Paura per il terrorismo e voglia di divertirsi, crisi economia e tentativi di risollevarsi. Il bel sole splende ma l’inquinamento sale. Il Natale 2015 sarà all’insegna delle contraddizioni e degli opposti. Ma festeggeremo comunque.
Il Natale 2015 degli italiani sarà all’insegna di una parola: ossimoro. Non sapete cos’è? In letteratura è una figura retorica che associa due termini di senso opposto, per esempio il caldo gelato. Perché questo Natale sarà controverso? Le ragioni sono politiche, economiche ma anche banalmente… meteorologiche.
Terrore terrorismo e voglia di svagarsi
L’insicurezza: uscire per un concerto, prendere il treno o la metro, andare al bar a bere una birra, fare una vacanza. Gesti quotidiani che purtroppo gli attentati terroristici degli ultimi mesi (di Parigi, ma non solo) hanno reso precari. Partite di calcio annullate, intere città (in pieno occidente) poste in regime di coprifuoco, concerti e grandi eventi annullati o militarizzati.
Pare che leggerezza e spensieratezza non facciano più parte del nostro vocabolario. O non del tutto, perché poi ci si abitua anche a questo e qualcuno parla, infatti, di Europa ormai “mitridatizzata”. Parola difficile che significa sostanzialmente “immunizzata”, “assuefatta” alle sostanze tossiche (in questo caso i seminatori di morte) e richiama il famoso re del Ponto che non riuscì a suicidarsi col veleno.
E questo alla fine forse è anche un bene: la miglior risposta a chi cerca di terrorizzare è continuare la propria vita normalmente, ad esempio festeggiando a Natale come si fa di solito, fuori al ristorante, o passando il Capodanno in piazza
Il bel tempo fa male alla salute
Questo autunno è stato tra i più miti della storia. Addirittura in alcune regioni del nord non piove da due mesi. Da fine ottobre si attende un po’ di acqua. In cielo non ci sono nuvole e se questo è piacevole, anche per i costi del riscaldamento che vengono attenuati da temperature che più che decembrine sembrano tardo-primaverili, però è dannoso per l’inquinamento.
I livelli di polveri sottili hanno ampiamente superato in numerose città i limiti e a poco valgono misure spot come le targhe alterne o cercare di far abbassare il riscaldamento domestico alle persone. Anche Natale e Santo Stefano saranno giornate soleggiate con massime tra i 10 e i 15 gradi.
Il default non c’è più ma la crisi non passa mai
Per mesi le parole default, fallimento, crack hanno inondato i quotidiani. “Dopo la Grecia l’Italia” è stato il triste ritornello che siamo stati costretti a memorizzare. Se ora il rischio default sembra più lontano e da un buon numero di mesi anche il famigerato spread è a tassi molto bassi, però la crisi sembra sempre dietro l’angolo.
Lievissimi cenni di miglioramento nei dati occupazionali, un Pil ancora sostanzialmente fermo, un debito statale che si ingigantisce ogni secondo che passa (siamo oltre i 2,2 miliardi di euro). La sensazione di essere sempre a metà del guado, con l’acqua che un po’ sale e un po’ scende e che ci trattiene anche da spendere qualcosa di più (ma che chi proprio non può fare altro che fare dei regali con pochi soldi).