Le regioni si sono accordate su un ticket unico per la fecondazione eterologa. Costi da 400 a 600 €. Ma la Lombardia esce dal coro e farà pagare interamente al cittadino la prestazione.
In una serie di differenti pronunciamenti in varie sedi giudiziarie, dal Tar alla Consulta, sono caduti (quasi) tutti i divieti posti dalla Legge 40 rispetto alla fecondazione eterologa. Recentemente la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome aveva emanato delle linee guida comuni in materia rispetto ad età e modalità di accesso alla prestazione.
Nel documento si parlava di gratuità della stessa, in realtà la riunione romana di ieri dei rappresentanti della sanità degli enti locali ha previsto l’introduzione di un ticket “unitario” nazionale. Vediamo di cosa si tratta.
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Le regioni con attualmente centri per la fecondazione eterologa attivi
Facciamo un piccolo passo indietro. Prima di questo incontro esisteva una situazione paradossale. In primis non tutte le regioni si erano attrezzate per fornire il “servizio” o, per meglio dire, per autorizzare i centri già esistenti a praticare anche la fecondazione eterologa. Le regioni che ad oggi hanno dato il via libera sono soltanto dieci: Umbria, Emilia-Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Toscana, Pimonte, Lombardia e Veneto.
Ognuna aveva previsto tariffe molto differenti, visto che si poteva passare dalla prestazione totalmente gratuita offerta in Umbria ed Emilia-Romagna, a quella del ticket minimo del Veneto (36 €) al maxi-ticket laziale da 1800 €.
Il rischio, come si può facilmente immaginare, era quello di veder migrare cittadini italiani verso le regioni che prevedevano il minor costo per il trattamento.
Ticket unico
I rappresentanti delle Regioni si sono così accordati per una via di mezzo: un ticket unico nazionale che impedisca i viaggi sanitari alla ricerca della minore spesa.
Il ticket si aggirerà tra una forchetta compresa tra i 400 e i 600 €.
In Lombardia invece si pagherà tutto
Unica regione in cui si pagherà tutto è la Lombardia: chi accederà ai suoi centri autorizzati, sia da residente che non, dovrà versare l’intero ammontare del trattamento che, a seconda della tipologia, va dai 1500 ai 4000 €. In questo range di prezzi sono inseriti anche i costi per tutti gli esami “collaterali” necessari (sangue, le varie ecografie ecc.).
Come mai la Lombardia è l’unica a far gravare così tanto sul cittadino la spesa per la fecondazione? L’assessore all’economia lombardo., Massimo Garavaglia, ha detto che sarà così fino a quando non sarà lo Stato stesso ad inserire la fecondazione assistita nei Livelli essenziali di assistenza.
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