Un nuovo monito, nell’ultima celebrazione del suo pontificato, è stato lanciato ieri da Benedetto XVIesimo, contro le divisioni e le rivalità all’interno della Chiesa.

E la forza di questo messaggio la dice lunga su quali possono essere stati i motivi che lo hanno portato a il papa a dimettersi.
Nella celebrazione dedicata al mercoledì delle Ceneri che ha coinciso con la sua ultima messa pubblica, Benedetto XVIesimo ha esplicitamente accusato il corpo ecclesiale di “individualismi e rivalità” che vanno superati perchè ciò rappresenta un “segno umile e prezioso per coloro che sono lontani dalla fede o indifferenti”.
A rafforzare il suo monito, il pontefice, ha chiesto anche la intercessione di San Pietro “per il cammino della Chiesa in questo particolare momento” che ha ribadito, risuona con la stessa urgenza” dei tempi in cui san Paolo si rivolgeva alla comunità di Corinto, “una urgenza che non ammette assenze o inerzie”.
Il Papa ha poi sottolineato che “il vero discepolo non serve se stesso o il ‘pubblico’, ma il suo Signore”; “l’autenticità di ogni gesto religioso” “è il vero rapporto con Dio”; “la nostra testimonianza – ha anche detto – sarà sempre più incisiva quanto meno cercheremo la nostra gloria e saremo consapevoli che la ricompensa del giusto é Dio”. Al termine dell’omelia, c’è stata l’imposizione delle ceneri.
L’occasione è stata anche la possibilità per salutare e ringraziare tutti, in modo particolare i fedeli della diocesi di Roma, di cui il Papa è il Vescovo.
Grida di “Viva il Papa” e applausi scroscianti, pianti e canti, hanno accompagnato tutta la funzione.
E la forza di questo messaggio la dice lunga su quali possono essere stati i motivi che lo hanno portato a il papa a dimettersi.
Nella celebrazione dedicata al mercoledì delle Ceneri che ha coinciso con la sua ultima messa pubblica, Benedetto XVIesimo ha esplicitamente accusato il corpo ecclesiale di “individualismi e rivalità” che vanno superati perchè ciò rappresenta un “segno umile e prezioso per coloro che sono lontani dalla fede o indifferenti”.
A rafforzare il suo monito, il pontefice, ha chiesto anche la intercessione di San Pietro “per il cammino della Chiesa in questo particolare momento” che ha ribadito, risuona con la stessa urgenza” dei tempi in cui san Paolo si rivolgeva alla comunità di Corinto, “una urgenza che non ammette assenze o inerzie”.
Il Papa ha poi sottolineato che “il vero discepolo non serve se stesso o il ‘pubblico’, ma il suo Signore”; “l’autenticità di ogni gesto religioso” “è il vero rapporto con Dio”; “la nostra testimonianza – ha anche detto – sarà sempre più incisiva quanto meno cercheremo la nostra gloria e saremo consapevoli che la ricompensa del giusto é Dio”. Al termine dell’omelia, c’è stata l’imposizione delle ceneri.
L’occasione è stata anche la possibilità per salutare e ringraziare tutti, in modo particolare i fedeli della diocesi di Roma, di cui il Papa è il Vescovo.
Grida di “Viva il Papa” e applausi scroscianti, pianti e canti, hanno accompagnato tutta la funzione.
Vedi anche. Perchè il papa si è dimesso