L’Italia è tra i primi posti in Europa per incidenza del tumore della vescica con circa 20 mila persone che si ammalano ogni anno. E le diagnosi sono in costante aumento. Nella metà dei casi è colpa del fumo e, a seguire, della sedentarietà . Probabilmente anche di una dieta scorretta e dell’abuso di alcol, ma su questo ancora non ci sono certezze» dice Pierpaolo Graziotti, primario dell’Urologia all’Istituto Humanitas di Milano.
«Al momento purtroppo non esistono programmi di screening o metodi di diagnosi precoce efficaci – precisa Paolo Puppo, urologo e direttore dell’Istituto Tumori di Genova -. Ecco perché, oltre a smettere di fumare e seguire un’alimentazione sana, è fondamentale non sottovalutare mai il primo segnale che c’è qualcosa che non va: la presenza di sangue nelle urine». Oppure, più raramente, un’irritazione vescicale simile alla cistite. In tal caso, rivolgendosi a uno specialista, con un’ecografia dell’addome si capisce spesso di cosa si tratta. In presenza di un carcinoma, una diagnosi precoce significa nella stragrande maggioranza dei casi poter puntare alla guarigione. E salvaguardare la qualità di vita, se s’interviene presto con la chirurgia conservativa.
«In realtà esistono due tipi di tumore alla vescica diversi fra loro come il giorno e la notte – dice il dottor Puppo -. Quelli cosiddetti “a basso grado di malignità ” rappresentano l’80 per cento dei casi, si ripresentano spesso con una recidiva, ma non uccidono quasi mai. Gli altri, quelli “ad alto grado”, progrediscono velocemente, danno metastasi e sono purtroppo letali. Negli ultimi anni questa distinzione è emersa chiaramente e – sulla base della diagnosi istologica – abbiamo potuto migliorare le cure, sviluppare nuove strategie. Grazie al narrow band imaging (uno strumento che emana una peculiare luce blu che illumina meglio i margini del tumore) siamo poi in grado di asportare in modo più completo la massa neoplastica, riducendo notevolmente il numero di recidive» dice Puppo. In ogni caso la cistectomia oggi può essere effettuata risparmiando non solo la funzione minzionale attraverso l’uretra , ma anche la funzione sessuale. Grazie ai progressi nella diagnosi e nelle cure, sebbene i casi siano in aumento «la mortalità per questa forma di cancro è in costante diminuzione – conclude Graziotti -. Ed è bene ricordare che l’esperienza del centro a cui ci si rivolge può fare la differenza per i pazienti e per la loro qualità di vita».
Vedi anche: Un tumore su tre nasce a tavola