Scoperta la chiave genetica della depressione: un vero e proprio ‘interruttore’ che attiva le sindromi depressive attaccando i neuroni e favorendo la comparsa dei sintomi
La scoperta, fatta da ricercatori della Yale University, puo’ portare a un nuovo ‘superfarmaco’ che, attaccando il gene incriminato e inibendone le funzioni, potra’ impedire o curare molte forme depressive.
La depressione nel mondo ha un costo sociale molto alto, negli USA ad esempio si aggira annualmente sui 100 miliardi di dollari, ed è dovuta ad una serie di componenti fisiologiche, spesso accompagnata anche da problemi di natura fisiologica. Attualmente le cure si basano su antidepressivi che però hanno risultati più o mno positivi solo nel 60% dei casi. Il team dell’università di Yale ha scoperto invece la presenza di un gene denominato MKP-1 che si attiva nelle persone depresse disattivando, di fatto, una molecola essenziale per la sopravvivenza e la funzione dei neuroni, e quando questa molecola viene deteriorata subentrano i sintomi tipici della depressione. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, conclude sottolineando che la scoperta del ruolo negativo del MKP-1 puo’ identificarlo come un potenziale bersaglio per una nuova classe di agenti terapeutici, in particolare per il trattamento della depressione resistente.
Vedi anche: Antidepressivi in gravidanza
18 ottobre 2010