Le Olimpiadi di calcio femminile 2024 si sono chuse con un bilancio molto positivo per tanti aspetti. Tanti gol, un certo equilibrio, una classifica mondiale che dal 16 agosto sarà completamente rivoluzionata, e la sensazione che il mondo del calcio giocato dalle donne sia attraverso questo passaggio di nuovo alla ricerca di un equilibrio in vista di una ulteriore evoluzione che sta spingendo sempre di più le competizione verso uno sport di squadra per eccellenza e non più una sfida tra eccellenze individuali all’interno delle varie squadre.
Ecco i top e i flop dell’ottava edizione delle Olimpiadi di calcio femminile.
Olimpiadi di calcio femminile: Top
Stati Uniti – Non solo la medaglia d’oro. Gli USA tornano al successo più importante dopo 12 anni di digiuno delusioni dando l’impressione di poter aprire un nuovo ciclo, completamente diverso dai procedenti. Se tutti gli ultimi successi degli Stati Uniti erano fortemente legati a grandi individualità, come quelle di Alex Morgan, Megan Rapinoe e di Carli Lloyd la nuova nazionale costruita tra le polemiche da Emma Hayes sembra mettere tutti d’accordo sia dal punto di vista tecnico che tattico. Una squadra pratica, essenziale, che trova sempre la giocatrice giusta che faccia la differenza e che – all’uso – è diverso ogni volta. Non c’è alcun dubbio che di tutte le medaglie d’oro conquistate dagli Stati Uniti questa è stata la più incerta, ma forse anche una delle più meritate.
Brasile – Anche in questo caso bisogna parlare di evoluzione. Un intero paese alla ricerca di chi possa prendere il posto di Marta scopre che probabilmente non c’è nessuna calciatrice in grado di prendere il posto della fuoriclasse assoluta. Ma da qui in poi c’è un gruppo di lavoro in grado di costituirsi e di crescere fino al prossimo Mondiale che il Brasile giocherà in casa nel 2027.
Sono davvero tante le individualità che il Brasile ha messo in mostra nel corso di questo torneo dimostrando di poter fissare nuovi obiettivi con un margine di miglioramento notevole per una squadra che ha avuto il coraggio di cambiare molto – lasciando a casa Debinha – e che ha alcune giovani interessantissime che si stanno affacciando alla prima squadra dalla Under21. È proprio il Brasile il super-top di queste Olimpiadi: una squadra che si presentava fuori dalle tasse di serie, dalla terza fascia, che è riuscita a eliminare senza fronzoli prima la Francia e poi la Spagna per giocarsi la medaglia d’oro, l’unica cosa che ancora manca a un paese che non sogna altro.
Audience – Nel nostro paese l’abbiamo vissuta un po’ di rimbalzo, distratti come eravamo dalle prestazioni della nostra splendida squadra azzurra in tutte le altre competizioni, nel calcio femminile purtroppo non ci siamo mai qualificati, ma sottolineato il dato di ascolto davvero impressionante non solo delle finali ma di quasi tutte le 26 partite in programma.
È stata l’Olimpiade di calcio femminile più seguita di sempre con numeri impressionanti anche sui social: una visibilità mai così alta per questo sport che – in vista degli europei in programma l’anno prossimo in Svizzera, così come dei Mondiali in Brasile nel 2027 e deli Giochi olimpici di Los Angeles del 2028 può puntare in pochi anni a fare quel salto di qualità definitivo anche dal punto di vista organizzativo e finanziario che fino a oggi è sembrato l’anello debole nel processo di sviluppo delle competizioni e dei campionati.
Le Olimpiadi continuano a dimostrare che si viaggia a tripla, quadrupla velocità. Ci sono paesi enormemente in vantaggio e altri costretti a inseguire, tra questi anche il nostro: ma c’è un dato costante e continuo che accomuna tutti. L’interesse del pubblico.
Il gioco – In un calcio donne che si sta progressivamente evolvendo e che è sempre meno espressione dei talenti individuali e sempre più frutto del lavoro di squadra, gli Stati Uniti rappresentano un segnale significativo. Ma la stessa cosa si può dire anche del Brasile e della Germania che, proprio come gli Stati Uniti, stanno cercando di costruire un progetto collettivo all’interno del quale esaltare le individualità.
