Francesco Ortolini, allenatore del Crotone Women, ci parla delle differenze tra calcio donne e quello maschile. La nostra intervista esclusiva al tecnico delle rossoblù.
Francesco Ortolini da quattro anni si è affacciato al calcio femminile, rimanendo come tanti altri affascinato da questo ambiente. Approdato in estate sulla panchina del Crotone Femminile (Serie C), il classe ’65 proverà a condurre le rossoblù all’obiettivo stagionale che, dopo un avvio difficile dovuto a diverse contingenze, al momento sembra essere la salvezza.
Raggiunto dai microfoni della redazione sportiva di DonneSulWeb, Ortolini ha ripercorso la propria carriera da tecnico, presentandoci poi una panoramica sulla propria squadra e allargando anche il discorso a tutto il movimento.
Di seguito dunque la nostra intervista a Ortolini.
Francesco Ortolini, dalla Serie B maschile al calcio femminile…
«Dopo aver chiuso la mia carriera di calciatore tra i professionisti ho iniziato ad allenare nel calcio maschile, ambiente in cui sono rimasto per vent’anni. Sono arrivato fino all’Eccellenza, poi quattro anni fa ho iniziato questa avventura nel calcio femminile e ora dalla scorsa estate alleno il Crotone Women. Ammetto che all’inizio ero scettico, ma poi mi sono innamorato di questa realtà ».
Tanti allenatori vedono nelle ragazze un altro spirito rispetto a quello del calcio maschile: conferma?
«Non pensavo di trovare ragazze così cariche e con così tanta voglia di imparare. Sono sincero, spesso si ha qualche pregiudizio sul calcio femminile, invece sono rimasto piacevolmente sorpreso. Le cose nuove, come in questi ultimi anni è per le ragazze il calcio, portano a fare bene e a impegnarsi di più. Sono autentiche spugne, vogliono dimostrare, la loro è una passione vera e fanno volentieri tanti sacrifici. Sono presenti, attente, guardano cosa fai e cosa dici, nei ragazzi invece c’è forse un pizzico di presunzione in più».
Il Crotone Women si presenta a questo campionato con una rosa “ristretta”: una scelta voluta?
«Quest’anno ci sono stati tanti cambiamenti che ci hanno portato a cominciare a programmare con un paio di settimane di ritardo, quando la maggior parte delle calciatrici si era già sistemata. La società comunque si è messa subito a disposizione per formare una rosa che al momento è un po’ ristretta ma che da dicembre, quando riaprirà il mercato, potrà contare su altri elementi che già da un po’ si allenano con noi. La nostra posizione di classifica (il Crotone Women è penultimo, ndr) deriva anche da questa rosa ridotta».
Vedi anche Crotone femminile Rosa del women Crotone FC
Cosa vuol dire per una società di Serie C femminile avere alle spalle un club professionistico maschile?
«Il Crotone maschile al momento si trova in Serie C, ma negli anni scorsi ha spesso giocato in Serie A e Serie B e sta facendo di tutto per riportarsi ad alti livelli. Per noi avere alle spalle un club così è molto importante, ci permettono di lavorare su campi bellissimi e di andare in trasferta con tutte le comodità del caso. Siamo sereni e tranquilli, il che per allenatore e squadra è fondamentale».
Come accennato prima, l’inizio di campionato è stato complicato: l’obiettivo del Crotone femminile è la salvezza o ci sono mezzi per risalire e puntare a qualcosa di più?
«La società è stata chiara: si punta al massimo delle possibilità , anche in virtù della situazione che si è venuta a creare con la rosa. Non parlo di obiettivi, vogliamo solo fare il massimo possibile per poi, l’anno prossimo, cercare di ottenere un risultato importante».
Il professionismo in Serie A ha portato a un effetto a catena anche nelle categorie minori?
«Direi di sì, lo dimostra il fatto che abbiamo fatto parecchia fatica a trovare ragazze libere. C’è grande richiesta, tutto si sta avvicinando al mondo maschile e la speranza è che presto il professionismo arrivi anche in Serie B e Serie C femminili. Negli ultimi anni si sono fatti passi in avanti enormi a livello organizzativo, parlo di arbitri, Lega e società . Noi stessi poi abbiamo acquistato ragazze che non credevo fossero così forti: sono senza limiti e io ho una gran voglia di allenarle. Speriamo di fare bene».
Calcio femminile e media: come giudica il rapporto tra queste due realtà ?
«Come in tutte le cose, se su un movimento c’è un interesse mediatico vuol dire che ci si può lavorare. Il calcio femminile è in crescita ed è un business, magari non arriverà al livello del maschile ma ci si può avvicinare. Credo che sia giusto seguirlo, il livello si sta alzando notevolmente e presto anche nelle categorie inferiori ci sarà da combattere per restare in sella».
Veronese, classe ’92, laureato in Editoria e Giornalismo presso l’Università degli Studi di Verona e iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 2019. Da sempre appassionato di calcio, ho iniziato a scrivere per il quotidiano L’Arena per poi proseguire online. Seguo questo magnifico sport in tutte le sue sfaccettature, si tratti di maschile o femminile, prime squadre o giovanili, grandi squadre o piccole realtà locali.