Lo strano caso dei reali inglesi: il principe William e sua moglie Kate Middleton. A noi italiani le loro vite sembrano interessare un sacco, forse più che agli inglesi. Perché?
Siamo ossessionati da William e Kate? Guardiamo, prendendo a caso, alcuni dei titoli solo degli ultimi giorni tratti da siti di gossip e quotidiani nazionali: Kate e William a Wimbledon: musi lunghi e pochi sorrisi, Cosa c’è nella residenza ufficiale di William e Kate , William:”Quando Kate cucina”, William e Kate, i 5 anni più belli.
Ora, in pochi giorni veniamo informati del fatto che Catherine “Kate” Middleton e suo marito William Arthur Philip Louis duca di Cambdridge, sono andati al torneo di Wimbledon ma non erano molto allegri, in casa Kate a volte cucina ma lui non sembra gradire, sappiamo ogni singolo oggetto presente in una delle loro stanze, e soprattutto che hanno passato 5 anni molto belli.
Ogni dettaglio della loro vita sembra interessare molto i siti e giornali italiani, addirittura – paradossalmente – più di quelli inglesi. Infatti, se è vero che i tabloid ne parlano praticamente ogni giorno, una parte del Regno Unito non è così ossessionata. Basta aprire ogni tanto l’autorevole quotidiano Guardian per notare che non se ne parla quasi mai, ma giusto quando è necessario, ovvero quando la notizia è effettivamente di interesse pubblico. Questo cosa vuol dire? Che gli italiani sembrano interessati a “Will e Kate” perfino più degli stessi inglesi? Forse. Ma quello che ci interessa capire è perché.
Perché agli italiani importa tanto della vita dei reali inglesi?
Inviati da Londra che parlano solo di William e Kate, servizi del telegiornale, foto gallery sui siti, nei giornali, e condivisioni frequenti su Facebook. Come mai siamo così attratti da loro? E’ davvero perché è “una favola moderna” come si dice sempre e come recita anche il film a loro dedicato? La spiegazione secondo noi è ancora più semplice.
La verità è che in Italia non ci sono personaggi pubblici di alto livello degni di interesse. Non che i reali inglesi lo siano per forza. Ma il punto è questo: l’Italia era un paese monarchico, almeno prima del 1946, e in fondo in parte lo è rimasto. Siamo attratti dagli uomini e dalle donne eccezionali che vivono vite importanti, straordinarie. Così si spiega il grande successo del gossip.
Solo che ora non abbiamo più i reali, al contrario di molti altri paesi (pensiamo, inglesi a parte, agli spagnoli, ai danesi, e via dicendo) e non abbiamo delle superstar del cinema o della musica come gli americani. O meglio: qualcuna c’è, ma senza dubbio non al livello delle grandi star americane.
Questo vuoto dunque, questa mancanza di grandi storie e grandi personaggi pubblici da seguire, anche in maniera un po’ morbosa, viene colmato perfettamente dalla vicende dei reali di un altro paese, ovvero il Regno Unito.
Anche perché seguire le vicende di, per dire, Renzi o la Boschi, o di Draghi e Marchionne, non ha grande fascino, non è suggestivo e appagante. Non come le bizzarrie e il lusso dei nobili e delle superstar. Allo stesso tempo non è così interessante seguire le vicende dei personaggi televisivi che spesso vengono dimenticati dopo qualche mese.
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L’unico che è riuscito a imporre la sua vita quotidiana agli italiani forse è Gianni Morandi, che ha grande successo su Facebook. E poi, in altro modo, il papa. Ma a parte questo non c’è nulla, in Italia, di paragonabile alle famiglie reali e alle star americane. In passato, dopo il re, ci sono state le grandi famiglie: pensiamo agli Agnelli, in qualche modo paragonabili ai reali, fino a personaggi di grande peso mediatico come Berlusconi.
Ora, non ci resta che appagare il nostro desiderio di grandi storie e grandi personaggi, di “favole moderne”, con Will e Kate, e ovviamente il piccolo George, definito da un quotidiano nazionale “il bambino più simpatico del momento”.
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