Stiamo muovendo solo i primi passi nell’ambito dell’esplorazione esoplanetaria, iniziata qualche anno fa con la scoperta del primo pianeta extrasolare. A oggi i pianeti scoperti sono 786, tutti abbastanza “vicini” alla Terra (per i più lontani parliamo al massimo di qualche decina di anni luce). C’è da dire che le sorprese e le scoperte che periodicamente facciamo nel settore sono affascinanti e spesso lasciano interdetti gli stessi scienziati che le compiono.
L’ultima risale a poco tempo e riguarda un pianeta situato a circa 40 anni luce dal nostro sistema solare nella costellazione del Cancro. Il pianeta in questione appartiene a un sistema planetario composto da 5 corpi celesti e, orbita intorno a una stella di classe G, simile al nostro Sole. Il suo nome è 55 Cancri e ha un raggio doppio della Terra e una massa otto volte superiore. Il pianeta orbita attorno alla sua stella a iper-velocità , il suo anno dura, infatti, appena 18 ore, a differenza dei 365 giorni terrestri. Un pianeta per niente abitabile, spiegano i ricercatori, con una temperatura di superficie elevatissima che sfiora i 2.500 gradi.
Un primo studio fatto su questo pianeta aveva portato gli studiosi a ritenere che contenesse una notevole quantità d’acqua surriscaldata. La nuova ricerca invece, pubblicata su Astrophysical Journal Letters da un gruppo di ricercatori coordinato da Nikku Madhusudhan del Centro per l’astronomia e l’astrofisica dell’Università di Yale, ha escluso completamente questa possibilità , concludendo che sul pianeta non c’è traccia d’acqua, mentre sembra essere composto prevalentemente da carbonio, cioè grafite e diamanti. Anzi lo stesso Madhusudhan ha dichiarato: «Questo è il primo assaggio di un mondo roccioso con una chimica fondamentalmente diversa da quella della Terra. La superficie di questo pianeta è probabilmente coperta di grafite e diamanti piuttosto che da acqua e granito».
Specificando poi che almeno un terzo della superficie (circa tutta la superficie del nostro pianeta) dovrebbe essere composta da diamanti.
Un corpo celeste di questa natura, se non fosse, così inospitale, farebbe gola a tutti i paperoni terrestri, che farebbero a gara, trovato il modo di sbarcarci sopra, per sfruttarne le preziose peculiarità minerarie.