Pensioni, dopo mesi di stallo causati dall’emergenza covid, si torna davvero a parlare di riforma delle pensioni. Il ministero del lavoro ha fissato dei tavoli di confronto con i sindacati, per approfondire l’uscita anticipata e l’aumento delle pensioni minime.
Ecco allora a che punto siamo con la riforma delle pensioni, in base alle intenzioni e alle proposte di governo e parti sociali.
Pensioni, a settembre riparte la discussione sulla riforma
Come si legge sul sito del ministero del lavoro, l’8 settembre dovrebbe ripartire la discussione per la riforma delle pensioni.
La concertazione fra i rappresentanti del ministero e i sindacati dovrebbe definire il pacchetto di interventi da inserire nella prossima legge di bilancio. Fra queste diverse misure riguardanti la pensione donne, come la proroga di opzione donna e dell’ape sociale. Ma anche altri temi come ad esempio la staffetta generazionale e il contratto di solidarietà espansiva.
Successivamente, il ministro del lavoro Nunzia Catalfo ha annunciato un nuovo incontro, in data 16 settembre 2020. In questo caso dovrebbe essere progettata la vera e propria nuova riforma del sistema pensionistico. Il tutto sulla base di una maggiore flessibilità in uscita e una pensione di garanzia per i giovani.
Quota 100 confermata fino al 2021
La volontà del governo di mantenere quota 100 fino a fine 2021, è stata ribadita di nuovo dal ministro Catalfo. Quindi lo scivolo resterà in vigore anche nel prossimo anno. Poi si interverrà con una legge delega per la revisione organica della materia.
Quale sarà il provvedimento che sostituirà quota 100 non è ancora noto. Ovviamente gli incontri dei prossimi giorni, dovranno proprio far chiarezza al riguardo. Le idee sul tavolo sono diverse e potrebbero arrivarne di nuove. Tuttavia bisognerà necessariamente tenere conto che le casse dello stato non possono permettersi ulteriore nuovo deficit. Insomma esistono dei paletti economici da rispettare.
Pensioni minime garantite e aumento pensioni
Per permettere anche ai più giovani, spesso con lavori precari, di andare in pensione con un assegno dignitoso è allo studio una pensione minima garantita. Una delle possibilità al vaglio degli esperti, è quella di garantire una pensione fra i 650 e i 780 euro al mese.
L’unico requisito richiesto per permettere a tutti di accedervi sarebbe quello di aver maturato 20 anni di contributi versati. Tuttavia per avere delle conferme bisognerà attendere necessariamente i prossimi incontri in programma.
Per quanto riguarda invece le pensioni minime di oggi, ci sono diverse proposte che spingono per un aumento. Una di queste è quella di Coldiretti Sardegna, che chiede importi minimi della pensione come quelli previsti per il reddito di cittadinanza. In altre parole di 780 euro. Vedremo se il ministro del lavoro prenderà in considerazione questa ipotesi o se deciderà diversamente.
Queste tutte le ultime notizie riguardanti le pensioni e la relativa riforma 2021, che da settembre in poi dovrebbe iniziare finalmente a prendere forma.
Vedi anche: Età pensionabile donne
Roberto D’Eugenio è nato in provincia di Teramo nel 1989. Laureato in economia e commercio presso l’Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara e redattore da diversi anni, scrive articoli di economia e attualità per Donne Sul Web