Non è un momento facile per il calcio femminile americano. E non si tratta tanto della nazionale, al centro di numerose discussioni dopo l’avvento di Emma Hayes che si appresta a iniziare la sua prima stagione da CT dopo avere lasciato il Chelsea. E nemmeno degli scandali vecchi, legati ad abusi sessuali, stalking e comportamenti inappropriati all’interno di singoli club.
USA, ancora uno scandalo
A distanza di pochi mesi da casi clamorosi che hanno quasi azzerato la federazione, con un’ondata di dimissioni dettate proprio dagli scandali, ecco una nuova vicenda che non mancherà di scatenare conseguenze pesantissime. Al centro dell’attenzione c’è San Diego Wave, una delle squadre più rappresentative della NWSL, la lega professionistica americana.
Il presidente di San Diego, Jill Ellis, una delle donne più autorevoli e potenti del calcio femminile americano, ex CT di una nazionale vincente, è stata accusata di violenze fisiche e psicologiche su tesserati e dipendenti della società. Secondo una denuncia, che è diventata immediatamente inchiesta da parte della Lega e della US Soccer, la federcalcio statunitense, Jill Ellis, avrebbe promosso un ambiente violento all’interno del club licenziando, bullizzando o costringendo alle dimissioni oltre 30 persone, in maggioranza donne.
Accuse gravissime
La questione è diventata pubblica dopo un post di Brittany Alvarado, una ex dipendente che si occupava di promozione e ufficio stampa. E nonostante la secca smentita da parte del club e della stessa Jill Ellis sono arrivate anche numerose conferme che in qualche modo coinvolgono anche la Lega. Le istituzioni sportive e calcistiche americane in modo particolare sono accusate – proprio come in passato con altre vicende altrettanto gravi – di “non avere visto, analizzato., affrontato e rimediato ad accuse gravi nonstante il Rapporto Sally Yates e della NWSLPA Investigartion che aveva già fatto luce su casi di abusi nei club NWSL”.
La difesa del club
Jill Ellis e i San Diego Wave parlano di accuse fittizie e completamente inventate a annunciando “la propria intenzione di perseguire tutte le vie legali per affrontare in modo appropriato la questione”. Subito dopo che la questione è diventata pubblica proprio ieri altre tre ex dipendenti dei San Diego Wave hanno pubblicato accuse di abusi subiti personalmente.
Anche la responsabile dell’ufficio stampa Bernadette O’Donnell è uscita allo scoperto raccontando di essere stata licenziata dopo aver informato la direzione del club di quanto accaduto. In molti casi alcune delle donne licenziate, pare che siano 22 sui 30 che complessivamente hanno perso il lavoro negli ultimi 18 mesi, sono state costrette a fare ricorso a un ausilio psicologico.
La Lega indaga
Nel frattempo NWSL è stata costretta a rilasciare una dichiarazione ufficiale perché la questione è diventata argomento di spicco sulle prime pagine di tutti i giornali e di tutti i siti web che si occupano di sport e non solo. Questa la nota diffusa dalla lega del campionato americano professionistico: “La sicurezza, la salute e il benessere di tutti coloro che sono associati alla nostra lega sono la nostra massima priorità. Prendiamo sul serio ogni segnalazione di potenziale cattiva condotta, assumiamo investigatori indipendenti qualificati per esaminare attentamente tali accuse e agiamo quando le accuse sono supportate dai fatti scoperti. Abbiamo imposto azioni correttive in ogni caso in cui le segnalazioni sono state confermate, fino all’espulsione di individui che non sono all’altezza dei nostri valori e standard”.
A seguire la richiesta di fornire informazioni e dettagli su questo o su altri episodi di abusi e discriminazioni anche in forma anonima.
I San Diego Wave
I San Diego Wave, squadra tra le più recenti entrate a far parte della lega femminile USA, è un autentico colosso. Il proprietario è il miliardario Ron Burkle che ha già avviato un processo di estensione della società a Sacramento trasferendosi nel meraviglioso Snapdragon Stadium, 32mila persone. La squadra lo scorso anno ha vinto la regular season davanti a Portland e North Carolina con una media spettatori di quasi 30mila persone, tra le più alte del mondo. Ma quello che doveva essere l’attesissimo titolo non è arrivato dopo la sconfitta in semifinale in casa contro Seattle Reigns.
All’inizio di questa stagione, il Wave era stato visto come un club modello, con il secondo fatturato più alto del campionato. Jill Ellis è un’autentica istituzione del calcio femminile americano: è stata indotta nella National Soccer Hall of Fame.
Casey Stoney, allenatrice 42enne in forza al club, molto amata dal pubblico, è stata licenziata a sua volta il mese scorso. Ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni sull’argomento.
Il parere di Alex Morgan
Alex Morgan, giocatrice simbolo del movimento americano, una delle stelle di San Diego, clamorosamente esclusa dalla lista per le imminenti Olimpiadi di Parigi, secondo molti destinata a una carriera politica in lega o forse addirittura in federazione si è detta sconcertata dalle accuse. Morgan ha lavorato per diversi anni con Jill Ellis, ex CT della Nazionale americana con cui l’attaccante ha vinto praticamente tutto… “Sono delusa nel sentire così tante accuse ufficializzate da numerosi ex dipendenti del Wave FC. Sono molto orgogliosa di ciò che abbiamo costruito a San Diego. Ma è evidente che c’è ancora molto lavoro da fare”.
Tra le superstar di San Diego oltre a Alex Morgan ci sono anche le internazionali Hanna Lundkvist, Maria Sanchez, Mya Jones, Sofia Jakobsson.
La stagione di San Diego è iniziata a marzo con la vittoria di Challenge Cup su NJ-NY Gotham, che lo scorso anno aveva vinto il campionato. Vittoria 1-0 proprio con gol di Morgan, a un minuto dalla fine.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.