunque puntiamo alla salvezza, ma ci piacerebbe arrivare nella parte sinistra della classifica. Le basi ci sonoĀ».
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Il professionismo in Serie A ha portato alcune giocatrici a “scalare” di categoria: anche il livello della Serie C si ĆØ alzato?
Ā«Ho parlato di questo con qualche ragazza che prima pur lavorando militava in categorie piĆ¹ alte, e mi ĆØ stato detto che ora ciĆ² non ĆØ piĆ¹ possibile perchĆ© i campionati ora sono molto piĆ¹ tosti. Anche noi comunque abbiamo elementi che hanno giocato in categorie superiori, penso per esempio a Claudia Natali (ex Florentia, ndr) che ha giocato anche in Serie A, ed effettivamente alzano notevolmente il livello tecnico e strategicoĀ».
Cosa vuol dire per una societĆ di Serie C femminile avere alle spalle una solida realtĆ del calcio maschile come il Frosinone?
Ā«Le differenze tra chi come noi ha alle spalle un club professionistico e le altre si vedono, soprattutto a livello di comoditĆ generali. Penso per esempio alle trasferte piĆ¹ impegnative: fare dei viaggi lunghissimi con il pullmino, magari in giornata, non depone a favore delle ragazze, anche perchĆ© generalmente le donne impiegano piĆ¹ tempo a riprendersi degli uomini. Noi fortunatamente riusciamo a spostarci con tutti i comfort, arrivando in loco il giorno prima in modo da presentarci alla partita al meglio. Sotto questo aspetto servirebbero senz’altro piĆ¹ investimentiĀ».
Tutti gli allenatori ci dicono che le ragazze in campo e negli allenamenti danno qualcosa in piĆ¹ rispetto ai ragazzi. Lei cosa ne pensa?
Ā«Devo dire che ho trovato un gruppo disponibilissimo a lavorare, inoltre penso che a livello strategico le ragazze abbiano qualcosa in piĆ¹ perchĆ© hanno un approccio piĆ¹ profondo rispetto ai colleghi maschi. Ć veramente bello allenarle, quando parlo c’ĆØ assoluto silenzio e loro sono estremamente ricettive, delle autentiche spugne, inoltre sono anche molto attente al proprio fisico e alla dieta. Durante gli allenamenti poi chiedono sempre il perchĆ© delle cose, mentre gli uomini sono piĆ¹ “esecutori”. Con loro ho una comunicazione a due canali, reciproca, e questo mi arricchisceĀ».
In questi ultimi anni il calcio femminile si ĆØ anche ritrovato molto piĆ¹ “catapultato” in TV, in particolare a pagamento. Come vede questo aspetto?
Ā«Ć un discorso che affronto spesso con le ragazze. Credo che lo spazio vada meritato e non che ce lo debbano regalare, non ho mai creduto nelle cose “imposte”. La paura ĆØ che il calcio femminile diventi come il rugby per l’Italia: siamo stati inseriti nel “Sei Nazioni”, ma non si vince mai perchĆ© siamo indietro con il movimento. Se la gente vede partite brutte, non puĆ² avvicinarsi a questo mondo, quindi servono staff preparati e una crescita generale del movimento per garantire al pubblico delle belle sfideĀ».
Veronese, classe ’92, laureato in Editoria e Giornalismo presso l’UniversitĆ degli Studi di Verona e iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 2019. Da sempre appassionato di calcio, ho iniziato a scrivere per il quotidiano L’Arena per poi proseguire online. Seguo questo magnifico sport in tutte le sue sfaccettature, si tratti di maschile o femminile, prime squadre o giovanili, grandi squadre o piccole realtĆ locali.