Per la Ferrari il momento è veramente pessimo. I primi tre gran premi sono stati un disastro per punti raccolti e credibilità. I motivi della crisi Ferrari
Crisi Ferrari 2020 – Quella più clamorosa, sicuramente, nel secondo appuntamento in Austria durante il gran premio di Stiria, sulla circuito di Spielberg, quando Charles Leclerc, in un impeto di foga, ha centrato in pieno il compagno Sebastian Vettel, togliendo entrambe le rosse dalla competizione.
Ferrari in crisi: tutti i motivi
La stagione fino a questo momento è stata disastrosa e il Gran Premio del Belgio, a Spa Francorchamps, è probabilmente il momento più basso in senso assoluto di trent’anni di storia. Questi tutti i motivi della crisi della scuderia.
La Ferrari è lenta
Assurdo da dire e duro da ammetterlo: ma la macchina è poco performante. Se consideriamo che la stessa macchina che lo scorso anno si piazzò al primo posto in Belgio con Leclerc con due auto ai primi due posti delle qualifiche oggi ha un tempo di un secondo al giro peggiore, questo dice già molto. Tredicesimo e quattordicesimo posto, rispettivamente per Vettel e Leclerc con oltre un minuto di ritardo dal solito Hamilton, alle spalle non solo della Mercedes. Ma anche di Red Bull, Renault, Racing Point, Alpha Tauri, McLaren e persino della Alfa Romeo di Kimi Raikkonen: zero punti, un gran premio che si è rivelata un’autentica agonia.
Progetto sbagliato
Sicuramente le difficoltà legate alla pandemia e al lockdown che hanno chiuso anche Maranello hanno causato problemi alla programmazione della stagione che riparte dalla macchina dello scorso anno. Ma con gli stessi piloti, lo stesso management, impensabile che si potesse fare così tanto peggio dello scorso anno. Le scelte sotto l’aspetto della dinamica e del progetto sono state fallimentari. E mentre tutte le altre scuderie si miglioravano e avevano avuto le stesse difficoltà in avvio, la Rossa naufragava.
Poca motivazione
La prima decisione della Ferrari di quest’anno è stata quella di annunciare la chiusura del rapporto con Sebastian Vettel e chiamare Carlos Sainz. Una scelta legittima in vista della prossima stagione ma che di fatto ha creato non pochi problemi di convivenza e comunicazione all’interno della scuderia. Vettel dice di essere estremamente motivato: ma in realtà ha fallito diverse volte l’accesso alla Q2 nelle qualificazioni. I suoi rapporti con Leclerc sono definiti cordiali, ma è evidente che i due piloti siano letteralmente separati in casa e ostentino una serenità che non c’è. Il botto causato da Leclerc in Austria che ha eliminato entrambe le vetture proprio come era accaduto anche lo scorso anno in Brasile ha peggiorato le cose: e i risultati, comunque, non arrivano.
Il management e le sue scelte
Per diverse settimane si era diffusa la voce che la Ferrari volesse divorziare da Mattia Binotto, il team principal responsabile di numerose scelte discutibili e alla prova dei fatti sbagliate. Non si era mai sentito da un dirigente della Ferrari dire all’inizio della stagione “faremo il meglio che si può”, ammettendo la possibilità di un risultato disastroso e partendo quasi con rassegnazione. La cosa non è piaciuta ai tifosi, agli addetti ai lavori ma nemmeno a molti investitori. Binotto tuttavia rimane al suo posto: la decisione è stata presa dal vertice della scuderia e confermata da John Elkann in persona.
