Coronavirus, tra decreti oscuri e annunci su Facebook, la confusione regna sovrana e la comunicazione ansiogena non aiuta.
Se è difficile, e forse non è il momento, criticare la gestione tecnico-sanitaria dell’emergenza COVID-19, pensiamo sia invece necessario riflettere su come questa emergenza venga spiegata e raccontata dal governo alle cittadine e ai cittadini italiani.
C’è chi parla addirittura di un “Giuseppe Conte Show”. Il riferimento è, oltre al già noto protagonismo del premier, alle particolari modalità di comunicazione scelte di questi tempi per aggiornare gli italiani sulle nuove misure restrittive, che, come abbiamo visto, sono cambiate più volte e non sempre in maniera comprensibile.
Solo qualche giorno fa, dopo annunci e smentite, Conte è infine apparso dalla mezzanotte in diretta Facebook, sul suo profilo personale, per rassicurare che “Lo Stato è qui”. Perché a quell’ora, perché in quella modalità, perché sul suo profilo Facebook personale di un social network privato e non sulle reti televisive pubbliche?
Il discorso, tra sorrisi confortanti e discorsi retorici ma poco chiari, è stato accolto da tutti come qualcosa di vago, tanto che il giorno dopo erano migliaia le aziende che non capivano esattamente cosa fare e milioni gli italiani ancora più confusi di prima.
E dire che il premier aveva esordito il suo intervento così: “Buonasera a tutti, sin dall’inizio ho scelto la linea della trasparenza, la linea della condivisione, ho scelto di non minimizzare, non nascondere la realtà che ogni giorno è sotto i nostri occhi”. Ma nessuno, nelle ore successive, ha capito esattamente cosa cambiava, in che modo, da quando. Cosa aveva detto veramente Conte?
Si sottovaluta il rischio di un crollo psicologico dell’intera nazione
Inutile negarlo: ci si trova di fronte a una situazione sicuramente difficile da gestire, ma è a questo che servono i governanti, in teoria. Inoltre, ricordiamo che la possibilità di una pandemia era stata più volte anticipata e prevista negli ultimi anni da alcuni enti, istituzioni, scienziati autorevoli e non solo (si veda l’arcinoto intervento di Bill Gates che annunciava una epidemia alla quale “non saremo pronti”, qui).
Dunque, anche se ci appare come un fulmine a ciel sereno, questo virus non è del tutto una sorpresa, ma una eventualità alla quale i governi di tutto il mondo – Italia compresa – dovevano essere preparati. Lo erano? Lo sono?
Il sistema sanitario è allo stremo, lo sappiamo, ma fortunatamente può contare sulla grande professionalità e resistenza di migliaia di medici e infermieri che ogni giorno fanno tutto il possibile, e anche di più, a loro rischio e pericolo.
Ma c’è un rischio che si sta sottovalutando pericolosamente, legato in parte a quella vaghezza di comunicazione a cui accennavamo e che genera confusione e ansia, e questo rischio è la salute psicologica degli italiani.
Dare una notizia e poi darne un’altra, fare annunci e smentite, esitare, rimandare, non essere mai del tutto chiari e chiudere milioni di persone in casa ha delle conseguenze sull’immediato (l’isolamento sociale e la paura generano ansia, stress e depressione); ma anche conseguenze su lungo termine, forse più difficilmente prevedibili.
Questo stress psicologico che tutti stiamo vivendo, chi più e chi meno, quando ci consentirà di tornare “alla vita di prima”? Assieme al collasso economico, che si cerca di evitare, si rischia il crollo psicologico di un’intera nazione.
Questa confusione ha caratterizzato l’emergenza Coronavirus fin dall’inizio: pensiamo a chi minimizzava un giorno e terrorizzava il giorno dopo, tra slogan sulle città “che non si fermano”, per poi tentare di bloccare tutto, o forse no. Gli annunci poco chiari di Conte e i decreti ancora più oscuri non aiutano di certo.
Il giurista: “Perché dal governo proclami così oscuri?”
Un autorevole giurista come Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, ha scritto che “non si comprende perché i nostri governanti continuino a scrivere proclami così oscuri”, spiegando che, tralasciando le modalità di comunicazione sicuramente discutibili, “il decreto contiene, nella parte dispositiva, 864 parole e ben dieci rinvii ad altri decreti, leggi, ordinanze, codici, protocolli”.
E domandandosi infine: “A Palazzo Chigi pensano che tutti gli italiani siano dotati di una raccolta normativa completa, incluse le ordinanze?”.
