Anche in Italia arriva lo shopping sostenibile a costo zero
(25 ottobre 2009) – Aprite l’armadio e guardate un vecchio cappotto, un pantalone eccessivamente largo e a vita alta, una gonna, passati ormai di moda. Vi dispiace darli via ma proprio non vanno più. In tempo di crisi non vi va di spendere tanti soldi per rifare il guardaroba… con tutte le spese che ci sono in casa, e allora che fare? Ci ha pensato l’Atelier del riciclo, un’associazione di consumo ecosostenibile che organizza a Milano, nel mese di novembre, il primo corso di wardrobe refashioning.
Ago e filo alla mano, una stilista insegnerà alle partecipanti i trucchi del mestiere per trasformare abiti ormai tramontati in capi all’ultima moda da far invidia alle boutique più in. Le lezioni si terranno nella Swap Boutique di via Asti 17, tra le tecniche affrontate, anche come utilizzare materiali da reciclo come vecchi orecchini, bottoni, bracciali, e chi più ne ha più ne metta.
Se il cucito non fa proprio per voi niente paura, si passa al piano “B”. Negli Stati Uniti sta impazzendo una nuova moda: lo swap party. Il termine swap significa letteralmente baratto, la più antica forma di scambio commerciale. Gli swap party sono degli incontri (da qui party) in cui è possibile fare “shopping” sostenibile assolutamente a costo zero, in pratica ognuna porta capi di abbigliamento e accessori mai o quasi mai indossati per scambiarli reciprocamente. Il merito degli swap party in Italia è da attribuire all’ingegno di due donne Tamara Nocco e Francesca Caprioli che nel 2009 hanno fondato lo Swap Club Italia. Sul loro sito è possibile conoscere tutte le date degli swap party, ma soprattutto le regole categoriche a cui attenersi per parteciparvi. Ad esempio si possono swappare abiti, borse, scarpe, cappelli, cinture ma non bigiotteria, intimo e costumi da bagno.
Ogni partecipante può portare al massimo sei capi a testa e ogni capo deve avere lo stesso valore del capo scambiato. E’ possibile donare capi al Last Minute Market: saranno distribuiti ad associazioni umanitarie. Curati nei minimi dettagli, «gli swap party – fanno sapere le ideatrici – lasciano il segno perché vogliono coinvolgere il pubblico femminile, allo stesso tempo trasmettendo e insegnando uno stile di vita che rispetti l’ambiente e la filosofia del consumo con coscienza». E chissà che non troveremo quel vestito che abbiamo sempre desiderato.
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