In un calcio femminile americano orfano di Carli Lloyd, Il fenomeno Trinity Rodman è una risposta autorevole. Ecco Come cambia il calcio donne in Usa
É un momento di cambiamento per il calcio femminile americano. La mancata medaglia d’oro alle ultime Olimpiadi di Tokyo, vinta dalla Svezia, è stata un brutto colpo. Il recente scandalo delle molestie che ha travolto la federazione e la lega calcio americano di sicuro non ha aiutato.
Calcio femminile americano: la transizione
Il calcio femminile americano vanta un movimento straordinario, forte, strutturato, che si appoggia tra scuole superiori e università tra centinaia di migliaia di iscritte e affiliate con un campionato professionistico davvero straordinario. Ma quando un personaggio come Carli Lloyd dà l’addio, a 39 anni e dopo una carriera straordinaria intorno alla quale tutto il movimento ha costruito il suo successo. Ed è evidente che manchi chi possa essere pronta a raccogliere la sua eredità . Il pubblico tuttavia sembra già aver scelto la predestinata: è Trinity Rodman.
Chi è Trinity Rodman, la predestinata
Se il cognome vi dice qualcosa non c’è errore, Trinity è proprio la figlia di Dennis Rodman. É  la seconda figlia del suo terzo matrimonio. Quando Rodman si separò lei aveva solo due anni ed è cresciuta esclusivamente con la madre. Dennis Rodman, un uomo complicatissimo ma anche un grande campione NBA. Cinque titoli nazionali, hall of famer, un’autentica leggenda vestendo le divise di Detroit Pistons e Chicago Bulls con tutta una serie di eccessi molto cinematografici che lo hanno reso un personaggio straordinario e molto amato, di enorme successo.
Trinity, 19 anni, ha il DNA della fuoriclasse. É un’atleta straordinaria: veloce, coordinatissima, un senso della posizione sul campo raro e innato. Letale al tiro, geniale quando agisce in appoggio alle punte. Trinity cresce in modo esponenziale mese dopo mese.
Calcio femminile Usa: Trinity Rodman e i rapporti con il padre
Dal padre ha ereditato anche la capacità di gestire i media, cosa non facile per una ragazza così giovane. E così ha confidato di non amare il basket, di non volere in alcun modo che suo padre interferisca sulle sue scelte e di non amare le interviste in cui le chiedono più del famoso papà fuoriclasse, con il quale per altro ha avuto pochissimi rapporti, piuttosto che delle sue aspettative.
Il papà , dal canto suo, si è presentato non invitato e non annunciato alla partita tra Washington Spirit, dove gioca la figlia, e North Carolina Courage nei playoff di novembre. Era la prima volta che papà Dennis andava a vedere Trinity. I due a fine gara si sono abbracciati: e hanno chiesto alle telecamere di stare spente.
Oggi Trinity ha ottenuto la sua prima convocazione in una nazionale che riparte da zero con tante novità dopo gli scandali degli ultimi mesi. Lei, passata direttamente dalle scuole superiori alla NWSL delle professioniste senza avere mai giocato nei college, è la più giovane atleta di sempre scelta in un draft. Con la sua squadra ha vinto il titolo nazionale e lei ha alzato il trofeo di Rookie of the Year.
Trinity diventa un personaggio simbolo intorno al quale ricostruire un movimento del calcio americano alla ricerca di una nuova identità . Che dall’alto dei suoi due milioni di iscritti, e rotti, ha urgente bisogno di un una nuova stella da eleggere a proprio punto di riferimento.
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Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.