Il mercato della moda è scollegato dalla realtà: disegnano e pubblicizzano vestiti e accessori per donne e uomini giovani e perfetti, ma a comprare non sono loro. Ma ci sono milioni di donne e uomini “normali” tuttora emarginati dalla moda, nonostante le operazioni di facciata. Così facendo la moda resta indietro.
Il mondo della moda è ad un bivio, tra il vecchio e il nuovo. Ma a prescindere da questo, che comporta scarsa crescita di settore e stagnazione del mercato del lusso, ci sono degli elementi di base che purtroppo rendono ingiustizia alle donne, che in questo articolo definiremo “emarginate”.
Bisogna però capire perché questo mercato, (perché questo è la moda, ricordiamo) si orienta verso un pubblico giovanissimo escludendo di fatto chi ha il vero potere di spesa. La risposta è banale basta leggere la querelle nata tra Vogue America e le blogger o influencer, ripresa dall’autorevole testata inglese The Guardian dove punto per punto si traccia il quadro reale della verità tra interessi economici degli editori, blogger e aziende.
Una follia collettiva
Ma nel mezzo di un mondo che vive al di sopra della realtà terrena ci sono le donne normali, quelle che tutti i giorni si smazzano tra lavoro e famiglia, alle quali nessuno, tranne pochi nomi meno noti, ha mai dato un valore. Se guardiamo o leggiamo tutte le recensioni fatte nelle ultime sfilate, a parte la rielaborazione dei comunicati stampa, troviamo più che altro le cosiddette “marchette”, a caccia di pubblicità, anche se magari la collezione lascia il tempo che trova. Perché?
Ora, a parte la follia collettiva delle testate editoriali – tutte, nessuna esclusa (neanche noi) – dei quotidiani e delle agenzie di stampa italiane ed estere a caccia di un click su Google News, resta una domanda: ma in tutto questo mondo, qualcuno si è mai chiesto se l’impiegata delle poste o del ministero deve per forza vestirsi con abiti che spesso non solo rasentano il brutto ma sono vicini al ridicolo?
Ogni donna ha un suo stile e una sua vita. C’è la donna casalinga che ama la comodità ma gradisce l’eleganza anche se va a fare la spesa. La donna che della moda se ne sbatte e usa l’arma più potente, il cervello. E anche la donna che ha cervello e femminilità, a qualunque età; anzi: più si va avanti negli anni e più queste due doti naturali diventano un elemento di classe. E allora, dove va a vestirsi? Dalla sarta? Peccato che nelle grandi città questo non è sempre possibile.
Le modelle oversize sono operazioni di facciata
E poi ci sono le donne che hanno una taglia oversize di cui tanto si parla e nulla si fa. Voi avete visto una modella nelle sfilate di Milano con taglia 48/50? No, succede nelle presentazioni e basta, per questioni di politicamente corretto, ma nel concreto non cambia nulla. Sono solo operazioni di facciata, per il resto la moda va avanti come ha sempre fatto, ignorando la realtà, e per questo restando indietro e perdendo clienti.
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Il Guardian ha puntato il suo editoriale sulle donne americane non magrissime, ma anche dalle nostre parti non è che tutte abbiano la fortuna di essere magre, con coscia lunga e seno tonico. Abbiamo una buona percentuale di sesso femminile con taglie sopra la media, anche le giovani donne.
Il punto centrale che sottolinea la testata inglese nel finale dell’articolo è questo: il cieco mondo del fashion abbagliato dai social network e dai ragazzini che pubblicano tutto su Instagram, con un sano contributo delle testate editoriali, non ci rappresenta, non ha la visione della realtà, e se negli Usa perde quattrini a causa di questo, in Europa fa peggio. Italia compresa, dove la deriva e l’emarginazione delle donne non-modelle è iniziata nel 2010 quando il gruppo Miroglio, noto per la moda taglie comode, fu buttato fuori dal calendario delle sfilate. Un segnale importante.
Cosa resta per le taglie forti? Il mercato come vede queste donne che, possiamo dirlo anche senza dati alla mano, sono probabilmente la maggioranza? Tante creme, creme miracolose antirughe, integratori spesso inutili e ovviamente molte diete. Ma una domanda sorge spontanea: chi paga alla 20enne l’abito di Dior?