A sorpresa arriva l’ultima dichiarazione di Silvio Berlusconi. Dopo il suo annuncio di ricandidatura alle prossime elezioni il Cavaliere dichiara che, in caso di una candidatura da parte di Mario Monti, farà un passo indietro.
In occasione della presentazione del libro di Bruno Vespa a cui Berlusconi presente, l’ex premier dichiara che un suo passo indietro o, eventuale, passo in avanti dipende tutto da come si svilupperanno i vari fatti, se Monti, come invocato da Pier Ferdinando Casini, leader di Udc, Gianfranco Fini, presidente della Camera e leader di Fli, e, da poco, anche di Luca Cordero di Montezemolo, leader del movimento Verso la terza Repubblica, l’attuale premier sarebbe il leader dei moderati, tra cui ci sarebbe anche il Pdl.
Di conseguenza Berlusconi potrebbe optare per un programma comune in cui il partito abbia una forte influenza e quindi fare un passo indietro, oppure proseguire per la sua strada come ha fatto finora dopo la sfiducia al governo tecnico guidato dallo stesso Monti.
Il Cavaliere cerca di analizzare un pò tutta la situazione politica dal 2008 in poi, ovvero dalla sua scorsa elezione, l’ultima, almeno per ora: infatti, dopo il governo Berlusconi in cui Pier Ferdinando Casini si era collocato nell’area dei moderati, ne è uscito collocandosi al centro e, da quel che pare in questi ultimi periodi, avvicinandosi in qualche modo alla sinistra, verso il Partito Democratico con il suo segretario Pier Luigi Bersani. Ma Berlusconi auspica che, in caso di una candidatura di Monti, i moderati, insieme a Casini, vadano tutti in un unica coalizione politica, altrimenti, se così non fosse, la sinistra diventerebbe maggioranza in Parlamento, cosa che non ci si può permettere per ora.
L’ex presidente ha ribadito che questo progetto non è frutto di un pensiero irrazionale e tutti questi passi avanti ed indietro hanno sempre un fine ed una coerenza tra loro, infatti il progetto a cui Berlusconi punta è sempre lo stesso, da quando è sceso in campo fin dal 1994, ovvero mantenere unita una coalizione di moderati che riesca a mantenere lontana da Palazzo Chigi e, di conseguenza, tolga l’Italia dalle mani della sinistra, rappresentata, in queste elezioni, dal Pd con Pier Luigi Bersani, da Sel, con Nichi Vendola, e da vari movimenti interni ai partiti come quello di Matteo Renzi, i cosiddetti “rottamatori”. A questi si potrebbe unire inoltre l’Udc, che, di fatto, volterebbe definitivamente le spalle al Pdl.
Berlusconi inoltre ribadisce quanto la sua candidatura a presidente del Consiglio, l’ennesima, sia difficile per lui che vorrebbe avere del tempo per riposarsi dopo aver dato all’Italia tanto, ma, continua, è proprio per il suo paese, l’Italia, che ritorna in campo per una nuova era di riforme che, in qualche modo, si distacchi da quelle fatte finora dal premier Mario Monti.
Ma, alla fine, anche lo stesso Berlusconi reputa questo scenario abbastanza inverosimile ed improbabile: Monti si era presentato come un uomo super partes che agiva al di sopra di ogni partito politico, di conseguenza non potrebbe, almeno ideologicamente, proporsi come candidato di una certa forza politica. Inoltre, continua il Cavaliere, è stato lo stesso premier Monti a confermare a Berlusconi che non era sua intenzione candidarsi a capo di una forza politica alle elezioni per tornare a Palazzo Chigi.
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