Un calcio femminile all’interno del quale la fatica e l’atletica delle squadre comincia ad avere un peso sostanziale: Le Olimpiadi 2024, con i ritmi frenetici e le partite a distanza ravvicinatissima, lo hanno dimostrato ancora una volta. Giocare a calcio è uno sport sempre più fisico e impegnativo: ma con momenti tecnici di valore assoluto che continuano a essere il valore in più della competizione.
Olimpiadi di Calcio femminile 2024: migliori giocatrici
Menzioni speciali anche per alcune individualità: da Katoto che ha vinto un amaro titolo cannonieri a Barbra Banda, la prima calciatrice a siglare tre triplette alle Olimpiadi. A Berger e Naher, portieri che hanno comunque fatto la differenza, dentro e fuori dal campo. Oltre che ovviamente Emma Hayes: arrivata tra le polemiche e i fucili spianati della critica e uscita da trionfatrice. Una bella vittoria anche per le donne che vogliono allenare, purtroppo sempre meno in un mondo di uomini che – alle Olimpiadi – ha perso.
FLOP
Spagna – Doveva dominare e stravincere. Troppe le cose che non convincono di una squadra che aveva tutto per conquistare il trofeo a cominciare dalle giocatrici più forti il costo unico in un comparto tecnico assolutamente superiore.
Proprio in considerazione del fatto che nel calcio femminile internazionale, sempre di più, la squadra conta più delle individualità, la Spagna è crollata dopo un anno straordinario di fronte alla sua stessa grandezza. Una squadra che non ha saputo godersi il trionfo al mondiale, devastata dalle polemiche interne e che ora rischia di dissolversi a causa di ulteriori polemiche causate dalla sconfitta. Una grande delusione, o forse l’espressione di una squadra che è già grande ma non è imbattibile e deve trovare la propria forza anche attraverso le sconfitte.
Francia – Tutti avrebbero scommesso in un podio, se non nella medaglia d’oro che doveva essere la definitiva consacrazione di una squadra di talento straordinario che non ha mai saputo rivelarsi completamente. Dopo un inizio confortante la Francia è indiscutibilmente andata in affanno perdendo anche quelle poche certezze che aveva per finire in modo molto maldestro la sua corsa ai quarti di finale contro il Brasile.
Ricominciare, adesso, non sarà facile. La Federazione si è presa del tempo in attesa di capire quale possa essere il commissario tecnico più adatto dopo l’addio, ufficializzato già prima delle Olimpiadi, di Herve Renard. La squadra giovanissima e di talento ha fatto esperienza: ma l’ha fatta perdendo.
Australia – C’è modo e modo di perdere. Sicuramente l’Australia ha perso malissimo anche in considerazione delle tante assenze che condizionavano una squadra che doveva essere tra le favorite e che invece è uscita clamorosamente al primo turno. Tuttavia, dopo il mondiale in casa dello scorso anno, perso anche quello, il comitato olimpico e la Federcalcio australiana hanno rimesso mano al portafoglio raddoppiando di fatto gli investimenti destinati alle scuole dell’obbligo.
Significativa la frase di Amy Duggan, consigliere della federcalcio australiana ha pronunciato dopo l’eliminazione… “Siamo un grande paese, con tante complessità che dobbiamo superare con buon senso il nostro sforzo sarà quello di garantire a tutte le ragazze che vogliono giocare a calcio la possibilità di farlo gratuitamente è vicino a dove vivono. Garantiremo trasporti, scuola di alto livello e allenatori professionisti a tutte le ragazze che sceglieranno il nostro sport”.
Un torneo da rivedere – Si è già detto e scritto molto a proposito di Olimpiadi che in questo momento, con la loro organizzazione virgola non sembrano rappresentare il valore del calcio femminile mondiale. Ma le Olimpiadi, per istituzione, devono garantire pari dignità a tutti gli i continenti. E quindi le competizioni, anche in vista del 2028, quasi certamente non cambieranno. Anche per una questione di costi le squadre resteranno poche, i tempi stretti e qualificarsi sarà praticamente impossibile.
Se il format del torneo non potrà essere rivisto forse andrà corretta la rosa delle squadre, davvero troppo strette per un torneo così frenetico.
La prossima edizione delle Olimpiadi di calcio femminile è fissata per il 2028, a Los Angeles. Ancora con un torneo a 12 squadre, a meno di clamorose decisioni che CIO e FIFA per ora escludono. Il Mondiale del 2027 è stato invece assegnato al Brasile: 32 squadre al via.
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.