La verità sulla fast fashion. Si producono e si comprano sempre più vestiti che costano sempre meno e che usiamo sempre meno. Ma dietro questi capi c’è lo sfruttamento di bambini e lavoratori adulti e un impatto negativo sul pianeta. A Milano un’installazione svela la verità sull’industria dell’abbigliamento.
Capi che vengono indossati 7 o 8 volte e poi scartati, bambini che lavorano 12 ore al giorno per produrli, adulti con paghe sotto i 200 dollari mensili e 33,4kg di CO2 per produrre un paio di jeans. Questi sono solo alcuni dei dati sconvolgenti su quella che viene definita la “fast fashion” ma che riguarda di fatto grande parte della moda accessibile alle tasche di tutti. Quella che compriamo perché costa poco e perché segue le tendenze stagionali.
La produzione dei vestiti raddoppia, ma la durata dei singoli capi diminuisce
Ma quando paghiamo pochi euro un capo d’abbigliamento sappiamo cosa c’è dietro? Sappiamo quali sono i veri costi, umani, sociali e ambientali? Negli ultimi 15 anni questa industria è cresciuta vertiginosamente in tutto il mondo. La produzione dei vestiti è quasi raddoppiata, ma la durata dei singoli capi si è ridotta. In pratica compriamo sempre più vestiti, che costano sempre meno, e che usiamo sempre meno, per poi comprarne altri.
Questa è la fast fashion: un’offerta continua di nuovi vestiti da sostituire con i precedenti, e a prezzi bassi, anzi, bassissimi. Questo circolo per niente virtuoso ovviamente ha un impatto sociale e ambientale che l’acquirente dovrebbe conoscere. Ma non è sempre così.
La slow fashion contro la fast fashion
Già qualche anno fa il bellissimo documentario “The True Cost” (il vero costo, appunto) raccontava questi aspetti spesso taciuti dell’industria dell’abbigliamento – scarpe e accessori compresi – contrapponendo alla “fast fashion” la slow fashion, capi magari leggermente più costosi ma che tengano conto di alcuni principi, ad esempio dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, della qualità dei materiali e del minor impatto sull’ambiente. Insomma, la moda sostenibile.
Passano gli anni e la consapevolezza di una parte dei consumatori è aumentata, ma mai abbastanza. Ecco perché iniziative come quella di THE FASHION EXPERIENCE si dimostrano più che mai necessarie.
Si tratta di un’installazione multimediale a ingresso libero visitabile dal 21 al 30 giugno 2019 in Piazza XXIV Maggio a Milano.
Secondo l’organizzazione si tratta di “un’occasione per sperimentare le conseguenze che la fast fashion esercita sull’ambiente, per sensibilizzare i consumatori ad un acquisto più consapevole e promuovere modelli positivi d’impresa”.
La domanda di partenza è appunto: sappiamo cosa c’è dietro i jeans che indossiamo? Sappiamo quali sono i veri costi?
Quanto costano davvero i jeans che indossiamo?
Si parla di jeans perché è uno dei capi più diffusi, ma il ragionamento vale per ogni altro capo d’abbigliamento. Se parliamo di impatto ambientale, i numeri sono impressionati. Un singolo paio di jeans comporta l’utilizzo di 3.800 litri d’acqua, 12 m2 di terreno e fronte di un’emissione di 33,4 kg di CO2.
Questo per un paio di jeans. Se poi consideriamo che ogni anno nel mondo vengono prodotti 3 miliardi e mezzo di jeans, iniziamo a farci un’idea sul reale impatto su scala globale. Significa 6650 jeans prodotti al minuto, ogni minuto, ogni giorno.
Se poi passiamo a quello che possiamo definire l’impatto sociale, l’industria della moda e dell’abbigliamento è una di quelle più a rischio di schiavitù.
Secondo le stime ci sono 152 milioni di bambini costretti a lavorare. E sono utilizzati in tutta la filiera dell’abbigliamento: dalla raccolta nei campi fino alle fabbriche, per lavori spesso pericolosi, con turni fino a 12 ore al giorno e – se e quando diventeranno adulti – per un paga media inferiore ai 200 dollari.
Tutte queste sono informazioni che l’acquirente dovrebbe avere in mente quando compra l’ennesimo paio di jeans a basso costo. Ma ovviamente la soluzione non può essere delegata alla sola responsabilità del consumatore: sta alle imprese adeguarsi a principi etici e agli Stati promuovere politiche che incentivino modelli virtuosi di impresa.
Vedi anche: Ecco perché il mercato della moda sta sbagliando tutto
THE FASHION EXPERIENCE è visitabile gratuitamente dal 21 al 30 giugno 2019 in Piazza XXIV Maggio a Milano. Per info manitese.it
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