Seconda vittoria consecutiva al Tour de France per il 22enne sloveno Pogacar che si dimostra un ciclista destinato a dominare la scena per molti anni
Lo sguardo sornione e furbetto, con il ciuffo ribelle che scappa dal casco, tradisce i suoi giovanissimi 22 anni. Ma Tadej Pogacar in bicicletta unisce un talento straordinario, l’ambizione insaziabile di chi vuole vincere tutto e l’istinto dei veri fuoriclasse: ponendolo sullo stesso piano dei veterani.
Tour de France, chi è Tadej Pogacar
Ventidue anni, tesserato per la ricchissima super-squadra Emirates che gli ha costruito intorno uno staff di prim’ordine, Pogacar conquista così il suo secondo Tour de France consecutivo. Per vedere un dominio del genere bisogna tornare al lungo periodo condizionato dalle vittorie di Lance Armstrong di cui i francesi parlano mal volentieri: visto che tutte le vittorie del texano, dal 1999 al 2006, sono state cancellate dopo lo scandalo che ha rivelato l’uso costante, continuo e sistematico di doping da parte dell’americano: il cosidetto “program” che poi è diventato biografia e narrativa cinenatografica.
Pogacar, allenato dai migliori, circondato dai migliori e protetto da una squadra pronta ad ammazzarsi di fatica per lui ha dimostrato di essere il più forte e senza alcuna discussione.
Il Tour di Pogacar
Se molti pensavano che il Tour del 2020 fosse una sorta di eccezione, favorita dalla pandemia e da una corsa ridotta in termine di chilometri, difficoltà e percorsi a causa del Covid, oggi i dubbi vengono spazzati via da una prestazione impressionante, da alieno.
Pogacar conquista tre tappe. La cronometro che di fatto lo mette sulla rampa per conquistare la maglia gialla che non mollerà più conservandola dall’ottava alla 19esima tappa. I suoi capolavori sulle Alpi, dove si limita a controllare i timidi tentativi di attacco dei suoi avversari, e i Pirenei dove si difende attaccando e conquistando le due tappe più dure, quella del Col de Portet e quella del Tourmalet. Al secondo posto il danese Vingegaard a più di cinque minuti. Poi l’ecuadoregno Caraopaz, con oltre sette minuti di ritardo. Pogacar porta a casa tre classifiche individuali: quella generale oltre a quella degli scalatori e del miglior giovane.
Il miglior italiano è Mattia Cattaneo, dodicesimo con 24.58” di ritardo.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.