Le mucche muggiscono, certamente. Ma ogni muu è una parola, una frase che ora la scienza ha iniziato a decodificare. E il mucchese così ha meno segreti
Le mucche fanno mu. I cani bau, i gatti miao: sono quelle cose che ci divertiamo ad imparare da bambini. Ma il verso delle mucche non è un suono insensato, è una vera e propria lingua che ora la scienza ha imparato a conoscere meglio e iniziato a “decodificare”.
Un lungo lavoro di analisi… muesca
Una ricerca condotta in Gran Bretagna all’interno dell’ateneo di Nottingham ha permesso di comprendere che esistono due versi specifici quando mamma mucca parla con in suo vitello a seconda della reciproca distanza.
Inoltre un altro verso particolare viene emesso dal vitellino quando “ha fame”, cioè quando deve iniziare a preallertare la madre per l’imminente suzione.
Un’attento studio condotto per quasi un anno all’interno di una fattoria nel Nottinghamshire ha permesso di separare i vari muggiti per intensità e lunghezza e frequenza. E i risultati sono sorprendenti perché ci fanno capire come quello che ritenevamo un semplice verso è in realtà qualcosa di molto più strutturato.
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Versi più acuti o bassi a seconda della distanza del vitello
L’emissione di un verso acuto e di volume molto intenso è sempre associato alla perdita di contatto visivo tra madre e vitello. Il muggito diventa quindi un legame sonoro che resta attivato tra madre e piccolo e un modo per richiamare vicino chi si era avventurato troppo lontano dalla protezione materna.
All’opposto un muggito di tonalità bassa corrisponde ad una sorta di “tutto va bene”, quindi è emesso quando il vitello è nelle immediate vicinanze.
Versi individualizzati per ogni vitellino
Ma la scoperta più stupefacente fatta dal team della dottoressa Monica Padilla de la Torre è quella relativa al fatto che le “chiamate”, i versi di richiamo che vengono indirizzati dalla madri ai figli, sono del tutto personali, specifici. In sostanza il muu che emette la madre al suo vitello è unico per il proprio singolo vitello. Come se la mucca “chiamasse per nome” il figlio.
Tradotto: un vitello riconosce sempre il muggito della madre così come anche la madre è in grado di riconoscere il muggito specifico del figlio.
Le scoperte usate per migliorare le fattorie
Il co-autore dello studio, Alan McElligott della Queen Mary University di Londra ha anche spiegato che la grande mole di registrazioni potrà essere ulteriormente studiata per riconoscere la meglio i segnali di disagio o pericolo o stress che lanciano le mucche.
E di conseguenza mutare il sistema produttivo, la struttura delle fattorie e l’intervento umano per rendere migliori le condizioni di vita degli animali ma, in prospettiva, anche più efficiente la produzione.
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