L’argomento odierno riguarda le recenti elezioni comunali e le critiche che sono piovute, dopo la “sconfitta” del M5S dal quale, dopo l’exploit alle politiche, ci si aspettava, almeno una riconferma di quanto avvenuto a febbraio, attraverso la partecipazione a qualche ballottaggio. Ma non è andata in questo modo e, il movimento di Grillo, ha dato l’impressione di non aver ben capitalizzato la cospicua dote di consensi ottenuti alle politiche.
Grillo è scatenato e il post di oggi è da conservare. In pratica è un attacco a 360 gradi a tutto il mondo della politica e anche dei media. Si direbbe, da come scrive, che è lui, questa volta, a sentirsi circondato perché ne ha per tutti, anche per Rodotà che gli ha mosso qualche critica in un’intervista, dallo stesso Grillo e dal suo movimento candidato alla presidenza della Repubblica, oggi, invece, è “un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi”.
Grillo continua a testa bassa contro chi lo critica e sottolinea il “fiorire di maestrini dalla penna rossa” che hanno commentato gli esiti delle elezioni comunali che, “come qualsiasi asino sa – continua il leader di 5 Stelle – sono sempre state diverse come esito e peso rispetto a quelle politiche”.
I maestrini “sono usciti dalle cantine e dai freezer – ha affermato Grillo – dopo vent’anni di batoste e di vergogne infinite del loro partito, che si chiami pdmenoelle o Sel, non c’è differenza”.
Ma ce n’è anche per Renzi, definito Renzie (Fonzie), sempre in TV grazie a “compiacenti cortigiane come la Gruber” a vendere se stesso come un “sindaco mai usato, come nuovo”.
Ma il leader di M5S non risparmia neanche Vendola annunciando che: “E’ tornato in grande spolvero il supercazzolaro che non sa nulla né di Ilva, né degli inceneritori concessi alla Marcegaglia, è come le vecchie di ‘Bocca di Rosa’ ‘Si sa che la gente dà buoni consigli/ se non può più dare cattivo esempio'”.
Il comico genovese dedica poi un capitolo a parte a Bersani: “C’è poi lo smacchiatore di Bettola in grande forma che spiega, con convinzione, che la colpa del governo delle Larghe Intese è del M5S quando il pdmenoelle ha fatto l’impossibile per fottere prima Marini e poi Prodi e non ha neppure preso in considerazione Rodotà . Belìn, questo ha perso più battaglie del general Cadorna a Caporetto e ci viene venduto da Floris come Nelson a Trafalgar. I maestrini dalla penna rossa sono usciti dal libro Cuore, impersonano però Franti e non Garrone. Mentono agli elettori, fanno inciuci, usano la fionda contro i passerotti e poi nascondono la mano”.
Grillo non risparmia neanche Veltroni: “Persino Topo Gigio Veltroni è stato riesumato per discettare delle elezioni, forte della sua esperienza di averle perse tutte, ma proprio tutte. E poi c’è la claque, quella cattiva e quella buona, quella che attacca a testa bassa, la cui esponente è la Finocchiaro che vuole fuorilegge il M5S, accampata in Parlamento da 8 legislature, e quella buona, alla Pippo Civati, che non ha fatto i nomi dei 101 che hanno affossato Prodi, che vive in un partito che succhia da anni centinaia di milioni di finanziamenti pubblici, ma però è tanto buonino. Lo vorresti adottare o, in alternativa, lanciargli un bastone da riporto”.
Grillo colpevolizza tutti, a suo giudizio, di vedere “la pagliuzza negli occhi del M5S, pagliuzza che spesso non c’è neppure”, ma che “non hanno coscienza della trave su cui sono appoggiati”
Vedi anche: Andrea Scanzi “Il problema di Grillo è che continua a parlare come un comico”