L’omicidio di Agnes Tirop ha provocato un’ondata di profondo cordoglio ed emozione in tutto il Kenya, poche ore dopo un altro femminicidio nella squadra di maratona
Ibrahim Rotich, il marito di Agnes Tirop, l’unico indagato per la morte della primatista mondiale dei 10mila metri, è stato arrestato. Domani comparirà davanti ai magistrati di Nairobi. Dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario.
L’arresto dell’assassino di Agnes
L’uomo avrebbe confessato. Gli investigatori e gli uomini della polizia keniota sono stati sulle sue tracce per quattro giorni. Dietro alla cella del suo telefonino e intercettando alcune chiamate che aveva fatto ai suoi familiari. A loro, in lacrime, aveva detto di essere in fuga, di avere fatto una cosa orrenda. Ma anziché costituirsi come gli era stato consigliato dalla madre e dal fratello, aveva raggiunto Mombasa, probabilmente per tentare una fuga all’estero via mare.
I poliziotti lo hanno fermato per strada, a bordo di un’auto. Rotich si è dato alla fuga, una lunghissima corsa folle per le strade della riviera di Mombasa prima di schiantarsi contro un camion, su un ponte. Ferito, è stato ammanettato e portato in carcere.
I finerali di Agnes
La notizia dell’arresto di Ibrahim Rotich ha rapidamente raggiunto Iten, dove erano in corso i funerali di Agnes Tirop organizzati presso il centro di eccellenza nazionale di atletica. Soddisfazione è stata espressa dai familiari della donna, assassinata con numerose coltellate alla gola e all’addome e dagli amici.
Agnes Tirop, quarta alle recenti Olimpiadi di Tokyo, probabilmente la prima donna destinata a scendere sotto il muro dei 30” nei 10mila metri su strada dopo il record registrato il mese scorso in Germania, lascia un vuoto notevole nel mondo del mezzofondo. In una settimana drammatica per tutto lo sport del Kenya.
Edith Muthono, un’altra vittima
A distanza di poche ore dalla morte di Agnes Tirop ecco la notizia di un’altra atleta. Edith Muthono, maratoneta di 27 anni in passato in forza alla nazionale, uccisa dopo una lite con il suo fidanzato da un violento colpo alla testa. L’uomo, subito arrestato e ha ammesso le sue responsabilità.
Due atlete vittime di femminicidio a distanza di poche ore l’una dall’altra. In un paese dove i casi di violenza e sopruso nei confronti di donne riguardano il 48% della popolazione femminile. E spesso sono da attribuire a familiari.
“Agnes ci chiama a un impegno formale – ha dichiarato il presidente della AK, l’associazione atletica keniota Jack Tuwei – dobbiamo fare di più non solo per le donne nello sport ma per le donne di questo paese. Troppe tragedie, troppi silenzi. Chiediamo a tutte le donne del Kenya di alzare la cortina di indifferenza e omertà e di denunciare ogni forma di violenza, personale e privata”.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.