Massimo Ricci, tecnico del Ravenna Women, ha parlato ai microfoni di DonneSulWeb. La nostra intervista all’allenatore in vista della prossima Serie B femminile.
Massimo Ricci si presenterà ai nastri di partenza della prossima Serie B femminile con il suo Ravenna Women: la formazione romagnola, dopo aver terminato lo scorso campionato con una tranquilla salvezza, ha intenzione di migliorarsi e la profonda rivoluzione della squadra (tante le giocatrici andate e arrivate) ne è la dimostrazione.
In attesa dell’inizio della prossima stagione abbiamo dunque deciso di scambiare due chiacchiere con lui. Di seguito dunque l’intervista concessa dal tecnico a DonneSulWeb.
Mister Ricci, ci racconta un po’ la sua storia nel calcio femminile?
«La mia storia comincia dodici anni fa quando un caro amico che lavorava già da tempo nel calcio femminile, Jacopo Leandri, mi chiese di fargli da secondo. Ho approcciato questo mondo con curiosità e con un entusiasmo che che spero sempre di trasmettere alle mie giocatrici. Da lì è cominciato un percorso che alla fine mi ha portato al San Zaccaria, “antenato” dell’attuale Ravenna Women».
Cos’ha trovato in questo ambiente? Che differenze ci sono rispetto al calcio maschile?
«Il calcio femminile mi ha subito affascinato. La prima cosa che ho notato, come capita a molti, è l’abnegazione che ci mettono queste ragazze. Parlando delle differenze, serve invece certamente una diversa sensibilità ».
Cosa vuol dire per lei il progetto Ravenna Women?
«Quando sono arrivato ho subito avvertito un ottimo feeling con il presidente Gasperoni e due anni fa abbiamo iniziato a “costruire” il settore giovanile e a dare a grandi linee delle indicazioni per la prima squadra. Spero che riusciremo a seguire questo progetto e a raggiungere gli obiettivi prefissati senza grossi intoppi, anche se è normale che qualche ostacolo ci sia».
La scorsa stagione è stata piuttosto tranquilla, quest’anno cosa ci dobbiamo aspettare da un Ravenna apparso anche piuttosto attivo sul mercato?
«Ci affacciamo a questa nuova stagione con grande entusiasmo e con una squadra profondamente rinnovata. Ho visto tante giocatrici e soprattutto tante giovani interessanti, quindi sono molto curioso di vederle in una partita vera. Sicuramente l’obiettivo è valorizzare le ragazze che giocano qui, cercando ovviamente di raggiungere una salvezza tranquilla e magari anche qualcosa di più. Il campionato si è alzato di livello, ma bisogna sempre cercare di migliorarsi».
Il professionismo in Serie A sta portando diverse giocatrici in cadetteria: si prospetta un campionato di alto livello…
«Vero, e credo che questa sia un’arma a doppio taglio per le ragazze. Guardando al lato positivo, le calciatrici che fanno una buona annata in Serie B hanno maggiori speranze di tornare in Serie A per giocare, il che potrebbe essere una bella motivazione per loro. D’altro canto c’è però la possibilità che qualcuno sottovaluti la Serie B, rendendo quindi al di sotto delle aspettative».
L’attenzione e la copertura mediatica verso il calcio femminile sono cresciute tantissimo negli ultimi anni, ma cosa può fare un Media come per esempio DonneSulWeb per aiutare ancora di più il movimento?
«Io credo che per dare entusiasmo serva entusiasmo, ma penso soprattutto organizzazione. È necessaria un struttura, la Serie B su Eleven Sports per esempio, nel nostro piccolo, ci ha portato molte visualizzazioni: parliamo magari di un migliaio di curiosi a partita che vedendo le gare potrebbero essersi avvicinati al calcio femminile. Anche solo un bravo fotografo, visto il potere mediatico delle immagini, è importante. Al giorno d’oggi poi pure i social vanno curati, e questo discorso vale sia per le squadre che per le giocatrici. I media saranno sempre più fondamentali, che piaccia o no».
Veronese, classe ’92, laureato in Editoria e Giornalismo presso l’Università degli Studi di Verona e iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 2019. Da sempre appassionato di calcio, ho iniziato a scrivere per il quotidiano L’Arena per poi proseguire online. Seguo questo magnifico sport in tutte le sue sfaccettature, si tratti di maschile o femminile, prime squadre o giovanili, grandi squadre o piccole realtà locali.