La nazionale azzurra femminile ha appena vinto con Galles e Scozia nel 6 nazioni 2014. Ma il rugby non era uno sport maschio?
Nel torneo rugbystico piรน importante per noi europei, il 6 Nazioni, la rappresentativa maschile ha esordito con tre sconfitte, mentre le ragazze hanno vinto in Galles, in uno dei campi piรน difficili, e in casa contro la Scozia con un rotondo 45 a 5, risultato che le tiene pienamente in corsa anche per la vittoria finale. Lโanno scorso sono andate ad un passo dal vincere tre partite, cosa mai successa nemmeno ai colleghi maschi. Eppure mentre i riflettori sugli uomini sono accesi tutto lโanno, gossip compreso, si stenta ancora ad accorgersi delle nostre azzurre e del campionato femminile che in Italia cโรจ da trentโanni con squadre dalla buona tradizione e club attualmente di ottimo livello a Treviso, Riviera del Brenta, Monza, Colorno, Padova.
La nazionale dal 2007 gioca il 6 nazioni al posto della Spagna, ha partecipato a 3 edizioni dei mondiali, il movimento รจ in crescita anche se la strada per arrivare alle tesserate che ci sono in Inghilterra (ma anche in Francia) rimane molto lunga. Lโambiente femminile รจ rimasto estremamente genuino e verace: se volete averne una prova fate un salto allโultima partita in casa del 6 nazioni a Rovato (BS) il 16 marzo (ore 15, avversario lโInghilterra).
Il rugby, dunque, non รจ uno sport maschio. Se pensate a muscoli e violenza sbagliate: tutto si basa su un gesto, il placcaggio, che allโirruenza mescola grazia e tecnica. Inoltre il complesso delle sue tante regole si riduce a due semplici principi: il piรน forte deve vincere, nessuno si deve fare male. Insomma non basta fare palestra, dovete saper passare, calciare, essere agili, veloci, avere freddezza e senso tattico.
Al di lร di quello che succede in campo, molti giร avranno nozione di quello che succede prima e dopo (il famoso โterzo tempoโ), quella festa continua che accomuna tifosi delle due squadre che vanno allo stadio per divertirsi in primis e poi per lโevento sportivo. Il contorno รจ in realtร il cuore del rugby: passare una giornata di festa, bevendo una birra con una strana parrucca, un costume da gondoliere o da legionario romano, mentre accanto a te cโรจ un omone in kilt o una gentile signora con un drago di San Giorgio per cappello. Anche sugli spalti le donne sono aumentate negli anni: il clima รจ rilassato, lo stadio non รจ militarizzato come in altri sport ma รจ lโarena festosa che contorna lโevento sportivo. Si entra col figlio piccolo, ci si siede accanto ai tifosi โrivaliโ, tutto รจ tranquillo e goliardico.
Non ne sapete nulla e volete alcune coordinate per capire meglio lo spirito del gioco? Eccovi tre pillole:
– Il concetto โla palla รจ tondaโ con la sua geometrica e inevitabile razionalitร va sostituito da โla palla รจ ovaleโ, quindi sarร lei a decidere dove andare, come rimbalzare, lei comanda e tu insegui. Di conseguenza il rugby ha sempre una parte dโimprevedibilitร legata al suo strumento di gioco.
– A rugby vale il principio del gambero. Non รจ detto che per andare avanti tu non possa andare indietro, anzi รจ proprio cosรฌ che si avanza verso la meta, passando la palla soltanto indietro. Se vedete una partita potete ammirare la linea di attacco che si muove come una quadriglia: ogni giocatore รจ qualche metro dietro il suo compagno che ha la palla e tutti si corre un poโ piรน avanti per poi passare indietro e ricominciare.
– A rugby vinci se sai collaborare. Le mete arrivano anche da invenzioni personali ma questa รจ lโeccezione. Non manterrai la palla se non porti sostegno al tuo compagno placcato, non avanzi se non ti leghi a spingere insieme, non vinci in mischia se non sei coordinato con gli altri 7 della โtestuggineโ.