Nicoletta Mazza, allenatrice del Cortefranca, spiega il prossimo campionato di Serie B femminile e come cresce il calcio donne in Lombardia. Intervista
Per allenare servono indubbiamente delle qualità e, in questo, il calcio femminile non fa differenza rispetto al maschile. Per questo, nonostante l’ancor giovane età, Nicoletta Mazza si appresta ad iniziare la seconda stagione al timone del Cortefranca, club che sarà ai nastri di partenza del prossimo campionato di Serie B Donne.
Ex calciatrice, per diversi anni Mazza ha militato come difensore centrale nel Franciacorta e, parallelamente, si è dedicata allo studio in scienze motorie e iniziando ad allenare nelle categorie giovanili. Poi lo step successivo è stato quello di guidare la Primavera del Mozzanica e, successivamente, entrare nello staff del Cortefranca in Serie C. Infine, nello scorso settembre, a pochi giorni dal via del campionato di Serie B viene promossa allenatrice della prima squadra. Noi di Donnesulweb l’abbiamo intervistata.
Lei è subentrata all’allenatore che ha portato il club in Serie B. Quali sono state le sue emozioni?
“Non me l’aspettavo perché ero convintissima che la stagione sarebbe iniziata con Salterio (il tecnico che ha conquistato la promozione in Serie B, ndr) e quell’estate ero titubante perché non ero convinta di voler ripetere un altro anno da secondo allenatore. Poi comunque ho ragionato sul fatto che fare la Serie B sarebbe stata una buona occasione e ho deciso di continuare. Poi però è successo che la società e Salterio hanno avuto delle discordanze e le loro strade si sono divise a quattro giorni dall’inizio del campionato e poco dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia. Mi sono trovata in un ruolo cui comunque ambivo, ma forse non in quel momento e in quell’ambiente dal momento che lo conoscevo troppo bene e molte ragazze sono amiche. Poi non avevamo fatto acquisti di categoria, eravamo usciti malamente dalla Coppa Italia e le prospettive erano piuttosto grigie”.
Ma invece le cose sono andate diversamente.
“Dopo un mese e mezzo di importante fatica, abbiamo iniziato a trovare ritmo e geometrie. C’è stato un lavoro incredibile, ho chiesto alle ragazze di sacrificarsi, perché dovevamo colmare il gap che ci separava dalle avversarie e con il passare tempo ci siamo sistemate. Poi siamo cresciute e la squadra andava come se fosse lì da sempre. Non è un caso se per lunghi tratti della stagione abbiamo mantenuto un’ottima posizione in classifica. In allenamento si vedeva esattamente quello che poi si vedeva in campo la domenica, con la regola non scritta del vincere aiuta a vincere. A 45 minuti dalla fine avevamo pugno in terzo posto”.
Senza dimenticare che avete dovuto fare a meno di una giocatrice come Scarpellini.
“Pensavamo di riuscire a recuperarla un po’ prima e non averla ci ha causato qualche problemino perché sappiamo quello che ha fatto nella stagione precedente. Ha trascinato la squadra e ritrovarla è stato un buon respirare. Ora si sta allenando tanto, l’abbiamo ritrovata e sta bene”.
Cosa ci dobbiamo aspettare quest’anno dal Cortefranca?
“Stiamo facendo un calciomercato importante, dobbiamo aspettare ancora a definire qualche acquisto, ma finché non firmano, non facciamo nomi. Abbiamo creato una squadra di livello e sono molto contenta di questo. Voglio una squadra in grado di fare tanti gol, ma che ne prenda meno. Fissare una posizione di classifica come obiettivo è complicato visto che la prossima B sarà di livello con le retrocessioni di Lazio, Napoli e Verona”.
Oltretutto si passa da 14 a 16 squadre.
“Sarà un campionato decisamente competitivo, ma è meglio e mi entusiasma di più. Non so quante straniere arriveranno, ma sono sicura che tante giocatrici che erano in A, arriveranno in B per il semplice fatto che con l’avvento del professionismo molte squadre accantoneranno almeno momentaneamente alcune giocatrici. Senza dimenticare che avendo ridotto la Serie A a 10 squadre, ci saranno anche una quarantina di giocatrici in meno che dovranno cercare spazio altrove”.
Brescia è una provincia storica per il calcio femminile. Oltre a voi ci sono appunto il Brescia ma anche il Lumezzane. La vicinanza di questi club è un vantaggio o uno svantaggio?
“La cosa importante è che restino di livelli diversi. Fossimo tre club in B sarebbe un problema perché ci ruberemmo giocatrici. Così invece diventiamo un riferimento anche per altre zone. Non so quante province in Italia possiedano tre realtà di questo livello. Inoltre siamo facilmente raggiungibili anche da Bergamo e Milano”.
E per il movimento del calcio femminile può essere importante avere tre realtà vicine?
“Indubbiamente aiuta lo sviluppo del vivaio e alza il numero di tesserate del territorio. Inoltre permette ai club di costruire delle vere società con un proprio bacino e con una filiera ideale”.
La svolta con il professionismo servirà ad alzare il livello della massima serie?
“Il livello si alzerà di molto. Se vuoi spendere soldi, lo fai per qualcuno di forte. Se decido di investire, lo faccio con chi mi dà sicurezza. Ci sarà una selezione importante, credo si amplierà il divario fra un club di A e uno B. A mio avviso diventerà ancor più marcato rispetto a quello del maschile”.
Quali saranno le possibili difficoltà che affronterà una squadra che sarà promossa dalla B?
“Devi avere una società alle spalle che sia pronta a investire parecchi soldi. Con la Serie A entrano dei denari importanti, ma non sono sufficienti per fare cose di rilievo. Inoltre devi avere un centro sportivo che ti sostenga e le persone giuste che sappiamo muoversi. Altrimenti il rischio di autodistruggersi è dietro l’angolo”.
Ora ci sono gli Europei, con ragazze che sicuramente conosce. Cosa si aspetta dal gruppo di Bertolini?
“E’ un gruppo affiatato, conosco Bertolini, ha qualità importanti. Non mi aspetto nulla, ma spero riescano ad esprimere il massimo. Vorrei vedere un’Italia che gioca bene, poi se le altre si dimostreranno più forti, pazienza. Questo Europeo deve essere uno spot per il campionato. Forse addirittura hanno troppa pressione, ma chi non vorrebbe vivere una situazione del genere?”.
Bergamasco, classe 1984, iscritto all’Albo dei Pubblicisti dal 2018, ma sul campo dal 2003. Ha lavorato per Il Nuovo Giornale di Bergamo. Dal 2018 collaboratore di Tuttosport.