Torna la propensione al risparmio degli Italiani. Il bene rifugio casa viene lasciato in disparte e si punta sui fondi comuni.
Ad essere sinceri, possiamo dire che un po’ tutti lo avevamo notato. Ogni volta che aprivamo il nostro portafoglio, ci appariva sempre più solo e sconsolato.
A consolarci, però, adesso arriva l’Istat, portandoci un bricciolo di ottimismo per il futuro. Il potere d’acquisto delle famiglie, tenendo conto dell’inflazione, è sempre in calo (dell’1,1%), ma ci sono segnali di ripresa, seppur lievi, rispetto al 2012. Il dato, comunque, che sembra dare un po’ di sollievo è quello relativo ai risparmi. Secondo l’Istat, nel 2013 le famiglie hanno cominciato a mettere via i soldi. Nel 2013 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,8%, registrando un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Nel quarto trimestre del 2013, al netto della stagionalità, è stata pari al 10,2%, sostanzialmente invariata rispetto al trimestre precedente (+0,1 punti percentuali) ma in significativo aumento (+1,7 punti percentuali) rispetto al corrispondente trimestre del 2012.
Ma dove mettono i propri risparmi gli Italiani? Secondo Assogestioni a febbraio i fondi comuni e le gestioni di portafoglio l’avrebbero fatta da padroni. Queste due soluzioni d’investimento hanno segnato un nuovo record per la raccolta dell’industria con flussi che sfiorano i 12 miliardi di euro.
Parlando di numeri, i fondi comuni hanno raccolto 6,4 miliardi di euro. A guidare la classifica delle preferenze dei risparmiatori ci sono i prodotti flessibili (4,3mld), gli obbligazionari (+1,6mld), gli azionari (+1,1mld) e i bilanciati (+205mln).
I fondi di diritto estero a febbraio hanno raccolto di 4,5 miliardi. Ai prodotti domestici vanno invece 1,9 miliardi di euro.
Nell’ambito delle gestioni di portafoglio (+5,4mld) i mandati istituzionali raccolgono 4,8 miliardi di euro. I restanti 500 milioni confluiscono nelle casse delle gestioni retail.
Si investe negli immobili? Il bene rifugio degli Italiani sembra non brillare più. E’ vero, qualche cosa all’orizzonte si muove, ma i numeri sono sempre preceduti da un segno meno. Nel terzo trimestre del 2013 – secondo i dati Istat – si attenua ancora il calo delle convenzioni di compravendita di unità immobiliari (-4,8% rispetto allo stesso periodo del 2012) .
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Il 93,4% delle convenzioni (120.120) ha riguardato immobili ad uso abitazione ed accessori, il 5,9% unità immobiliari ad uso economico (7.606) e lo 0,7% compravendite di immobili ad uso speciale.
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