Meglio chiedere il bonus asilo nido, il contributo asilo nido o la detrazione al 19%? Non fate confusione tra le diverse misure, una guida semplice
In questi giorni c’è parecchia confusione su tre misure di sostegno che riguardano le madri con figli nella fascia 0-3: bonus baby sitter, bonus asilo nido e defiscalizzazione delle spese delle rette dei nidi e della materna al 19%.
Ha contribuito alla confusione anche una polemica politica che un po’ mira alla speculazione elettorale. Quindi cerchiamo di capire, semplicemente, le differenze tra queste tre tipologie di sostegni e quale è meglio richiedere.
Bonus asili nido
90,91 euro al mese per 11 mesi, quindi un massimo di 1000 euro all’anno concessi a chi ha materialmente sostenuto la spesa della retta dell’asilo nido, a parziale copertura della stessa. Il bonus non è cumulabile con la detrazione al 19% e il bonus baby sitter (vedi dopo), inoltre ha un tetto massimo nazionale di 144 milioni di euro: in sostanza chi prima lo chiede è sicuro di ottenerlo, quindi occorre fare la domanda il prima possibile.
Bonus baby sitter o contributo asili nido
Riservato non a tutti ma solo alle madri lavoratrici che, finito il congedo di maternità , entro i successivi 11 mesi possono chiedere questo aiuto per un massimo di 6 mesi (quindi a durata limitata, non per tutto il periodo del nido). Un sostegno aperto alle dipendenti e alle autonome; un massimo di 600 euro al mese con cui si possono pagare servizi di baby sitting tramite dei buoni lavoro (i vecchi voucher) oppure usare i soldi per il saldo del nido.
In totale si possono quindi avere 3600 euro per pagare il nido o l’assistenza domestica nel momento in cui si torna al lavoro. Tale sostegno non è cumulabile non solo con i bonus asilo nido e la detrazione (vedi paragrafo successivo) ma anche con i congedi parentali.
Le lavoratrici autonome ottengono il contributo per un massimo di 3 mesi, quelle con part time proporzionalmente alle loro ore di lavoro secondo tabellare di legge.
Vedi anche: tutti i bonus bebè e famiglia 2017.
Detrazione al 19%
Le spese per l’asilo nido possono, all’atto della dichiarazione dei redditi, essere portare in detrazione al 19%, con un massimale annuo di 632 euro a figlio. Questa misura è applicabile da chiunque faccia dichiarazione dei redditi.
Cosa è meglio fare?
Una premessa: dato che il voucher asili nido e baby sitter è riservato alle mamme lavoratrici mentre il bonus asilo nido a tutti già abbiamo un primo filtro. Se si tornerà al lavoro conviene cercare di chiedere il voucher per la baby sitter e il pagamento della retta, sfruttando i 6 mesi che garantisce lo stato al termine del periodo di maternità . Dopo questi sei mesi conviene chiedere il bonus bebè da 91 euro al mese che coprirà il restate periodo di scuola materna, seppur con importi inferiori. Se invece non si torna al lavoro entro 11 mesi dalla fine della maternità obbligatoria o non si lavora proprio conviene – ovviamente – chiedere fin dall’inizio il bonus asilo nido.
La detrazione la potrete chiedere in ogni caso se non avete i titoli per accedere ai due suddetti bonus.
Quindi non facciamo confusione:
- il voucher per baby sitter e asilo nido hanno durata solo semestrale (trimestrale per le lavoratrici autonome) e in qualche modo sono pensati per facilitare il reinserimento lavorativo: ecco perché sono riservati esclusivamente a chi lavora;
- il bonus asilo nido invece è a semplice copertura della spesa della retta e, salvo cambiamenti legislativi futuri, ha un arco temporale molto più lungo, andando a coprire tutti e tre gli anni del nido per 11 mensilità all’anno (quelle di frequenza del nido stesso).
Vedi anche: 44 bonus in Italia. Ecco la guida completa