Don Matteo viene trasmessa da 16 anni, Un Medico in famiglia da 18 (sì, davvero), Squadra antimafia da 8 anni. Montalbano sembra che non ci lascerà mai. Fiction italiane: ci sarà prima o poi una fine?
Certe storie sembrano non finire mai. Letteralmente. Se il livello di una nazione si capisce anche dall’intrattenimento popolare che la tv generalista offre al proprio pubblico, il ritratto che ne esce dalla tv italiana è desolante. Un paese vecchio, nostalgico, che ripete in continuazione le stesse cose, che sperimenta poco per non dire mai. Quante stagioni del Commissario Montalbano abbiamo visto, e soprattutto quante repliche?
Mentre altrove – Stati Uniti principalmente, ma anche Regno Unito, India, Spagna – si sperimenta, si rinnova, si cambia totalmente il modo di concepire i prodotti di intrattenimento televisivo, con nuove idee, nuovi volti, nuovi medium, in Italia quando si prende il telecomando in mano si ha la sensazione di mettere in moto una macchina del tempo.
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Tralasciando il caso incredibile di Un posto al sole, più vicino alle soap opera di una volta, la cui serialità infinita era d’obbligo, pensiamo alle fiction più popolari. Don Matteo, con Terrence Hill, ha il record: va in onda dal 2000, con qualche interruzione sono finora 10 stagioni e 220 episodi (e ora ricomincia).
Un Medico in Famiglia, con Lino Banfi, va in onda addirittura dal 1998, anno della prima gloriosa stagione (52 puntate) e poi, con qualche pausa, siamo arrivati al 2016, stagione numero 10. Questo vuol dire che un bambino nato quando è andata in onda la prima puntata di Un Medico in famiglia oggi ha 16 anni, fa la terza superiore e tra due anni potrà prendere la patente!
Se la Rai, in particolare Rai 1, è nota per i prodotti confortanti e senza sorprese – sottolineiamo che si tratta comunque di due serie ben fatte, considerando il pubblico al quale sono dirette – Mediaset non è da meno. Quando trova una fiction o una serie (sono la stessa cosa, diciamolo, ma dire “serie tv” fa più figo) che ha successo di pubblico, non la molla più. I Cesaroni sono andati avanti dal 2006 al 2014, per ben 142 episodi.
Squadra Antimafia va in onda su Canale 5 dal 2009 ed è tuttora in corso. Prodotti non brutti, non scadenti – sebbene non all’altezza delle produzioni estere, ad esempio americane – ma sempre uguali a se stessi, che non smuovono di una virgola quello che è panorama televisivo italiano. E che vengono replicati, replicati, replicati.
Il mondo che viene rappresentato è poi sempre lo stesso: preti, poliziotti, medici. A proposito di Medici, tra le ventate di novità segnaliamo la nuova serie tv che andrà in onda su Rai Uno con Dustin Hoffman, I Medici – Masters of Florence, dedicata alla famiglia dei Medici. Una serie che ovviamente punta ad essere un prodotto da esportare in tutto il mondo e che sembra promettere bene.
Ma non solo grandi serie da esportazione: sono tanti, va detto, i piccoli esperimenti, le piccole serie, mini serie e via dicendo, che cercano di discostarsi dalla palude televisiva italiana. Giovani autori, giovani registi e giovani attori, con idee nuove, spesso un po’ troppo ammiccanti le popolari serie tv americane, è vero, ma che rappresentano comunque un segnale positivo. Ma sono ancora piccoli passi, troppo piccoli. Il mondo della tv italiana non sta certo vivendo una rivoluzione. Arriverà prima o poi? Le fiction italiane finiranno tutte? I protagonisti andranno in pensione?
Nell’attesa, vediamoci la trecentesima replica di Montalbano. O del Maresciallo Rocca, perché no?
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