Perché lo spread è importante?
Sappiamo bene che lo spread ha scandito a partire dalla scorsa estate l’andamento della crisi finanziaria. Lo spread di cui si è tanto parlato è il differenziale tra il rendimento dei Btp decennali e i Bund tedeschi di uguale scadenza. E’ un implacabile e aggiornatissimo indicatore del rischio Paese. Alti livelli di spread indicano maggior rischio percepito, tassi di interesse più elevati per il nostro debito e quindi maggiori costi di finanziamento per il nostro paese.
Nel mese di novembre il differenziale aveva raggiunto picchi di 550 punti base (derivante dalla differenza tra un rendimento superiore al 7 per cento sui Btp italiani e un rendimento di circa 1,5 per cento sui Bund tedeschi), mentre negli ultimi giorni si è attestato attorno ai 320 punti base, il più basso dai primi di settembre, corrispondente alla differenza tra un rendimento di circa il 5 per cento per i Btp decennali e un tasso sui Bund vicino all’1,75 per cento.
Nel mese di novembre il differenziale aveva raggiunto picchi di 550 punti base (derivante dalla differenza tra un rendimento superiore al 7 per cento sui Btp italiani e un rendimento di circa 1,5 per cento sui Bund tedeschi), mentre negli ultimi giorni si è attestato attorno ai 320 punti base, il più basso dai primi di settembre, corrispondente alla differenza tra un rendimento di circa il 5 per cento per i Btp decennali e un tasso sui Bund vicino all’1,75 per cento.
Il contro-sorpasso Spagna Italia
Negli ultimi giorni, la notizia più discussa è stata il contro-sorpasso della Spagna sull’Italia. Ad inizio anno, i titoli italiani rendevano quasi due punti percentuali in più dei corrispettivi spagnoli, oggi il rendimento dei Btp è leggermente inferiore a quello dei Bonos decennali (il divario a favore dei Btp è più ampio nelle scadenze più brevi), segno di un miglioramento della credibilità del nostro paese.
Al di là della – non invidiabile – gara su chi tra Italia e Spagna ponga maggiori rischi per l’eurozona, il confronto con la Spagna è utile in quanto ci consente di guardare all’andamento dello spread, “depurato” dall’effetto della liquidità iniettata nel sistema dalla Bce tramite le due tranches della Long Term Refinancing Operation (finanziamento a tasso agevolato, con scadenza triennale a disposizione delle banche che ne fanno richiesta) che ha consentito alle banche di investire parte di questa liquidità in titoli di stato dei loro rispettivi paesi.
Dal momento che gli effetti degli interventi della Bce si possono considerare sostanzialmente equivalenti in Italia e Spagna, l’andamento dello spread permette di analizzare il giudizio dei mercati sull’operato del governo Monti nei suoi primi cento giorni.
Al di là della – non invidiabile – gara su chi tra Italia e Spagna ponga maggiori rischi per l’eurozona, il confronto con la Spagna è utile in quanto ci consente di guardare all’andamento dello spread, “depurato” dall’effetto della liquidità iniettata nel sistema dalla Bce tramite le due tranches della Long Term Refinancing Operation (finanziamento a tasso agevolato, con scadenza triennale a disposizione delle banche che ne fanno richiesta) che ha consentito alle banche di investire parte di questa liquidità in titoli di stato dei loro rispettivi paesi.
Dal momento che gli effetti degli interventi della Bce si possono considerare sostanzialmente equivalenti in Italia e Spagna, l’andamento dello spread permette di analizzare il giudizio dei mercati sull’operato del governo Monti nei suoi primi cento giorni.
L’impressione è che, nonostante l’uscita dalla crisi sia ancora lontana, l’Italia sembra aver voltato pagina: l’elevata credibilità internazionale e i primi interventi dell’attuale governo hanno contribuito a tranquillizzare i mercati. In particolare, la svolta nelle percezioni sembra essere intervenuta non tanto con il varo della manovra “salva Italia”, che ha avuto un effetto contenuto sullo spread, quanto con il decreto liberalizzazioni. Questo sembra indicare che i mercati si preoccupano soprattutto di provvedimenti capaci di stimolare la crescita della nostra economia e della capacità del governo di proseguire senza tentennamenti sulla strada delle riforme. Naturalmente c’è da aggiungere che il contro-sorpasso della Spagna è dovuto anche a “demeriti” spagnoli, poiché il governo Rajoy ha annunciato proprio nel giorno della firma del “Fiscal Compact”, il patto di bilancio europeo, di dover rivedere le sue stime sul rapporto deficit/pil a 5,8 per cento, 1,4 per cento in più rispetto al livello concordato con le autorità europee.
Durerà ?
Durerà ?
E’ difficile fare previsioni sul futuro in una situazione delicata come quella attuale. La fiducia è difficile da guadagnare, ma facile da perdere. Per mantenere lo spread a livelli bassi o anche inferiori a quelli di oggi, il governo dovrà continuare con la strategia del rigore e nello stesso tempo varare misure a favore della crescita, a partire dalla riforma del mercato del lavoro essenziale per restituire competitività al sistema Italia. Con la riforma delle pensioni, le liberalizzazioni e il programma di un’ambiziosa riforma del mercato del lavoro, l’Italia sembra non essere più disarmata di fronte alla crisi; viceversa la Spagna, sembra ancora non avere i propri conti sotto controllo. E i mercati lo capiscono.
Vedi anche: Insider trading significato e spiegazione