Se perfino un giurista esperto come Cassese trova difficile seguire il governo sulla strada scelta, cosa si può pretendere che capiscano milioni di italiani, rinchiusi in casa e bombardati da notizie continue, confuse e contraddittorie lanciate senza troppa cautela dalle televisioni?
La stessa Oms ha parlato dell’importanza di “prendersi cura della propria saluta fisica e mentale”, perché solo questo può aiutare a lungo termine a superare come si deve una pandemia che si annuncia lunga.
L’Oms: passeggiate, fate movimento e non leggete troppe notizie
L’Oms, in totale controtendenza con la comunicazione con il nostro governo, il 20 marzo 2020 ha sottolineato l’importanza dell’attività fisica per adulti e bambini, proprio in questo periodo. In una serie di linee guida e consigli l’Organizzazione Mondiale della Sanità scrive: “Vai fuori a fare una passeggiata o una corsa mantenendo una distanza di sicurezza dalle altre persone”, ovviamente solo se le linee guida locali lo consentono.
Da noi, come sappiamo, il giusto appello al “restare a casa” per evitare una maggiore diffusione del virus si è trasformato in un’ossessione per chi usciva di casa a prendere aria e sgranchirsi le gambe, pur restando a grande distanza dalle altre persone e dotandosi di guanti e mascherine, dopo settimane di quarantena.
Quarantena vissuta magari in un piccolo appartamento, in piccoli spazi, con poca aria e poca luce. Nel frattempo, milioni di italiani andavano a lavorare ogni giorno, spesso non in condizioni di sicurezza. Un paradosso inspiegabile.
E sempre a proposito di salute mentale, tra i consigli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per sentirsi meno “stressati e confusi e spaventati durante questa crisi”, ne leggiamo uno particolare e molto importante: “Cerca di non leggere o guardare troppe notizie. Prendi le tue informazioni da fonti affidabili una o due volte al giorno.”
Una o due volte al giorno. Sappiamo tutti che non è quello che sta accadendo in Italia. Pensiamo ad esempio a milioni di anziani, anche in buona salute, di fatto abbandonati e rinchiusi in appartamenti da settimane che hanno come unica compagnia il flusso ininterrotto della televisione o dei social network, nella maggior parte dei casi amplificatori di ansia più che strumenti di condivisione e vicinanza.
E’ necessaria calma e chiarezza
Dunque, concludendo, in questa situazione difficile, servono sicuramente respiratori e mascherine, ma anche aria pulita da respirare. Una comunicazione chiara, limpida, precisa da parte del governo, più che auspicabile è assolutamente necessaria per non sentirci completamente allo sbaraglio.
Il New York Times, in un articolo sull’Italia, e sugli errori da cui imparare per evitare che si ripetano negli Stati Uniti, sottolinea come nel nostro paese si sia tentennato in maniera confusa e che grazie a questi tentennamenti il virus si sia diffuso a macchia d’olio dai territori dove c’erano stati i primi focolai.
“Nei primi giorni critici dell’epidemia, Conte e altri alti funzionari hanno cercato di minimizzare la minaccia, creando confusione e un falso senso di sicurezza, che ha permesso la diffusione del virus” scrive il quotidiano statunitense.
A seguire, come sappiamo, si è passati all’approccio opposto, alternando il bastone e la carota della paura e dell’ansia, nei modi che abbiamo descritto sopra. La “trasparenza e la condivisione” di cui parlava Conte, è talmente trasparente da essere di fatto invisibile.
Soprattutto in una situazione in cui centinaia di persone muoiono ogni giorno, le nostre libertà individuali vengono messe in discussione (la libertà di spostamento, ad esempio) e il parlamento, di fatto, è stato completamente esautorato, il governo ha il dovere di comunicare in maniera chiara e netta ai suoi cittadini. E non con gare di interviste, post sui social network e dirette Facebook, ma con calma e sobrietà, nei canali istituzionali ufficiali.
Per informarvi, “una o due volte al giorno”, come suggerito dall’Oms, vi suggeriamo di seguire:
- il sito e i social network dell’Istituto Superiore di Sanità: https://www.iss.it/
- il sito e i social network del vostro Comune
- presso i numeri verdi regionali per l’emergenza Covid-19 (qui la lista completa)
Ricordiamo infine che, se ti trovi solo, isolato, confuso e spaventato, puoi chiedere aiuto a uno psicologo, come spiegato sul sito del Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4307
Vedi anche: Covid quarantena oltre il 3 aprile
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