Elezione Presidente della Repubblica: da giovedì 29 incominciano le votazioni. Ma dovremo aspettare il quarto scrutinio per vedere eletto il nuovo inquilino del Colle.
Elezione del Presidente della Repubblica: i tempi ormai sono molto ravvicinati per vedere salire al Quirinale il nuovo Capo dello Stato e la partita potrebbe già essere risolta questo fine settimana. Ma l’esito è ancora abbastanza incerto e tra i tanti nomi che circolano non si vede un candidato con più possibilità .
Da giovedì le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica
Prima di tutto uno sguardo alle tempistiche: le votazioni cui parteciperanno i membri del Senato e della Camera più i rappresentanti delle regioni (i cosiddetti “grandi elettori”) cominceranno già giovedì 29. Siamo praticamente certi che le prime tre votazioni avranno una fumata nera: in esse si richiede una maggioranza dei 2/3 dei votanti e non si vuole replicare l’errore del 2013 con il candidato “unitario” di destra e sinistra Franco Marini subito bocciato (e bruciato).
Il Pd voterà scheda bianca fino al quarto scrutino, probabilmente lo stesso faranno Forza Italia e Ncd di Alfano. Ma non dubitiamo che un buon numero di voti per Romano Prodi o per qualche candidato alternativo (D’Alema, Finocchiaro) già si vedranno.
Venerdì mattina e venerdì pomeriggio si terranno seconda e terza votazione, prevedibilmente ininfluenti, come abbiano scritto. Sabato mattina si partirà con la quarta votazione e con il quorum della maggioranza assoluta: e qui dovremmo già avere i giochi fatti.
E sarebbe un segnale importante, prima della riapertura della Borsa, senza estendere troppo a lungo una situazione di pericoloso stallo istituzionale.
Amato, Mattarella, Padoan, Finocchiaro
I nomi che circolano sono un po’ sempre gli stessi: Amato, Finocchiaro, Mattarella, con profilo più “giuridico”,  l’attuale ministro Padoan con profilo più “economico”.
Vedi anche: Quanti partiti ci sono in Italia
Questi quattro se la giocheranno se l’accordo Forza Italia-maggioranza Pd terrà . Se invece i “franchi tiratori” riusciranno a far emergere altri candidati forti (e qui il nome “alternativo” con più possibilità resta quello di Romano Prodi) e a bloccare le votazioni a maggioranza assoluta allora il quadro si complicherà notevolmente. E ci troveremmo di fronte al paradosso che il fondatore del Pd (Prodi) potrebbe essere quasi “subito” come candidato dal Pd stesso (o almeno da una maggioranza di esso).
Il premier Matteo Renzi ha oggi dichiarato che il Presidente potrebbe essere qualcuno che non è direttamente riconducibile agli accordi del Nazareno: in questo caso ci troveremmo probabilmente di fronte ad un profilo istituzionale, come quello del governatore della banca d’Italia Visco ad esempio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA