Nelle storie di femminicidio c’è da annoverare anche quella che ha avuto per vittima Agnes Jebel Tirop, primatista dei 10mila metri uccisa a coltellate dal marito che è in fuga
Agnes Tirop aveva diversi soprannomi, per gli appassionati di mezzofondo era ‘la principessa’, perché la sua corsa era elegante e suadente, quasi disinteressata alla gara. Per Michael Boating, agente che ha sotto contratto quasi tutte le stelle del mezzofondo keniota era ‘la gazzella imperiale’.
Agnes Tirop, la gazzella assassinata
L’atleta è stata rinvenuta morta ieri nella sua abitazione di Iten, nel nord ovest del Kenya, dalla polizia, allertata da alcuni vicini di casa che non la vedevano da alcune ore e che avevano sentito urla e rumore di oggetti in frantumi nel suo appartamento. Agnes, che avrebbe compiuto 26 anni il 23 ottobre, era riversa in una pozza di sangue: con la gola tagliata e diverse ferite da pugnale al petto e all’addome. Era morta da alcune ore.
Nessuna traccia del marito, Emmanuel Rotich, un altro giovanissimo atleta keniota specialista delle lunghe distanze. Su di lui ora pesa un mandato di cattura internazionale: perché gli investigatori temono che l’uomo sta cercando di rifugiarsi all’estero. Se non addirittura che sia già riuscito a passare il confine. La Polizia sta seguendo le tracce del suo telefonino da ieri: “Possiamo solo dire che gli siamo molto vicini”, ha detto un funzionario della polizia incaricato delle indagini.
La carriera di Agnes Tirop
Il primo a dare l’allarme è stato il padre dell’atleta, primatista mondiale dei 10mila su strada con 30.01”, un tempo straordinario, ottenuto solo il mese scorso in Germania. Agnes, quarta alle Olimpiadi di Tokyo nei 5mila metri, a un passo dalle medaglie, non si era presentata all’allenamento. Viveva a Iten, poco lontano dal centro di allenamento federale del Kenya che annovera alcuni tra i migliori specialisti di fondo e mezzofondo.
Agnes era un talento incredibile, che forse doveva ancora dimostrare molte delle sue qualità. Aveva iniziato da ragazzina con le discipline veloci del fondo, quelle più dure, in particolare i 1500. Poi imparando a gestirsi e allenandosi su distanze sempre più lunghe aveva si era tolta grandi soddisfazioni nei 10mila e anche nella mezza maratona. Aveva margini di miglioramento notevoli. Era in piena evoluzione.
Che cosa sia successo in quell’appartamento non si sa. La polizia parla di oggetti in frantumi, molto sangue e di un corpo ridotto in stato pietoso. Di lei ha scritto anche il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta: “Un episodio orrendo che ci priva di un’atleta meravigliosa, giovane e promettente, un simbolo per i giovani di tutto il paese. Voglio solo sperare che il suo ricordo possa essere onorato con la cattura di chi si è reso responsabile di questa morte, e con un atto di giustizia. Per quanto del tutto inadeguato di fronte a una tragedia del genere”.
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Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.