Le sonde spaziali Voyager in viaggio oltre il sistema solare

Le sonde spaziali Voyager 1 e 2 dopo aver esplorato Giove, Saturno, Urano e Nettuno sono in viaggio oltre i confini del sistema solare. E per 2 anni ci “parleranno” ancora.

Le sonde spaziali Voyager 1 e Voyager 2 hanno oltrepassato il sistema solare

Ci siamo appassionati per Rosetta alle prese con l’esplorazione della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Ma ci sono sonde spaziali come le Voyager spedite verso i confini del sistema solare che stanno aprendo uno squarcio su una parte di spazio “vicino” di cui sapevamo pochissimo.

Quali sono le sonde più lontane dalla Terra?

Attualmente le sonde più lontana dalla terra sono le due Voyager (1 e 2) e la Pioneer 10 e la Pioneer 11. Calcolando la distanza in Unità Astronomiche (1 Unità Astrononica corrisponde alla distanza media tra Terra e Sole, quindi più o meno 150.000.000 km) la Voyager 1 è a 128 Ua dalla Terra, la Voyager 2 a 104 Ua.

Anche le sonde Pioneer 10 e 11 dovrebbero rientrare in questa classifica e sono “lanciate” nel loro viaggio verso la stella Aldevaran nella costellazione del Toro (la Pioneer 1) e verso la costellazione dell’Aquila (la Pioneer 2) ma con esse non abbiamo più alcun contatto.

La Voyager 1 è oltre il sistema solare

Le due sonde gemelle Voyager 1 e 2 sono certamente quelle che più solleticano la fantasia degli appassionati di astronomia. La Voyager 1 lanciata il 5 settembre 1977 aveva come missione lo studio dei due giganti gassosi, Saturno e Giove. Dopo aver portato a termine la missione dal 1980 è in viaggio verso l’esterno del sistema solare.

Il pianeta Saturno fotografato dalla sonda spaziale Voyager 1
Saturno e i suoi anelli visti dalla Voyager

Spieghiamo un po’ meglio: la sonda è uscita dal piano dell’ellittica, cioè dall’orbita (ellittica, appunto) che hanno i pianeti attorno al Sole. Questo viaggio si compie a circa 3,6 Unità Astronomiche all’anno. Attualmente la sonda sta viaggiando verso lo spazio interstellare, cioè in quella zona di gas, campi magnetici e polvere che “occupa” la parte tra le stelle entro le galassie. Si è calcolato che probabilmente la Voyager 1 ha lasciato il sistema solare il 25 agosto 2012. Cosa significa questo? Sostanzialmente che da quella data la sonda non ha più “sentito” il vento solare prodotto dal Sole.

Fino al 2016 il viaggio della Voyager 1 continua (o per meglio dire, ne avremo notizia)

Chiaramente il viaggio della Voyager continuerà ben oltre il momento in cui smetterà di inviarci “notizie” della sua attività. Diciamo che le sue batterie consentiranno che ci invii informazioni fino al 2025 quando si troverà a circa 25-26 miliardi di km dal nostro pianeta. Purtroppo però già dal 2016 sarà difficile avere contatti diretti con la sonda dato che il suo giroscopio smetterà di funzionare in quella data.

La Voyager 2 rivela i misteri di Urano e Nettuno

Lanciata pochi giorni prima della sua gemella (il 20 agosto 1977) tra il 1979 e il 1986 ci ha inviato spettacolari foto (e tantissime informazioni) sui pianeti Giove, Saturno, Urano e Nettuno, di questi ultimi due ci dà probabilmente la massa più importante di informazioni in nostro possesso. Dopo il 1989 anche per la Voyager 2 è cominciato il viaggio di addio dal sistema solare. Dal settembre 6 marzo 2014 anch’essa ha perso i contatti con il campo magnetico del Sole.

Ancora un anno di comunicazioni con la Voyager 2

2015, un anno, e poi inizieremo a faticare a comunicare con la Voyager 2 a causa del fatto che il suo giroscopio non sarà più attivo (come per la sua gemella).

Il Voyager Golder Record inserito nelle sonde Voyager contiene suoni e immagini della Terra
Il Voyager Golder Record contiene suoni e immagini della Terra tra cui anche Jhonny B. Goode di Chuck Barry

Curiosità: entrambe le sonde portano un disco placcato in oro con registrazioni di suoni (vento, tuoni, versi di animali, messaggi di auguri tra cui uno in italiano: “Tanti auguri e saluti”), 116 immagini relative alle forme di vita sulla Terra, agli altri pianeti del sistema solare, e all’uomo.

Nel golden record, oltre a brani di Bach, Beethoven, Mozart, Stravinsky, è incisa anche Johnny B. Goode di Chuck Berry mentre Here comes the sun dei Beatles, che pure vi doveva essere inserita, alla fine non fu messa per l’opposizione della casa produttrice Emi.

 

Foto: Nasa/Olycom.

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