Elkann difende Binotto
Perché Elkann ha difeso Binotto? Perché il team principal sta lavorando soprattutto sulle stagioni a venire, 2021 e 2022 nel tentativo di offrire alla scuderia che sarà rappresentata da Leclerc e Sainz la miglior vettura possibile. Ecco perché il presidente della FCA e della Ferrari, John Elkann in persona, ha categoricamente smentito un avvicendamento ai vertici della scuderia “Mattia Binotto è la nostra scelta e questa scelta non si discute – ha detto Elkann – si tratta di un uomo d’esperienza e di capacità, sicuramente per noi la persona giusta al posto giusto. Non è un momento fortunato, a tutti è richiesto di dover fare qualcosa in più, sicuramente anche alla proprietà della scuderia. Ma non vogliamo andare incontro a stravolgimenti che sarebbero del tutto inutili. Siamo certi che Binotto sarà in grado di portare i risultati che ci aspettiamo e che è solo questione di tempo e di riprendere quella fiducia che in questo momento, evidentemente, non c’è”.
Ferrari: cosa ha detto Binotto
Un episodio grave che ha messo in serio imbarazzo la scuderia e il suo management e che lo stesso Vettel ha dovuto incassare in silenzio. Com’è noto, infatti, il tedesco ed ex campione del mondo l’anno prossimo non sarà più a Maranello perché gli è stato preferito Carlos Sainz.
I tifosi della Ferrari, da una parte entusiasti per la notizia del gran premio celebrativo che si terrà sul circuito del Mugello e che festeggerà i mille gran premi della Ferrari nel campionato mondiale di Formula 1, vivono questo momento con un po’ di preoccupazione ma anche di rassegnazione. Sanno che questa stagione sarà più difficile delle altre e che non ci si può aspettare granché.
Le stesse dichiarazioni da parte del team principal della Ferrari Mattia Binotto, per una volta estremamente conservative e caute, a molti non sono piaciute. Non è possibile pensare a una Ferrari che non parta per vincere e che cerchi semplicemente di salvare la faccia e limitare i danni. Ma questo è quello che sta succedendo in una stagione incerta, difficile, problematica e non solo per una questione di lockdown e pandemia coronavirus.
Elkann loda Hamilton
Elkann ha invece speso parole molto affettuose per Lewis Hamilton, leader della classifica e reduce da due vittorie consecutive: “Un pilota eccezionale che può diventare il più vincente di sempre. Ha saputo lavorare con concentrazione e intelligenza. Il suo passaggio dalla McLaren alla Mercedes non è stato facile. Non era ovvio ed è stata una scelta vincente”.
Elkann loda anche l’impegno sociale di Hamilton: “Quello che sta facendo Hamilton con la campagna end racism ci sta a cuore. Come ci sta a cuore il riconoscimento che Ferrari, prima e unica in Italia, ha avuto lo scorso 2 luglio con la certificazione Equal Salary per la parità di retribuzione tra uomini e donne con le stesse qualifiche e mansioni. Testimonia il nostro impegno per un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle differenze”.
Elkann dunque salva Binotto e chiede all’ambiente di ricompattarsi e di lavorare sul serio da squadra, Ma l’imminente Gran Premio inglese di Silverstone è già un’ultima chiamata in una stagione che sarà inevitabilmente più corta – al momento il calendario prevede solo altri dieci eventi – e che vede la Ferrari a rincorrere non solo le irraggiungibili Mercedes, ma anche le Red Bull, le McLaren e persino la Racing Point.
Vedi anche: Di chi è la Ferrari oggi
Genovese, classe 1965, giornalista dal 1984. Vive a Milano da 30 anni. Ha lavorato per Radio (RTL 102.5), TV (dirigendo Eurosport per molti anni), oltre a numerosi siti web, giornali e agenzie. Vanta oltre cinquemila telecronache di eventi sportivi live, si occupa da sempre di sport e di musica, le sue grandi passioni insieme a cinema e libri. Diplomato al conservatorio, autore di narrativa per ragazzi.
In effetti è stata una delle tante scelte non del tutto comprensibili da parte del management, se non per l’ingaggio estremamente oneroso di Vettel rispetto ai 7 milioni che percepirà Sainz.
Purtroppo avete sbagliato tutto a partire da quanda quell’kncapace ha preferito raikonen . Vettel andava difeso anzi no, coccolato.