Il nuovo disco di Celentano “…Adriano” è un box antologico con inediti e tanti cimeli che riepilogano la carriera di Celentano.
65 canzoni, quattro cd e quasi sessant’anni di carriera che sono una bella fetta di storia della musica italiana. Adriano Celentano tira le somme di una carriera incredibile con un nuovo disco intitolato semplicemente “…Adriano” e prodotto come sempre dal Clan Celentano.
Il disco non è un semplice cd ma un box antologico di colore fucsia che contiene foto private, vignette, copertine di vinili degli anni Settanta censurate per offesa alla pubblica decenza e una lettera di Alda Merini. “Adriano è come una Venere maschio che salta fuori dai cocci di una terra che sta andando a rotoli, di una terra che si vuole vendicare” scrive la poetessa milanese scomparsa nel 2009 ed è forse la definizione migliore di un artista da sempre contraddittorio ma capace di colpire le coscienze con il punteruolo della sua musica.
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Fra i primi a portare il rock’n’roll in Italia – la scintilla fu una “Rock around the clock” di Bill Haley ascoltata da un juke-box nel 1955 proprio mentre di mestiere faceva l’orologiaio – e fra gli ultimi a rassegnarsi ad una concezione della musica come puro intrattenimento (pensiero a cui proprio non si è ancora rassegnato), Celentano non è stato solo cantante ma anche agitatore culturale, regista, mattatore da prima serata (i suoi Fantastico sono rimasti nella storia della tv), Savonarola postmoderno, ecologista e profeta. La sua “Svalutation” racconta proprio quello che sta succedendo in questi mesi in Italia e nel mondo a livello economico, ma negli Anni Zero, dopo un periodo di relativo appannamento, è tornato alla ribalta soprattutto come interprete di splendide canzoni d’amore (“L’emozione non ha voce”) e come protagonista di una serie di show discussi, esaltati e stroncati.
L’ultimo di questi, andato in onda l’anno scorso dall’Arena di Verona, forma la scaletta del quarto cd di “…Adriano”, che raccoglie poi negli altri tre dischi tutti i grandi successi e una manciata di inediti: “Io non ricordo (da quel giorno tu)” scritta da Giuliano Sangiorgi; “Mai nella vita” con musica di Riccardo Cocciante e testo di Pasquale Panella e “Ti fai del male” dello stesso Molleggiato. Che appare in copertina in una delle sue celebri espressioni con tanto di pantera nera a guardare selvaggiamente l’orizzonte. Lui animale da palcoscenico, sempre pronto a mordere le ingiustizie e la stupidità.
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